domenica 9 marzo 2014

Quer pasticciaccio brutto de Urielsstraße

Quer pasticciaccio brutto de Urielsstraße

Siamo tutti profeti del XXI secolo.

Seguendo l'ARS finisco per sapere delle dimissioni di tale Mattia Corsini e a leggere dal suo blog le sue ragioni. In un addendum del 28 febbraio 2014, Corsini cita un tale “famoso” Uriel:

Trovo incredibilmente significativo che persino un soggettino della fama di Uriel sia arrivato ieri a questa conclusione, seppur per motivi diversi. Ma la coincidenza di argomenti é impressionante[…]

Soggettino della fama di Uriel? Mai sentito. Seguo il link e mi ritrovo l'articolo che leggo rapidamente. A suo modo interessante, ma durante la lettura trovo delle stonature; mi balenano idee alternative. In particolare mi si fissa in testa, a mo' di riassunto, l'espressione “inerzia sociale”. L'idea è semplice: si può costruire una teoria migliore1 tenendo in considerazione un concetto che è sintetizzabile come inerzia sociale2.

Non sapendo nulla del «soggettino Uriel», penso di lasciare un commento, ma scopro che… per farla breve, non si può — io non posso, insieme a tutti quelli che risultano a lui sgraditi3.

Magari considererò il discorso sul personaggio4, che può avere la sua rilevanza per “inquadrare” il tipo di discorsi che fa. Per ora mi concentrerò nel debunking dell'articolo dal titolo Espulsioni, ma non è detto che non faccia qualche accenno estemporaneo a quanto si può trovare sul personaggio in rete (istruttivi i commenti e la vicenda che fa emergere la presenza del branco5).

Espulsioni

Secondo Uriel Fanelli (UF d'ora in poi), la politica italiana6

ancora si basa su concetti obsoleti come "fascismo" o "democrazia", senza mai creare una conoscenza strutturata sul comportamento dei partiti ideologici , oltre d una certa dimensione.

Quello che segue sul post di UF si può leggere come suo tentativo di «creare una conoscenza strutturata sul comportamento dei partiti ideologici» che superano una certa dimensione. La parola “tentativo” è mia, perché UF non fa tentativi: enuncia la Verità, senza sfumature e senza dubbi; fatti, non tesi discutibili.

UF identifica due tipi di partiti: i partiti ideologici o partiti-chiesa7, dove l'idea è più importante del leader, e i partiti-persona, dove la persona è più imporante dell'idea.

Quando questi (cioè i partiti ideologici o partiti-chiesa) superano una certa dimensione, dice UF, «la loro grandezza li trasforma in una specie di macchine di cui nessuno ha un vero controllo», per via della complessità. Il partito è controllato da una «specie di algoritmo», «composto dalla massa delle interazioni tra elementi interni e dalle modalità consentite per l'interazione». Consentite da chi o cosa? Dall'ideologia. Una specie di programma originale — l'ideologia o l'algoritmo è una specie di programma originale? Non è chiaro, ma dopo UF urla

Sia chiaro: non parlo del programma originale inteso come ideologia. Parlo di programma originale inteso come compito MATERIALE immediato, al momento della sua presa di potere, o di consenso.

Un partito ideologico che si trovi in certe condizioni (l'aver superato una certa dimensione) si comporta come una macchina. «A prescindere dalla leadership»… Anche se esistono capi o leader, il partito ideologico «procederà con le sue modalità, a prescindere dalla volontà del capo». Per via delle dimensioni, un simile partito «procede da solo».

Si può persino paragonare ad una architettura di Von Neumann, dice UF, dove le strutture dati sono gli iscritti/militanti, gli input vengono da fuori8, e l'ideologia è una specie di unità centrale di calcolo.

Ok, fermiamoci un attimo. Tutta questa parte già rivela uno schematismo semplicistico che lascia un po' perplessi: sarà pure un bravo logico-matematico, ne saprà di backbones e mondo telco, però mi sembra che crei un po' di confusione.

