Un'altra perla che ci dimostra la taratura (e la tara) mentale di certi individui che s'inchinano a vicenda, accomunati dal medesimo gusto orrido e infantile per l'irrilevante e il dileggio — fine a sé stesso — dell'altro.
Sono tal Mazzetta e tal psicologa (esatto) Junghiana Collevecchio, impegnati a mostrarci tutti i carati delle loro maestose e dignitose capacità.
Evidentemente Riotta è un loro gradito bersaglio (tutti i bulli hanno le loro fissazioni), come suggerisce una precedente ornitoteca, “I massacri inutili”.
Qual è questa volta l'ignobile colpa di Riotta? Il fatto di aver scritto due tweet che, a detta del duo dileggiante, dovevano essere uno traduzione dell'altro.
Da nessuna parte Riotta asserisce che lo siano: esprimono entrambi, in modo un po' diverso, lo stesso concetto. Scelta di parole diverse, forse perché ogni lingua ha la sua estetica, la sua giusta (soggettivamente) scelta di costrutti e parole, il suo potere espressivo, e comunica un'idea meglio in un modo piuttosto che in un altro — o forse perché, più banalmente, il dottore non prescrive traduzioni letterali pena il dileggio di due emeriti che ben rappresentano, nelle mie collezioni folkloristiche, ciò a cui un essere umano razionale non dovrebbe assomigliare (intellettivamente).
In inglese Riotta ha scritto:
Killing journalists Isis spews hatred and intollerance but unwittingly proves journalism is indeed alive
“Ma” in italiano invece ha osato scrivere qualcosa di diverso (secondo me fondamentalmente nella distanza semantica tra unwittingly e a sorpresa), qualcosa che non è la fedele traduzione del tweet precedente:
Uccidendo giornalisti l'odio intollerante dei terroristi Isis prova a sorpresa perché il giornalismo è vivo
Allo gogna il reo!