mercoledì 28 maggio 2014

Il tempo dal tempo dell'inizio del computo del tempo

Dopo aver recuperato i nomi dei giorni della settimana così come ce li aspetteremmo senza l'influsso delle religioni monoteiste, è la volta del computo degli anni. Come sappiamo tutti, si dice prima di Cristo e dopo Cristo, mettendo convenzionalmente l'anno di nascita di Cristo come anno zero1.

Quali alternative abbiamo? C'è l'Era volgare, oppure idee come questa, in cui si considera la prima testimonianza di “registrazione del tempo” e si pone questo come anno zero, invece di lasciare identici i numeri ed evitare solo l'uso di prima e dopo Cristo, come nel caso di before common era, in acronimo B.C.E., e common era, in acronimo C.E. (la versione inglese di e.v. e a.e.v. o p.e.v., rispettivamente era volgare, ante era volgare e prima dell'era volgare).

Preferirei cose come Recorded Time e Before Recorded Time (dall'inizio del computo del tempo e dopo l'inizio del computo del tempo — secondo quanto si sa dalle testimonianze storiche, ovviamente!), però capisco che cambiare i numeri potrebbe creare confusione e ormai tante date ce le ricordiamo così; per esempio la scoperta dell'America, 1492…

In un periodo di passaggio bisognerà usare entrambe le numerazioni e poi piano piano abbandonare quella vecchia… Ma in fin dei conti capisco che sembri una complicazione senza utilità pratica: in fondo un'origine vale l'altra e il perché poi si è scelto quella o quell'altra è irrilevante, specie se consideriamo che l'anno zero corrente non corrisponde alla nascita di Cristo… Quindi basta usare e.v.2 e p.e.v. e siamo a posto.


  1. Anche se in realtà è nato prima dell'anno zero, il che serve anche a ricordarci che è una convenzione figlia di ignoranza. Oggi si sa che Gesù non è nato 2014 anni fa (sto scrivendo questo post nel 2014 d.C.), ma ormai…

  2. Scrivere e.V. o peggio eV, come ho visto da qualche parte, non mi piace per il semplice motivo che si confonde con un'unità di misura, l'elettronvolt (eV, appunto), e poi non c'è motivo per l'uso della maiuscola per l'aggettivo volgare.

Dagli oggi, dagli domani

Il M5S entra anche nel parlamento europeo con un risultato che sarebbe buono se fosse preso per sé. Senonché, secondo l'interpretazione del megasondaggio, su cui è stato puntato forse troppo, sopravvalutando la probabilità di un testa-a-testa con il PD, il risultato è in realtà deludente, persino inferiore alle aspettative più prudenti e meno trionfalistiche (io mi aspettavo un 24-26% vs 31-35%, per dire).

In numeri assoluti potrebbe voler dire che lo zoccolo duro del M5S ha, attualmente, un limite superiore di quasi sei milioni di persone circa (ipotesi di base: l'astensionismo non ha colpito in modo particolare gli elettori del M5S).

Si può fare qualche altra considerazione e ipotesi amara: reflussi di elettori ex-PdL, voti strategici anti-M5S, vittoria della disinformazione e del terrore hanno contribuito al boom del PD.

mercoledì 21 maggio 2014

I giorni della settimana rivisti

  • Lunedì, il giorno della Luna;
  • Martedì, il giorno di Marte;
  • Mercoledì, il giorno di Mercurio;
  • Giovedì, il giorno di Giove;
  • Venerdì, il giorno di Venere...

E fin qui si segue uno schema preciso, di origine chiaramente pagana. Però si prosegue con Sabato, che, sotto l'influsso della tradizione ebraica (da Shabbat), ha rimpiazzato il giorno di Saturno, ovvero Saturdì (come si intuisce anche osservando l'inglese Saturday), e poi con Domenica, di chiara matrice cristiana, là dove ci sarebbe dovuto essere Soldì, il giorno del Sole (come in Sunday).

Per quanto riguarda sabato, recupererei l'originale Saturdì mentre al posto di Soldì, pensavo che Puerdì potrebbe essere interessante: il giorno del fanciullo, da dedicare, invece che a un signore qualunque, a tutti i fanciulli, e in particolare ai propri.

  • Saturdì, il giorno di Saturno;
  • Puerdì (o Soldì), il giorno del fanciullo.

martedì 20 maggio 2014

In favore del voto

Il 25 maggio si vota per le europee.

Non fatevi abbindolare dalla retorica “tanto il parlamento europeo non conta nulla”, oppure “il parlamento europeo non ha potere su argomenti di mio interesse, o comunque non li tratta”. Oppure ancora dalla retorica “io riufiuto l'UE quindi non voto”, o peggio: “è inutile votare perché tanto non cambia nulla”. A meno che non seguiate da anni seriamente e consapevolmente qualche forma del pensiero anarchico1, non votare non rappresenta correttamente nessuna di questi punti di vista e non fa perciò per voi.

venerdì 16 maggio 2014

I peccati dei padri: il deficit democratico dell'Italia.