Comincio dal paragone con l'architettura di von Neumann. L'unico modo per salvare tale paragone è considerare che quello che sta dicendo UF derivi dalla descrizione di una simulazione (in particolare a noi interessano le simulazioni sociali) in cui un programma manipola delle “celle”: il programma viene eseguito dall'unità centrale di calcolo “sulla” memoria, costituita da tante “celle”. Come esempi abbiamo gli automi cellulari di von Neumann e gli automi cellulari in generale.

architettura di von Neumann
architettura di von Neumann

Ed ecco che tramite una analogia fatta superficialmente troviamo le persone come strutture dati e l'ideologia (compito materiale immediato o quel che sia) come programma, che determina gli stati (e loro evoluzione) delle strutture dati. Il problema è che in queste simulazioni il programma che gira è una necessità, è quello che fa sì che la simulazione avvenga, ma esiste solo dentro il mondo della simulazione medesima e non ha analogia diretta con nessuna entità del mondo reale. Il programmatore che crea la simulazione codifica nel programma, secondo un certo modello, le “regole del mondo”. Il programma fa evolvere le celle secondo queste regole, ma sappiamo che nella realtà, dove le celle sono le persone, il comportamento è codificato dentro le celle medesime, ciascuna delle quali in realtà è una “unità di calcolo” (persona) a se stante che interagisce con l'ambiente circostante e agisce, reagisce e si adatta. Nella simulazione si finge che tutte le celle seguano in modo meccanico le stesse regole e il programma sa fare solo questo: passa in rassegna le celle e applica delle regole. Anche per questo è possibile fare un unico programma che fa evolvere l'intero sistema ignorando i dettagli interni delle stesse celle, di cui interessa solo il fatto che possono assumere ben determinati stati.

UF sembra confondere la realtà della simulazione con la realtà immanente. Nella realtà, non è possibile che i soggetti umani (iscritti/militanti) siano «strutture dati» e l'ideologia «una specie di unità centrale di calcolo». È così palese che debba essere semmai il contrario, che è persino difficile spiegare perché9. Le unità di calcolo non possono essere che gli iscritti; poi, volendo, si possono “chiudere“ tutti in un package e dire che insieme costituiscono un'unità di calcolo molto particolare. L'ideologia invece è un dato, strutturato se si preferisce, memorizzato da qualche parte10 e che le singole unità di calcolo (gli iscritti) possono “leggere”11.

Dunque, se l'architettura di von Neumann fosse usata come modello-metafora della realtà sociale, le parti tra unità centrale e strutture dati non potrebbero che essere invertite rispetto a ciò che dice UF: l'ideologia non è soggetto (ma è oggetto), non agisce, non può elaborare «strutture dati»; e gli iscritti/militanti, anche nel loro essere “solo” parte di una massa, non sono «strutture dati» ma soggetti, individui che inter-agiscono. Avremo sempre una struttura Soggetto (anche collettivo, come l'insieme degli iscritti/militanti) - Oggetto12.

Ma UF, come detto, confonde il modello con la realtà che il modello vorrebbe descrivere e spiegare — anzi, UF spiega la realtà come se fosse la simulazione del modello che descrive. Il risultato è che UF possa affermare che il partito si comporti come una macchina cieca; ma non sono le dimensioni del partito a renderlo possibile: ad implicarlo è il modello stesso usato da UF per spiegare quel brandello di realtà.

Un modello si fa per spiegare la realtà e predire cosa avverrà. Tanto più accurato è il modello, tanto più alta sarà la probabilità di previsioni corrette. Il modello di UF è semplicistico in modo eccessivo e sembra costruito ad hoc per soddisfare le sue convinzioni: sembra un modello a posteriori.

Se parafrasiamo la citazione già riportata e che nel testo originale è scritta ben in grande, possiamo dire che nel momento in cui un partito-chiesa prende il potere od ottiene largo consenso, si fissa il programma originale13, cioè il compito materiale immediato, come se si flashasse una ROM. Dunque, i giochi son fatti. Punto.

