Visualizzazione post con etichetta economia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta economia. Mostra tutti i post

martedì 6 maggio 2014

Stiglitz e Sen: le nostre analisi usate impropriamente…

Siamo estremamente dispiaciuti di venire a conoscenza del fatto che, in certe prese di posizione politiche in Francia e in Europa, le nostre analisi sul funzionamento dell'euro sono state usate impropriamente. Noi siamo piuttosto favorevoli a un'Europa più unita, il cui scopo finale è l'integrazione politica. L'unione monetaria dovrà andare di pari passo con un'unione fiscale e bancaria; ciascuna di queste —noi speriamo— arriveranno a tempo debito. Pur credendo che lanciare un'unione monetaria senza integrazione bancaria e fiscale e senza prospettive di un'unione politica ha costituito un errore economico, rimaniamo fermamente filo-europeisti piuttosto che anti-europeisti e vogliamo più di una semplice unione monetaria.

Amartya Sen (università di Harvard, USA) e Joseph Stiglitz (università della Columbia, USA), 10 aprile 2014 (Fonte)

sabato 1 febbraio 2014

Allevamento a terra

Se mangiate le uova potete farvi qualche scrupolo, al momento dell'acquisto, controllando come (e dove) vengono tenute le galline che le hanno generate. L'Unione Europea prevede una classificazione e stampigliatura sul guscio che serve a identificare il tipo di allevamento, il paese e il comune di allevamento e l'allevamento specifico.

giovedì 31 gennaio 2013

Monte dei Paschi, Odifreddi e Grillo

Grillo all'assemblea del Monte dei Paschi di Siena chiede dove sono i 14 miliardi di Euro che non sono 14, sono forse 2, 6, 10, 13.8, o 3.9. Miliardi in ogni caso, e miliardi che non si sa dove sono andati: il denaro non si distrugge, si trasferisce soltanto. Quindi Dove sono? chiede appunto Grillo. Richiede una inchiesta, con una commissione aperta, interrogazioni via Internet. Chi doveva controllarli? incalza. La Banca d'Italia, chi c'era Draghi?, chi doveva controllare? La signora Tarantola [...] Chi ha controllato? La Consob?

martedì 31 gennaio 2012

Il passato

"Si stava meglio quando si stava peggio". Se si dimentica quanto ormai sia diventata un luogo comune, si rischia di cogliere una nostalgica verità in questa frase. Dire "meglio" e "peggio" implica l'aver dato un giudizio su un qualcosa, usando un certo metro; per me stasera la grandezza di questa frase è nel lasciar vacillare, attraverso il paradosso, la certezza dell'oggetto del giudizio (o gli oggetti del giudizio) e l'impersonificazione temporale del giudicante.
Sarà l'ora tarda, o qualunque altra cosa, ma mi sembra che questa frase contenga tanto l'esperienza della memoria quanto l'arbitrarietà del soggettivismo che, nell'eccesso — nemmeno poi tanto eccessivo — di considerare tale frase come massima saggia, diventa sociale ovvero del soggettivismo in cui il  soggetto non è un singolo individuo ma l'intera società.
D'accordo, è tardi per me, l'avevo già scritto.
Il concetto finale è che probabilmente non ci rendiamo conto di cosa stiamo perdendo, di quello che sacrifichiamo per un "progresso" socioculturale (... economico e ideologico e politico e tecnologico ecc. ecc.) che ci viene venduto come "meglio" ma che in realtà rischia di essere peggio del "peggio" di quando non c'era tale "meglio" (!)
Fortunatamente almeno a volte c'è l'arte a contribuire all'"esperienza della memoria" che nella frase in questione può essere presente solo simbolicamente.