Il testo che propongo è la traduzione di gran parte dell'articolo The sins of the fathers: Italy's democratic deficit di Alexander Lee. In questo articolo, nonostante ci siano dei punti dubbi e discutibili, si danno un'interessante visione e interpretazione del sentir democratico italico, fornendo così degli spunti per spiegare l'esistenza di una forte mentalità élitista che, tra le altre cose, banalizza e si oppone alle crescenti richieste di nuovi strumenti per la partecipazione politica (democrazia diretta e recupero del significato più autentico di sovranità popolare, a volte per l'appunto confuso con la sola “liberazione” da una “dominazione esterna”).

mercoledì 14 maggio 2014

Politica sotterranea

Segue la traduzione di un articolo di David Budde, che potete leggere in originale su OpenDemocracy.net. Come al solito la traduzione è mia e pertanto può lasciare a desiderare. Mi sono preso la libertà di aggiungere delle note, dei collegamenti ipertestuali (link), e forse qualche enfasi. La licenza dell'articolo originale è Creative Commons, Attribuzione, non uso commerciale.

(La traduzione è stata fatta di fretta e necessita di una revisione per snellirla, rendere la lettura più fluida e naturale, forse ri-idiomatizzando espressioni e costrutti tradotti un po' troppo letteralmente dall'originale.)

venerdì 9 maggio 2014

Nuvole e asini volanti

Guarda, c'è una nuvola che sembra un asino che vola, quindi è un asino che vola!

Ma che dici, gli asini che volano non esistono!

Ma guarda, neghi l'evidenza: quello che vedi è un asino che vola!

Io non vedo nessun asino che vola!

Il fatto che tu non lo veda, non vuol dire che non esista: dovresti essere più umile e ammettere che se tu non riesci a vederlo, non significa che non esiste!

Ma guarda meglio tu... e poi gli asini che volano non esistono!

Non nel senso letterale, sciocco! Cioè, è vero che gli asini non volano, diversamente dagli uccelli. Però vedi? quella è una nuvola che sembra un asino, le nuvole sono in cielo, quindi l'asino è in cielo; quindi possiamo dire che l'asino vola nel senso che, stando in cielo, è sospeso nell'aria come lo sarebbe un uccello, ma non è che intendevo dire che l'asino ha davvero le ali, figurati! Perciò, come vedi, l'asino c'è eccome!

Ma io non vedo nessun asino!

Se non lo vedi, non vuol dire che non esiste: dovresti essere più umile e ammettere che, anche se tu non riesci a vederlo, può benissimo esistere, e infatti eccolo là, lo vedi?

Io continuo a vedere una nuvola, la cui forma, con un po' di fantasia, può ricordare quella di un asino. Ma è pur sempre una nuvola, quindi non c'è nessun asino!

Cioè tu vuoi negare l'esistenza degli asini? Ah ah ah, ma lo sanno tutti che gli asini esistono, vedono tutti che quella nuvola ha la forma di un asino, quindi c'è un asino nel cielo!

Per Giove, quella è una nuvola!

Da uno che crede che esista Giove ci si può aspettare di tutto, però dài, non esagerare: non vorrai mica negare che assomigli a un asino?

No, dico che una nuvola che assomiglia a un asino non è un asino, volante o non volante!

Ma se è in cielo deve essere per forza volante. Con un po' di umiltà, non avresti difficoltà a vederlo anche tu: infatti è in cielo, per questo dico che è volante.

Ho capito che la forma è quella di un asino e che le nuvole stanno in cielo però…

E allora lo vedi che hai capito? È un asino che sta in cielo, quindi un asino volante.

No-o, è una nuvola!

Ma se hai appena detto che ha la forma di un asino!

Sì, ma…

Allora hai detto che ho ragione.

No. Ho detto che ci si può vedere un asino in quella nuvola, ma questo non vuol dire che è un asino quello che si trova in cielo.

Ma è o no in cielo quella nuvola?

Sì, lo è...

E allora vedi, ho ragione! non vuoi proprio capire: c'è una nuvola che sembra un asino in cielo, quindi è un asino che sta in cielo! Lo vedresti pure tu se fossi…


Pensate che conversazioni del genere siano tanto assurde da essere inverosimili? Invece, purtroppo, sono conversazioni serie che si possono avere con un certi tipi di persona…

Con chi fa questi ragionamenti (ovvero con chi non sa, in realtà, ragionare), è assolutamente inutile parlare. Vincono sempre loro.

Vanno, vengono, qualche volta si fermano...