giovedì 26 giugno 2014

Livellamento forzoso verso il basso

Ieri ho visto di sfuggita un pezzo della puntata di Otto e mezzo su La7; c'erano Scanzi e Moretti. Naturalmente il tema era l'incontro tra Renzi (il PD) e una delegazione del M5S.

La Moretti alzava un facsimile di una scheda elettorale tipica nel caso si abbracciasse totalmente la proposta M5S, dicendo (non ricordo le esatte parole) che era troppo complicata. Scanzi non negava, ripetendo: ma è chiaro che bisogna trovare un punto di incontro, o qualcosa del genere (di nuovo, non ricordo le parole precise).

La scena mi ha messo un po' di tristezza. La Moretti affermava in pratica che la maggior parte degli italiani troverebbe complicato mettere una X su un simbolo e avere la possibilità (non l'obbligo) di scegliere una preferenza e avere la possibilità (non l'obbligo) di esprimere una antipreferenza1, chiamiamola così.

Se un elettore, messo davanti una simile scheda (senza dubbio più complessa di ciò a cui siamo abituati), dovesse trovare difficoltà tanto grandi, se la trovasse eccessivamente complicata e nello stesso tempo non capisse che ha l'opzione di votare come ha sempre votato — cioè tracciando la benedetta X — se ciò lo dovesse spingere addirittura, per paura, a scegliere proprio di non votare… vorrebbe dire che c'è un gravissimo problema di analfabetismo — che sia di ritorno, funzionale, o come vi pare.

Un problema che, in effetti, degli studi dicono esserci. Ma invece di contrastarlo, a cominciare dal pensare alle deficienze del sistema scolastico e dal comprendere cosa ci ha portati a tali analfabetismi, invece di stimolare l'apprendimento, di spingere all'impegno e allo sforzo minimo necessario a capire cose che sono alla portata di tutti — non stiamo parlando di chissà quale astrusa formula della fisica teorica2 — si preferisce livellare verso il basso, non credendo possibile il più piccolo sforzo mentale e la più piccola intenzione di andare un millimetro oltre i propri “limiti”…

È il miglior modo per lasciare le cose come stanno e rinforzare questi limiti: ti stanno dicendo che sei stupido, inutile che chieda di impegnarti a capire qualcosa oltre una X… Visto che capra sei e capra rimarrai… dovranno essere gli altri ad adattarsi a te, e perciò li priveremo di una possibilità che loro potrebbero sfruttare e che per te sarebbe facoltativa.

Non fa una piega.


  1. L'idea non è insensata e nemmeno molto complicata per l'elettore; ma si tratta di un allontanamento da una abitudine troppo radicata, anche psicologicamente, nella cultura elettorale: a livello nazionale probabilmente sarebbe difficilissimo anche introdurre un sistema di voto con “classifica“.

  2. Anche se la reazioni della Moretti e di Scanzi non sono tanto diverse da quelle di un “uomo qualunque” che si trovi davanti ad una equazione comprensibile a stento anche da un raffinato matematico.

domenica 22 giugno 2014

Intellettuali?

Chi è l'intellettuale oggi?

L'essere “intellettuali” oggi non ha a che fare realmente con l'intelligenza (qualunque cosa sia) e la cultura, né con il primato della ragione e del ragionamento.

venerdì 20 giugno 2014

Ornitoteca: in principio era il verbo

Ho avuto già modo di osservare che i cinguettii, con la loro sinteticità, difficilmente possono essere altro che strumenti di propaganda, autopromozione (o promozione), diffusione di slogan e memi, aforismi… Quasi impossibile usarli per dialogare o veicolare informazioni complesse se non per riferimento, quindi tramite un link esterno — anche se non mancano delle eccezioni, con peculiarità che andrebbero studiate a parte; né mancano dei modi per “completare” e “potenziare” il mezzo, come storify, fatti tramite il servizio apposito o a mano come faccio io, usando la possibilità di incorporare in una “pagina web” un tweet e opzionalmente un po' di contesto.

giovedì 19 giugno 2014

Congiuntivi

«Mi chiedono se, al suo posto, avrei scelto la pillola blu o la rossa».

«Mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi studiato filosofia».

«Mi chiese se avessi avuto paura. No, risposi».

La lingua italiana è insidiosa, c'è poco da fare. Il congiuntivo e il condizionale sono in declino e rischiano di diventare pura estetica da salotto buono.

Per non rischiare di sfigurare, qualcuno memorizza solo che con il “se” ci va il congiuntivo — forse perché è uno degli errori più frequenti; ma le cose sono un po' più complicate.

