domenica 31 agosto 2014

Ornitoteca/ La scappatoia dell'ingegnere

Visto che l'ingegnere si è impegnato a intorpidire le acque, riprendo un attimo la questione del suo errore logico, che avevo già illustrato nell'ornitoteca “Imparo dall'ingegnere”. Cercherò di concentrarmi sull'essenziale per ottenere brevità e forse addirittura chiarezza.

venerdì 29 agosto 2014

Ornitoteca/ L'Europa di Altiero Spinelli e dell'ingegnere

Come già accennato nel post Abbaia a comando, che parla en passant di una citazione fuori contesto ingannevole e di tale Tullo Ostilio, chiamato dall'ingegnere per abbaiare e sbranare («divertiti»), la “diatriba” con il Ligori ha generato un'interessante quantità di materiale per l'ornitoteca.

In questo materiale c'è anche qualcosa che riguarda l'Europa (l'Unione Europea), Altiero Spinelli, l'ingegnere e un terzo tizio che premurosamente mi spiega che dove vedete reazionario potete tranquillamente leggere “di destra”.

Ornitoteca/ Abbaia a comando

In seguito al post precedente l'ingegnere, un po' piccato (diciamo così), ha dato il via ad una serie di tweet che hanno prodotto materiale per alcune altre ornitoteche. L'impegno maggiore è stato profuso a screditarmi; di argomenti ce ne son stati ben pochi (è un eufemismo) “corretti”.

giovedì 28 agosto 2014

Ornitoteca/ Imparo dall'ingegnere

Questa e altre “ornitoteche” sono ora su un blog dedicato: Ornitoteca. Potete leggere lì Imparo dall'ingegnere.

Della stessa serie del dott. ing. Ligori:

Oggi ho imparato da tale Dario Ligori che «tutti i neofascisti sono no €» e che dunque se sei «no €» sei neofascista, o comuque di destra. È in pratica come dire che tutti gli eroinomani si sono fatti le canne, quindi se ti fai le canne sei eroinomane.

venerdì 22 agosto 2014

Destra, sinistra

Nel XXI secolo c'è ancora chi sobbalza sentendo espressioni come né destra, né sinistra oppure al di là della destra e della sinistra.

Ornitoteca/ Una giornata di caccia

Un po' di robe prese con la rete a strascico nel mare Cinguettio, per ammazzare il tempo.

mercoledì 20 agosto 2014

La regina dei castelli di carta (Larsson): Salander e il "teorema" di Fermat

Ho appena finito di scrivere qualcosa su “La ragazza che giocava con il fuoco”; vado a posare il libro sulla mensola da cui l'avevo preso e mi accorgo che accanto c'è anche il seguito: “La regina dei castelli di carta”. Ottocentocinquantasette pagine. Con rispetto, non ho intenzione di leggerlo; non ora, almeno; quando e se lo farò, sarò particolarmente attento ai passaggi tecnologici, così da poter fare un altro post…

Intanto… (Spoiler alert! NON leggete se non volete che vi rovini la lettura del secondo libro!)

La ragazza che giocava con il fuoco (libro di Larsson)

Ho cominciato a leggere “La ragazza che giocava con il fuoco” di Stieg Larsson il 16 (agosto) a sera; il 18 a sera l'ho finito. Naturalmente, non ho speso tutto il 17 e tutto il 18 a leggere. Quindi, in definitiva, ho consumato molto in fretta il libro (754 pagine, corpo 12, credo, edizione Marsilio).

Niente di stupefacente: è letteratura fatta per essere divorata. Non ci sono periodi complessi, incidentali arzigogolate, raffinatezze letterarie: la prosa è asciutta, essenziale (adattissima ad una trasposizione cinematografica). Il genere letterario lo permette e di sicuro lo scopo non è quello di catturare il lettore con l'estetica delle parole (lette comunque tradotte) e di indurlo ad assaporarle lentamente.

È quel tipo di letteratura di consumo gradevole ma che non lascia niente: non è un libro che scatena la bramosia di possederne una copia sempre a portata di mano in libreria, magari per rileggere un paio di passi particolarmente incantevoli. Si legge e poi… basta.

Ciò detto, mi è piaciuto? Avvince e si fa leggere con facilità (non è una lettura impegnativa) e questa è, probabilmente, la chiave del successo per libri simili; sotto questa luce va giudicato un buon libro, che apprezzerà molto chi ama il genere.

