sabato 14 giugno 2014

Processi decisionali

Ezio Mauro, direttore dell'importante giornale Repubblica, mica uno qualunque, scrive un cinguettio scemenza come questo:

Infimo populismo, urlerebbe Ezio Mauro stesso se a dire qualcosa del genere fosse magari un Grillo; acuta osservazione, forse si complimentano tra loro annuendo, stringendosi le mani e scambiandosi sguardi d'intesa — metaforicamente.

È tutto lì il profondo senso della democrazia di Ezio Mauro: 29 mila persone decisono per 5 milioni. Disdicevole! Scandaloso!

Invece se meno di mille persone decidono per 50 milioni è la normale democrazia. Questo perché quel migliaio di persone sono elette dai 50 milioni per rappresentarli…

Ma un attimo: i 17 europarlamentari sono stati eletti da quei 5 milioni affinché li rappresentino in Europa e ciò dà diritto a questi eletti di decidere cosa fare per meglio svolgere il compito assegnato1; scegliere se entrare nel gruppo X, nell'Y, nel B12 (posto che X, Y o B12 vogliano…) oppure in nessuno è una scelta che spetta semmai a loro, dopo aver valutato cosa è meglio per raggiungere gli obiettivi per i quali sono stati eletti.

Invece capita questo: che i 17 europarlamentari facciano riferimento a una forza politica che ha una malsana idea. E cioè: invece di decidere noi, 17 europarlamentari, ovvero i verticichiunque essi siano— valutiamo la situazione, in base a questa facciamo delle proposte, poi diamo delle opzioni e vediamo quanti, tra i nostri iscritti che hanno maturato il diritto di voto —una sorta di maggiore età— scelgono o una o una o l'altra, e in base al numero di voti prendiamo la nostra decisione.2

Questo è il processo decisionale che la forza politica in questione ha deciso di adottare, là dove la prassi è tutt'altra e cioè grossomodo questa: hai dato fiducia, tramite il voto, a questi rappresentanti Abc di questo partito Z che ha questi “vertici” Xyz? Ok, allora Abc e Xyz, cioè per brevità Z, decidono tutto (per i loro tot milioni di elettori) e tu, oh singolo elettore, ormai hai svolto il tuo ruolo e perciò del tuo voto se ne riparlerà semmai alle prossime primarie, o alle prossime politiche, alle prossime europee, o al prossimo referendum. Nel frattempo, guarda quanto siamo bravi: stiamo lavorando per te.

Dunque abbiamo due modi diversi di gestire le decisioni da prendere. Non sto qui a dire che uno è meglio dell'altro: diciamo che sono entrambe ugualmente leciti e validi (tranne che non è questa l'idea che vuole dare Ezio Mauro, ovviamente). Uno è quello tradizionale a cui siete abituati. L'altro è diverso e di fatto allarga il numero di persone coinvolte nelle decisioni.

Non entro nel dettaglio (anche se c'è una lunga nota che potrebbe aprirvi qualche orizzonte), ma quando leggete qualcosa come quella scritta da Ezio Mauro, sappiate che è un tentativo di raggirarvi, di manipolarvi, di trattarvi come se foste degli idioti.

Secondo il metro comune, quello è un argomento populista. Più “tecnicamente”, è disinformazione camuffata in una frasetta semplice congeniata per arrivare dritta allo stomaco di certi sprovveduti (per l'appunto, quello che chiamano populismo3).

Sul fatto di «portare a destra» dedicherò un post a parte.