Per non ritrovarsi in situazioni ridicole conviene ricordarlo. Inoltre conviene anche che tutti si sia un po' meno pronti ad entusiasmarsi per l'opportunità di esibire al mondo il fatto di aver colto qualcuno in castagna (che sia vero o meno).

Pare che il ministro dell'istruzione abbia detto o scritto qualcosa di questo tipo: «mi chiedono se avrei scelto il tema X o Y». E sembra che qualcuno sia stato molto pronto, decisamente un po' troppo, a cogliere l'occasione di prenderla in giro per un “errore” che di fatto errore non è. (Un po' di gossip lo seguo anch'io, ogni tanto…)

mercoledì 18 giugno 2014

Leaderizzazione

La leaderizzazione, ovvero la personificazione in un leader (di un nemico, di un gruppo, di un partito, ecc.) può essere usata come tecnica propagandistica — per esempio nella propaganda di guerra, ma è evidente anche in quella politica.

domenica 15 giugno 2014

Debito e corruzione (e il niger eques)

Ritorno su Bagnai: in un post precedente avevo “criticato” le sue capacità di analisi politica e di comprensione del ruolo dei mass media, che si era rivelata compromessa dal pregiudizio e dalla dissonanza cognitiva.

In quel post avevo scritto che

Non è mica una gran colpa: si dovrebbe preoccupare se attaccassi le sue tesi economiche, allora lì, ne sono sicuro, avrebbe ampio terreno di manovra.

Poi vado sul suo blog e vedo che ha attaccato un pippone gigantesco su Debito e corruzione nel mondo. Si domanda se

esiste nel mondo una qualche relazione significativa fra corruzione e livello dell'indebitamento pubblico?

E ci dà naturalmente la sua risposta nel suo solito modo dialettico (memorizzate bene l'ovviamente e quanto scritto tra parentesi), fatto di dubbi, domande, mediazioni…

La risposta, ovviamente (per chi ha un minimo studiato questo blog, ma anche per chi abbia in vita sua letto almeno un libro senza figure) è: no.

Che naturalmente è “La Risposta”: niger eques locutus.

Tolte le stupide offese e invettive di cui condisce i suoi post per ribadire la sua impavida superiorità, resta la selezioni di un po' di dati e un po' di analisi di questi.

In questo più recente post, il Bagnai usa un approccio più moderato (o ragionevole), senza “tagliare corto“. Per lo meno tiene in considerazione il fatto che c'è, dietro il discorso delle correlazioni, un mondo non così drasticamente riassumibile con ”no”. Leggete quanto segue tenendo presente questa nota, e dopo leggete il nuovo post di Bagnai, o prima leggete quello e poi questo, come vi pare

Ma a me tanta “certezza” non torna, non mi convince — come spesso gli accade il post sembra più un pretesto per demolire un suo bersaglio che non per ragionare su qualcosa.

Dico dopo in che senso mi hanno insospettito e che tipo di ragionamento ho fatto; ma visto che io non sono nessuno (cosa che sicuramente il niger eques ci terrebbe a sottolineare), ho svogliatamente cercato qualcun altro che ragionasse sulla relazione tra debito e corruzione.

In questo post per prima cosa vi do dei link a dei paper e vi traduco l'abstract (il sommario). Aggiungo anche un articolo, non del “Fascio Quotidiano”, né dei “giustizialisti” che Bagnai tanto detesta. In seconda battuta, vi racconto il mio “ragionamento” che mi ha fatto guardare con sospetto tutto il bla-bla bagn(a)ino.

Comunque quello che emerge è che la risposta che non ammette repliche del pro-fesso-rex non è una risposta corretta: c'è ampio margine di discussione e dibattito sul tema; ci sono ricerche che suggeriscono che una relazione tra debito e corruzione esiste.

Per cui la risposta “definitiva” come quella che vende il pro-fesso-rex è sospetta e come minimo superficiale, forse persino da incompetenti.

Forse nasconde qualche altro tipo di necessità, magari oltre l'ego del cavajere nero che deve gridare ai quattro venti che lui capisce le cose meglio degli altri (siano economisti o meno) e che le sue risposte sono “Le Risposte”; per esempio, mi sembra che ci tenga molto a far credere che la relazione tra debito e corruzione sia un parto malsano della fantasia della «corrente dei “giustizialisti”», «incarnata dal “Fascio Quotidiano”» e dai giornalisti alla Travaglio — non a caso titola una sezione «La Legge di Travaglio» (con l'ovvio intento di ridicolizzarlo, perché suggerisce domande di questo tipo: ma chi è Travaglio per parlare di una legge economica?).