Qualche critica al margine però la devo fare. (Spoiler alert!)

venerdì 15 agosto 2014

Ricardo (Richard) Ramirez: due esempi di ibristofilia

Ricardo Ramírez era un “pazzo”, assassino e stupratore, condannato per 13 omicidi, 5 tentativi di omicidio, 11 aggressioni sessuali e 14 furti con scasso. Un bravo ragazzo, insomma.
A leggere la storia della sua infanzia e adolescenza si può anche provare compassione e pensare che, in fondo, non è colpa sua se è diventato quel che è diventato. Ma resta comunque un “pazzo” che uccise 13 persone, provò a farne fuori altre 5, stuprò e sodomizzò… e rubò (ma questo è il minimo, naturalmente).

Nonostante ciò, a quanto dice la Wikipedia inglese,
aveva fan che gli scrivevano lettere e lo andavano a visitare. A partire dal 1985 […] Doreen Lioy gli scrisse circa 75 lettere […] Nel 1988, lui le propose di sposarlo, e il 3 ottobre del 1996 si sposarono […] Lioy affermava che si sarebbe suicidata quando Ramirez fosse stato giustiziato. Comunque, Lioy e Ramirez si separarono e al tempo della morte di Ramirez, questo era impegnato con una scrittrice ventitreenne […]
Queste due donne sono altrettanti esempi di ibristofilia (cfr. anche il termine su wikipedia in inglese, dove si fa proprio l'esempio di Ramirez). L'assassino è un assassino e avrà la sua storia. Queste donne, e soprattutto le persone che eventualmente le conoscono (amici, parenti…), sono attanti di storie che non vengono mai veramente raccontate.


mercoledì 13 agosto 2014

Di chi è l'Afghanistan?

Prendete una cartina muta. C'è sempre più di un modo di farla parlare. Per esempio, prendiamo questa cartina dell'“Afghanistan dell'ISAF”.
Chissà chi erano quelle donne che 12 anni fa (o giù di lì) alcuni media fecero vedere mentre si liberavano del burka, simbolo dell'oppressione dei talebani (che, secondo la retorica della propaganda bellica, erano stati “già” sconfitti). Chissà chi furono i guru dell'informazione che montarono la “notizia”.

Intanto ci sono anche l'Iraq, la Siria, l'Iran, la Striscia di Gaza, l'ebola, l'Ucraina, e via dicendo. E chissà quante bugie ci vengono propinate per suggerire interpretazioni da filmetto manicheo di questo Mondo in continua “evoluzione” ma che, specie grazie al genere umano, non perde il vizio di essere un posto tuttosommato crudele o pieno di ciniche illusioni.

venerdì 1 agosto 2014

Ornitoteca/ Almeno una falla

La saggezza non è acqua e per questo leggiamo perle come questa:

C'è sempre una falla nel sistema, quindi pensa te quanti buchi ci sono nell'anti-sistema

D'effetto, ma qual è il significato e qual è la logica? Invero la logica formale non ci aiuta in casi come questi: l'errore è da cercarsi nel contenuto — come è del resto per molte fallacie che ho tentato maldestramente di illustrare in condizioni non artificiali, cioè non in vitro.

Se possiamo “invertire” la perla, usando la stessa forma e sfruttando delle “simmetrie” per ottenere una frase che suoni ugualmente sensata (o ugualmente insensata), mostriamo che, evitate le suadenze delle frasi brevi che sembrano contenere chiavi interpretative tanto potenti quanto corroboranti per le nostre narrazioni e visioni del mondo,in realtà essa (al dritto e al rovescio) non dice nulla.

L'inversione ci porta a qualcosa di questo tipo:

C'è sempre un buco nell'anti-sistema, quindi pensa te quante falle nel sistema

Un'altra perla, che non ha meno da offrirci della prima. A parte l'ovvia ricerca sull'ingiustificato quindi, le domande per la notte sono queste: qual è il dritto e qual è il rovescio? Sono realmente distinguibili? Se vi sembra che lo siano e la vostra spiegazione è che una falla non è un buco e l'anti-sistema non è il sistema, potete anche andare a leggere un altro blog.

Nota: naturalmente il «te» come soggetto è nell'originale e ripreso poi nella “riflessione”.