sabato 7 giugno 2014

Demolire è più facile che costruire? E quindi?

Costruire è 1000 volte più difficile che demolire.

Questo è uno di quegli aforismi fin troppo facili che sono usati in certi discorsi, specie politici, per la loro capacità evocativa e il dualismo buono-cattivo, sempre in grado di solleticare le fantasie riduzionistiche di ogni tipo di pensatore.

La frase verrà “analizzata” in un contesto specifico (che è quello da cui è prelevata), in cui sono state create due opposte fazioni: una che vuole costruire l'Unione Europea e l'altra che la vuole distruggere.

La frase sintetizza bene l'immaginario costruito dalla propaganda filoeuropeista di regime a beneficio della cultura mainstream e nel contesto è anche un esempio di loaded language, eterodiretto in questo caso.

Per prima cosa, bisogna fare la giusta associazione tra chi sta costruendo e chi vuole solo demolire1: gli euroscettici vogliono solo demolire. Gli altri vogliono costruire l'Unione Europea2.

Poi bisogna attribuire il giusto valore e le giuste immagini ai due verbi costruire e demolire, tali che siano incastrati in uno specifico campo semantico in grado di nascondere gli oggetti dell'azione e la natura stessa della reale azione che quei verbi pretendono di descrivere.3

Costruire è bello, è cosa buona, a prescindere da ciò che si sta costruendo. Costruire richiede energie positive, impegno, serietà, maturità. Costruire è faticoso, ma di quella fatica buona, sana e giusta, la fatica del lavoro. Ci immaginiamo l'architetto sorridente mentre ispeziona un cantiere, chino sul foglio di un progetto, circondato da ingegneri sorridenti che gli mostrano la magnificenza di quanto fatto fino a quel momento, mentre vari operai sono affaccendati nei loro compiti… Costruire è associato alla pace e alla cultura: scuole, strade, istituzioni democratiche, artigianato, arte, attività civili di varia natura.

Invece demolire è brutto, richiede energie negative, è tipico degli immaturi, degli ignoranti, dei rozzi; è facile: persino un bambino con un martello lo può fare. Ci immaginiamo macerie edili, caos, bambini che piangono in palazzi fatiscenti, le bombe sulle scuole, i missili contro il parlamento, scenari di guerra; ci immaginiamo gente inferocita, armata di mazze, che rompe vetrine, ammacca le automobili parcheggiate, spaventa e minaccia indifesi pedoni, terrorizza la società civile con la loro cieca forza distruttiva… Demolire è associato alla guerra e alla violenza.

Quindi, chi vuole costruire è buono, pacifico, maturo, razionale, ecc.; chi vuole demolire è cattivo, violento, immaturo, irrazionale, ecc.

Gli “euroscettici” vogliono demolire (e ce li immaginiamo, magari con le facce da Bossi, armati di mazze e picconi4) e magari ostacolano il lavoro dei giusti, quelli che vogliono costruire…

È la versione homo faber del dualismo bene-male, con al contorno la retorica tipica dell'irreggimentazione.

Infine, nella forzatura del campo semantico dei termini (costruire vs demolire), si dà un intrinseco e incondizionato valore positivo a uno e un intrinseco e incondizionato valore negativo all'altro. Ma rimanendo nel terreno della metafora: abbattere il muro di Berlino sarà stato pure più facile che costruirlo… smantellare un arsenale di armi potrà pure essere più facile che costruirlo… le demolizioni controllate saranno pure più facili della costruzione di ciò che si sta demolendo… la rottamazione sarà pure più facile della produzione di un'auto… far esplodere cariche per distruggere un versante sarà pure più facile della successiva fase in cui si fa il traforo…5

In realtà si potrebbe dire che spesso, per poter “costruire” qualcosa, è necessario “distruggere” qualche altra cosa.

Dunque attaccare le posizioni cosiddette euroscettiche (o no-euro) “dimostrando” la loro faciloneria e negatività tramite un simile aforisma è una banale fallacia.

Lasciare deliberatamente l'immagine della “distruzione cieca”, del “furore bellico” e un po' pazzo appiccicata alle posizioni euroscettiche, naturalmente (ma erroneamente) associate a elementari forze distruttive è un inganno, o l'effetto di un inganno subito, o di superficialità nell'analisi della questione europea e di quella che riguarda la moneta unica (€).


  1. Al posto di demolire si può trovare un termine più incisivo ed evocativo: distruggere. La metafora sarebbe ancor più insostenibile se invece si usasse il termine decostruire.

  2. Come per la globalizzazione, c'è un significato tecnico letterale e uno tecnico dottrinale di Unione Europea. Da quando è iniziato a filtrare, nel dibattito pubblico, il significato dottrinale (per colpa dei cosiddetti euroscettici), è stata proposta l'interpretazione secondo la quale gli elementi della dottrina dell'UE (in senso tecnico) sarebbero solo difetti o errori temporanei e aggiustabili, giustificati proprio dal fatto che costruire è difficile (e quindi non esente da errori). L'illusione e l'inganno) sono salvi, almeno in parte.

  3. Si tratta, di fatto, della costruzione di una cornice, di un frame, che forza una specifica interpretazione.

  4. Altri vocaboli o espressioni suggestive: prendere a picconate, distruggere.

  5. Non dovrebbe essere necessario completare il senso, ma non si sa mai. Gli esempi fatti si potrebbero definire demolizioni costruttive, funzionali, utili, razionali, positive, necessarie per una successiva costruzione, in contrasto con la demolizione (o persino distruzione) fine a sé stessa che si vuole far immaginare quando si usano espressioni come «costruire è più facile che demolire».

Nessun commento:

Posta un commento

Sii educato, costruisci con cura le frasi, rifletti prima di pubblicare, evita parolacce e offese dirette, non uscire dal tema, cerca di non omettere la punteggiatura, evita errori ortografici, rileggi quel che hai scritto.