  1. Immagino la replica di qualcuno: eh no, dovevano dire fin da subito in quale gruppo stavano, sennò hanno ingannato i loro elettori! (Cioè come ha fatto la lista Tsipras?) Non si capisce in che senso sarebbe un inganno: votate i candidati perché credete nel programma presentato e accordate della fiducia alla forza politica che lo porta, come avete fatto alle elezioni nazionali. Ma il Parlamento Europeo —misterioso e oscuro oggetto fino a poco tempo fa— è diverso e richiede considerazioni un po' diverse e l'uso di strumenti diversi per poter attuare le proprie politiche. Dunque questa forza vedrà come portare avanti il programma e i “valori” nel modo più efficiente possibile in base alle possibilità offerta dal PE: non c'è bisogno di dichiarare in anticipo nulla che non sia possibile conoscere e decidere in anticipo. Il M5S entra per la prima volta in Europa e nessuno gli avrebbe assicurato un posto in un gruppo prima di sapere l'esito delle elezioni — sarebbe stato un errore “tattico” tanto per il M5S quanto per il gruppo specifico. Non c'è dunque inganno — se pensate che ci sia, allora c'è inganno anche nella formazione dei gruppi già esistenti: chi di voi sente di aver contribuito a scegliere quali gruppi formare, quali ”ideali” ciascun gruppo doveva incarnare e quale partito nazionale dovesse appartenere a quale gruppo? Casualmente ora sono tutti temi centrali perché Grillo decide al posto vostro e 29 mila persone decidono per 5 milioni. Se non vi è chiaro, sono persone che fanno questo tipo di affermazioni quelle che si stanno prendendo gioco di voi.

  2. Il racconto Guiro in Emmespunto contiene qualche dritta in risposta a una possibile pseudo-obiezione su chi ha deciso cosa e perché. Qui voglio aggiungere che vale sempre grossomodo quanto segue: pochi decidono, qualcuno in più interagisce, la maggioranza “partecipa” passivamente. Nel mondo della rete c'è la famosa regola empirica 90-9-1 (1% crea contenuti originali, 9% contribuisce, 90% usufruisce solo); c'è il principio di Pareto, che si può applicare dicendo che il 20% dei membri di un gruppo produce l'80% dell'attività del gruppo. Ci sono poi osservazioni e pratiche comuni su come rendere efficiente un gruppo, che portano comunque all'esistenza di membri singoli con ruoli definiti e “speciali” — chi la butta in caciara come sta cercando di fare Ezio Mauro con questo tweet dove in pratica vuole insinuare che sarebbe stata democrazia solo se avessero votato 5 milioni e invece è inaccettabile che 29 mila abbiano deciso «per» 5 milioni, è da guardare con estremo sospetto e da biasimare per l'ignoranza su questi temi. A proposito di ignoranza, pensate piuttosto a studiarvi qualcuno di questi temi e rendervi immuni da inganni come quelli di Ezio Mauro. Vi do dei “puntatori”, wikipedia come un punto di partenza, in inglese perché purtroppo è più ricca e dettagliata, c'è poco da fare: Decision-Making; poi vi suggerisco la lettura di questo libro, Swarmwise, del creatore del Piratpartiet svedese e anzi a proposito di Partito Pirata, vi suggerisco di ampliare le vostre conoscenze sui temi della democrazia diretta e su temi correlati a partire da lì, visto che la carica emotiva eterodiretta contro il M5S impedisce di accorgersi che quei temi non sono appiccicati al M5S (questo movimento tenta di abbracciare e rielaborare alcuni principi, idee, tecniche e pratiche già sperimentati altrove e di cui si discute a prescindere da lui e dai difetti che alla loro “interpretazione” gli imputano detrattori e critici d'ogni sorta — compreso qualche esponente del PP stesso). Attaccare e ridicolizzare queste idee non tanto per le idee in sé (che si conoscono in realtà poco e che a volte vengono opportunamente travisate e distorte secondo i principi di note fallacie), ma perché esse vengono “manifestate” dal M5S, che si vuole “abbattere”, dovrebbe essere un altro campanello di allarme “inganno” — è, di nuovo, applicabile al tweet di Ezio Mauro, che attraverso la sua incapacità di comprendere questi meccanismi e la sua ignoranza degli strumenti vuole solo mettere in cattiva luce il M5S: figuratevi quanto gliene frega realmente di democrazia diretta, decision-making, e compagnia bella.

  3. Personalmente vorrei recuperare questa parola di cui si sono appropriati i politici per renderla zozza allo scopo di associare l'idea di popolo quella di inganno, di istinto cieco, di rabbia irrazionale. È un'operazione di reingegnerizzazione verbale a livello socioculturale — a qualcuno potrebbe venire in mente la riprogrammazione neurolinguistica, ma non è esattamente quello che intendo.

Nessun commento:

Posta un commento

Sii educato, costruisci con cura le frasi, rifletti prima di pubblicare, evita parolacce e offese dirette, non uscire dal tema, cerca di non omettere la punteggiatura, evita errori ortografici, rileggi quel che hai scritto.