Mi torna in mente la domanda che ho già fatto nell'altro post: chi ci salva dalla callidità di Bagnai?

sabato 14 giugno 2014

Processi decisionali

Ezio Mauro, direttore dell'importante giornale Repubblica, mica uno qualunque, scrive un cinguettio scemenza come questo:

Infimo populismo, urlerebbe Ezio Mauro stesso se a dire qualcosa del genere fosse magari un Grillo; acuta osservazione, forse si complimentano tra loro annuendo, stringendosi le mani e scambiandosi sguardi d'intesa — metaforicamente.

giovedì 12 giugno 2014

Commento sul Fatto Quotidiano post scelta gruppo europeo per il M5S

Ho scritto il seguente commento su un articolo del Fatto Quotidiano. Suggerisco anche la lettura della traduzione di un articolo comparso sullo Spectator riguardo l'Ukip. (A breve seguirà la traduzione anche di un articolo, scritto da uno dei candidati sconfitti, post elezioni). Tornerò anche su alcuni temi che sono emersi dai commenti — in realtà la solita solfa, ma ogni tanto di qualcosa bisognerà pur parlare.

martedì 10 giugno 2014

Il giorno in cui lasciai mio figlio da solo in auto (Kim Brooks)

Traduco, con la solita approssimazione dovuta a una non perfetta dimestichezza con l'inglese e alla fretta — cerco di limitare i danni anche aggiungendo link e note esplicative — un articolo che ho trovato molto interessante: The day I left my son in the car.

La vicenda dà interessanti spunti di riflessione su questa società (che è poi quella società: siamo negli States, ma la stessa contagiosa e perniciosa mentalità ormai è già parte del nostro costume).

Chissà che non sia il primo di una serie di post di asperrima critica al modo in cui i bambini sono percepiti, educati e trattati nel nostro mondo moderno.

(Oltre a link e note, sono mie anche le varie enfasi.)

lunedì 9 giugno 2014

L'analisi del niger eques (Bagnai) sulle Europee

Anche Alberto Bagnai, paladino e re (autoproclamatosi) del fronte anti-eurista, si è cimentato nell'“analisi” del risultato delle elezioni europee; come fatto da me medesimo e da moltissimi altri: in questo blog ho messo per esempio Diego Fusaro e Abrignani (che più che altro voleva far pesare al PD il suo debito)… ma se cercate ne troverete tanti altri.

sabato 7 giugno 2014

Demolire è più facile che costruire? E quindi?

Costruire è 1000 volte più difficile che demolire.

Questo è uno di quegli aforismi fin troppo facili che sono usati in certi discorsi, specie politici, per la loro capacità evocativa e il dualismo buono-cattivo, sempre in grado di solleticare le fantasie riduzionistiche di ogni tipo di pensatore.

La frase verrà “analizzata” in un contesto specifico (che è quello da cui è prelevata), in cui sono state create due opposte fazioni: una che vuole costruire l'Unione Europea e l'altra che la vuole distruggere.

Il segreto della diagonale irrazionale

La radice quadrata di 2 non è un numero razionale, cioè un numero che possa essere espresso come rapporto (ratio) di due numeri naturali. Tramite la sola aritmetica dei numeri naturali è possibile dimostrarlo.

È improbabile […] che la scoperta [di questa dimostrazione] sia stata compiuta da Pitagora, o comunque molto anticamente: non sembra che Zenone la conoscesse, e neppure Democrito. Inoltre, dato che essa mina le basi del pitagorismo, è ragionevole supporre che non fu compiuta molto tempo prima che l'ordine raggiungesse il culmine della sua influenza, e almeno non prima che si fosse ben consolidato, poiché sembra abbia contribuito al suo declino. La tradizione secondo cui fu compiuta all'interno dell'ordine, ma mantenuta segreta, mi sembra molto plausibile.

Abbraccia, espandi o trasforma, estingui

Embrace, extend and extinguish” (Abbraccia, estendi ed estingui) è l'espressione usata per indicare una strategia accertata della Microsoft, ma potrebbe essere usata, con le dovute modifiche e cautele, anche in ambito politico, come generica strategia propagandistica.

venerdì 6 giugno 2014

Tragedie e delitti

La prima tragedia che ho saputo di non sapere è stata quella di Alfredino: pare che sia nota praticamente a tutti. Io nel 1981, all'epoca del fatto, avevo 3 anni e un mese. Forse troppo pochi? Ma la prima volta che sentii di Alfredino fu da una collega coetanea dell'università: lei si ricordava della vicenda.

