lunedì 16 giugno 2014

Callido lui (Bagnai)

Considerate certe “reazioni”, serve qualche spiegazione sul post precedente.

In questo più recente post del Bagnai, il niger eques usa un approccio più moderato (o ragionevole), senza “tagliare corto“. Per lo meno tiene in considerazione il fatto che c'è, dietro il discorso delle correlazioni, un mondo non così drasticamente riassumibile con ”no”. Leggete quanto segue tenendo presente questa nota, e dopo leggete il post di Bagnai, o prima leggete quello e poi questo, come vi pare, e se non sapete perché questo post esiste, ricordatevi di leggere l'origine.

Lo scopo di quel post non è quello di dimostrare che non esistono altri problemi nel mondo; o che un determinato effetto abbia una sola causa; o che la causa specifica sia preponderante e le altre trascurabili; o che l'effetto in analisi non interagisca con altri effetti (che sono quindi, rispetto all'effetto in esame, cause, o fattori, o parametri che aiutano a comprenderlo e delimitarlo); o che l'effetto non possa essere analizzando macroscopicamente (o meglio forse olisticamente?) e da più punti di vista — magari introducendo geo-socio-fantapolitica, quel che vi pare, filosofia, Weltanschauung personali, e via discorrendo.

Lo scopo del post precedente era mostrare un metodo ingannevole di Bagnai.

Bagnai ha deciso di pennellare i suoi ragionamenti di una artificiale oggettività. E ciò per combattere (a suo modo) l'errata (secondo lui) posizione apparentemente ideologica di qualcuno che gli sta sulle balle (per esempio Travaglio), conscio del fatto che non avrebbe da contrapporgli altro che una diversa posizione all'apparenza ideologica e che finirebbe perciò per trovarsi, dal punto di vista di un osservatore casuale (e la maggior parte degli osservatori sono casuali), alla pari nell'arena con il suo odiato interlocutore.

Per convincere le persone che un certo ragionamento sia oggettivo e che abbia una più che ragionevole aspirazione di universalità (a differenza dei ragionamenti altrui), quale miglior modo di quello di avvolgere il tutto di un certo alone scientifico?

Allora il Bagnai prende dati, spiega cose tecniche, gioca con grafici (che valgono più di mille parole), statistica e strumenti di analisi, con il suo fare divulgativo da professore universitario condannato suo malgrado a parlare a una classe di liceali la maggior parte dei quali non proprio sveglia — ma quando si accorge di qualcuno un po' più (ma non troppo) sveglio, non disdegna chicche per esperti, esibite ovviamente anche a beneficio di quelli che non possono comprenderle ma che, proprio grazie a quelle, intuiscono la grandezza del luminare e capiscono di non poter far altro che pendere dalle sue labbra.

Il metodo, intenzionale o meno, alza la soglia oltre la quale scatta la lettura “sospettosa” e facilita l'introiezione acritica delle informazioni. In realtà qui a Bagnai interessa che siano bene inchiavardate solo le conclusioni: tutto è funzionale a confermare quelle specifiche di Bagnai (e affini), in contrapposizione alla tesi di Travaglio (che tanto di Travaglio non è); nonostante poi, come osservato nell'altro post, non sia affatto necessario “distruggerne” una per salvare l'altra e viceversa.

Dimostrando “scientificamente”, oggettivamente, dati e analisi alla mano, che Travaglio ha torto, la discussione è chiusa. Travaglio fa la sua bella figura da ignorante, come voleva Bagnai — ridurlo a un ignorante sul terreno dove Bagnai domina sovrano — sebbene poi, come detto, il collegamento tra corruzione e debito, e addirittura con la crisi dell'eurozona, non sia affatto un pensiero originale e autonomo di Travaglio. Però è importante avere un nemico chiaramente identificato, cioè Travaglio il giustizialista1, o simili2.

Questo è lo scopo di Bagnai e il punto centrale del suo post.

Ma il problema è proprio quel tentativo di far credere che la “scienza”, che è pensata come oggettiva per definizione, abbia la sua risposta definitiva sull'affare e che questa risposta sia che non c'è correlazione significativa tra corruzione e debito, come dice l'esperto (cioè Bagnai).

Se Bagnai riesce a mostrare ciò, e cioè che non c'è correlazione tra corruzione e debito, allora non è possibile che la corruzione possa essere la causa (o una delle cause, o “solo” un'aggravante) della crisi del debito dell'eurozona — e questa, mi sembra di capire, è la versione forte3 della tesi “di Travaglio” che si vuole smontare.