A differenza di me che ho due sorelle maggiori, questa collega è figlia unica. Se è verosimile pensare che dei genitori non abbiano voluto esporre un bambino alla telecronaca grottesca dei tentativi di salvataggio, resta comunque strano che la vicenda non sia riaffiorata in seguito per entrare nel corpus mitologico dei drammi televisivi. L'unica spiegazione per me è che non sia mai entrata “in casa” e che quindi non sia mai stato un argomento di conversazione o preoccupazione.

Vista l'incredibile copertura mediatica sembra impossibile che il fatto non abbia lasciato delle tracce nella memoria interna di gruppi (famiglie) di telespettatori… Senonché così deve esser stato per gli adulti intorno a me, da sempre sospettosi nei confronti della televisione e lontani dagli schemi di quel voyeurismo morboso che è essenziale per potersi immaginare una famiglia raccolta intorno alla televisione, in trepidante e speranzosa attesa di un finale felice o attanagliati dalla paura del compimento di un tragico destino.

giovedì 5 giugno 2014

L'UKIP un po' oltre i nuovi detrattori

Traduzione di un articolo del 24 maggio (prima delle elezioni europee) di The Spectator, Whatever the European election result, Ukip has already won. Come al solito la traduzione è mia, è libera o è troppo letterale, ignora alcune forme idiomatiche, eventualmente parafrasate, e così via. Pertanto invito alla lettura dell'articolo originale.

Le enfasi e i link sono stati aggiunti da me.

lunedì 2 giugno 2014

Riflessioni sulle elezioni europee 2014 (Cresti-Fusaro)

Tutt'altro approccio, tutt'altro linguaggio rispetto alle tipiche analisi politiche. (Posizione anti-europeista, ma più che anti-europeista direi anti-capitalista, o qualcosa del genere, prima di tutto)
(Non c'è trascrizione, spiacente)

Iper-sensibilità e iper-reattività su twitter

Oltre alla carenza di capacità di comprensione del testo, a volte ci si trova a fronteggiare anche una illogica ipersensibilità e iperreattività irrazionale, figlie, probabilmente, della strategia della tensione, o forse di qualche altra cosa…

Avete presente quella scena di Fight Club in cui Jack (Tyler Durden) si prende a cazzotti da solo in modo da potersi esibire come vittima di violenza?

Bene. Qui mi sembra che siamo in una situazione simile, solo che Jack era perfettamente consapevole del suo inganno. Mentre in questo caso che vado ad illustrarvi, il soggetto ha “semplicemente” frainteso, forse proprio perché affetto da ipersensibilità vittimista.

Il “divertente” esempio è tratto da qualche scambio di cinguettii (risorsa infinita di pusillanimità compressa in 140 caratteri).

Carglass ripara, Carglass sostituisce

Quando vedo pubblicità come quella di Carglass un po' mi preoccupo. Non ho mai realizzato che ci fosse tanto spazio per un simile business al punto da poter fare una pubblicità. E continuo a dubitare che ci sia.

La cosa che mi preoccupa è che questo è il tipo di business che può essere espanso artificialmente. Per esempio:

  • Diminuzione della cura del manto stradale: aumenta la probabilità di brecciolino e sassi che possono schizzare e rovinare il vetro1;
  • minore qualità dei vetri: se il vetro “di serie” è di minore qualità, magari si incrina in seguito a uno stress che sarebbe stato sopportato benissimo da vetri migliori2;
  • vandalismo: il settore è in crisi? Qualche monello sparpagliato potrebbe aiutarlo a risollevarsi…

Contribuisce anche l'aumento della frequenza di utilizzo; il che può voler dire che un business del genere spera in una (ri)strutturazione della società e della viabilità tale da incentivare l'uso dell'automobile.3


  1. Come dire, ormai le strade possono essere insidiose; i pedoni sono avvisati (e comunque il pedone deve estinguersi), mentre per le auto ci sono due soluzioni: o spendi per un mezzo corazzato che dà comfort anche su strade dissestate, oppure ti assumi anche il rischio che un sasso possa schizzare e incrinarti un vetro… tanto poi c'è Carglass.

  2. Il settore automobilistico dovrebbe scomparire (cioè trasformarsi radicalmente), ma nel frattempo si segmenta dando anche ai meno facoltosi la possibilità di acquistare utilitarie, perché economiche — mentre nell'estremo opposto si punta al macchinone di lusso, allo status symbol della potenza, della tecnologia ecc.

  3. Ma è anche vero che un business speculare, nel caso di boom di uso della bicicletta per esempio, potrebbe essere la vendita di caschetti e visiere e servizi associati…