Fatemelo dire in altro modo: affinché la corruzione possa essere causa della crisi del debito, è necessario che il debito dipenda in qualche modo dalla corruzione. Per questo, se Bagnai dimostra che non c'è correlazione, ha smontato la tesi forte “di Travaglio” smontando la tesi debole, cioè la semplice affermazione che tra debito e corruzione ci sia una correlazione.

E qui sta l'inganno: perché il professore mena giù il pippone della sua pipponomia portando il lettore a credere che il “lemma”, per così dire, sia falso; e da ciò ne segue che il “teorema”, che su di esso poggia, non può che essere anch'esso falso.

Traducendo gli abstract di alcuni paper di cui ho fornito pure il link, ho voluto mostrare come non è affatto ritenuta “oggettivamente falsa” l'esistenza di questa correlazione significativa.

Ne segue che può essere vero che la corruzione abbia giocato (e stia giocando) un ruolo essenziale nella crisi del debito dell'eurozona.

Quel “può”, che ho scritto in grassetto, è fondamentale: l'esistenza di una correlazione significativa tra corruzione e debito è necessaria ma non sufficiente per dimostrare che la corruzione abbia avuto un ruolo determinante.

A me, del resto, non interessava dimostrare ciò. Volevo solo evidenziare come il callido professore, a costo di “emarginare intellettivamente” i suoi avversari giocando sul suo terreno di gioco, resti accecato al punto da sacrificare (immagino inconsciamente) onestà e obiettività4.

In conclusione, visto che questa benedetta correlazione tra corruzione e debito ci può essere, il pugno bellicoso e saccente del professore si ritrova a colpire un nugolo di moscerini senza ammazzarne nemmeno uno.

La “tesi forte di Travaglio”5 è lì, intera, tutta (o quasi tutta) ancora da confutare; mentre abbiamo visto che il professore preferisce ignorare dibatti e modelli elaborati che non si uniformano ai suoi desideri e alle sue aspettative, e che non soddisfano le sue necessità, e che, naturalmente, sono al di là del confine del suo ego.


  1. Quando esiste un naturale sospetto, tanto facilmente stimolabile, e una naturale resistenza nei riguardi degli argomenti sollevati da chi richiede in modo “rigido” e intransigente il rispetto delle regole, ci dobbiamo stupire di ogni cosa che accade in questa nazione baciata dal sole e dove si mangia tanto bene?

  2. Anche perché è quello che abbiamo in Italia. La creazione della narrazione dell'accanimento contro Berlusconi ha concimato per bene il terreno dell'anti-giustizialismo; niente di più facile che sfruttarlo, nell'era berlusconiana? (In declino? Lui magari sì, ma la sua eredità gli sopravvivrà).

  3. La versione debole è proprio semplicemente questa: che esiste una correlazione significativa tra debito e corruzione.

  4. Altre possibilità: un professore competente ma disonesto, o un onesto incompetente? Quest'ultima opzione apre nuovi inquietanti interrogativi su tutta l'analisi riguarndate l'uscita dall'euro… Mentre, per quanto riguarda la prima, bisogna tenere a mente che chi si crede in missione per salvare il proprio paese, è disposto a ogni sorta di nefandezza pur di raggiungere i suoi obiettivi salvifici.

  5. Five things you need to know about the european debt crisis: «Greece's continued access to artificially cheap credit, even after officials confessed to fabricating figures, enabled the government to ignore surging domestic costs (for a large public administration and generous pension programs, among other expenses) and corruption (including widespread tax evasion) for far too long». Corruption Seen as Fueling Debt Crisis: «The failure of some European governments to tackle corruption has helped fuel the euro-zone’s debt crisis, according to a new report released Wednesday». Qualunque cosa pensiate delle affermazioni contenute in quegli articoli, non potete di certo asserire che sono frutto della penna di Travaglio o di qualche giustizialista — sì, sono frutto del pensiero ordoliberista o quel che volete, che vi vuole distrarre dal vero problema, che è l'euro e sono i trattati europei contro la costituzione italiana ecc. — comunque non c'è motivo di parlare di “legge di Travaglio” e scrivere i punteggi, come se fosse una partita, “Mondo vs Travaglio”. (Fateci caso: è Mondo, che sostiene una cosa, e il Mondo è grande, e il piccolo Travaglio che solo soletto sostiene delle cose sbarellate; non è “Bagnai vs Travaglio”, come invece è!)

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