Ora UF tira fuori due assiomi fondamentali14:

  • Un partito-chiesa siffatto non è una macchina facilmente riprogrammabile
  • Il partito-chiesa esegue sempre il «programma originale»15

A questo punto si entra in una fantasia, piuttosto confusa e disorganizzata, in cui UF usa la sua conoscenza storica (lui sa più di storia di qualunque storico) e la sua interpretazione della storia per provare16 che il suo modello funziona.

I compiti materiali del PCUS e/o dell'“ideologia comunista” erano:

  • sterminare chi si frappone tra lui (PCUS) e la realizzazione degli ideali (PCUS)
  • inizialmente17, sterminare gli avversari ed epurare la società da eventuali fuggitivi (ideologia comunista)
  • dittatura di una sola componente della società, a scapito delle altre (PCUS)

Se i compiti materiali sono codificati in questo modo, non riesce a spiegare perché invece hanno continuato a sterminare18; si risolve nel modo più ovvio: generalizzando. Ovvero, tutti si trasformano in un unico secco comando, sterminare, senza vincoli. In questo modo può affermare (di nuovo) che «il partito eseguira' COMUNQUE il proprio programma», non importa «SU CHI»… Quindi il programma deve essere una sorta di istruzione transitiva senza vincoli sulle condizioni al contorno. Perciò, non è «sterminare chi si frappone tra lui e la realizzazione degli ideali» o «sterminare gli avversari», ma «sterminare» e basta. Non è «instaurare una dittatura di una sola componente specifica della società», ma «instaurare una dittatura diversa da quella corrente» (in modo che una volta saliti al potere, sia prevedibile un susseguirsi di colpi di stato nati come congiure interne…)

Un altro esempio che fa è quello del «movimento ideologico, quello che stava dietro alla rivoluzione Francese». Quel “partito” (quale??) predicava uguaglianza, fraternità e libertà, ma era «concepito allo scopo di fare una rivoluzione e cancellare ben due classi sociali», cioè «nobili e chiesa». Una volta riusciti nel compito (cioè, secondo UF, hanno cancellato la classe sociale dei nobili e del clero e questo era il loro obiettivo) continuarono a sterminare.

il partito, nato per fare una strage di nobili ed ecclesiastici, era nato con un compito MATERIALE , con un incarico originale ed immediato di effettuare una strage per prendere il potere19. E che cosa fece? Continuo' a fare una strage.

Ok Uriel Fanelli: torna a studiare la storia, perché questo riassunto della Rivoluzione Francese in cui identifichi l'esistenza di un “partito” che predicava liberté, égualité, fraternité e che ha iniziato la Rivoluzione e l'ha portata avanti continuando a fare stragi (forse intendi il Terrore?) nonostante gli obiettivi fossero stati raggiunti, ci suggerisce solo una certa tua ignoranza: la storia è un po' più complessa e articolata20.

Nel frattempo, che il “modello” spieghi le espulsioni del partito ideologico nostrano contemporaneo (M5S) resta del tutto dubbio, che tradotto significa: il modello è più che insufficiente e ha delle anomalie che sembrano introdotte apposta per prevenire ovvie obiezioni: perché mai il “compito materiale” non è condizionabile? Cioè, dipendente dalle condizioni, mutevoli. Per esempio: raggiungere il potere uccidendo → una volta raggiunto il potere, si smette di uccidere. Non c'è alcun motivo per giustificare il fatto che questo «compito materiale», questo «programma originale», debba per forza essere privo di vincoli21.

Torniamo un attimo indietro, alla riprogrammabilità. Secondo UF, ciò è possibile solo quando si cala in consensi o si perde potere. Allora il partito può tornare sotto il controllo della classe dirigente che può a questo punto riformarlo. Ma quando riconquista il potere e/o il consenso, la porta per la riprogrammazione è chiusa di nuovo.

Oltre il modello irrealistico di UF

Il modello proposto da UF può avere la sua piccola dose di fascino, ma non tanto nei dettagli né nella sua monogranitica e rigida (e irreale) visione dei gruppi, della società e delle relazioni e dinamiche sociali, quanto nell'idea che un partito22 tenda a continuare ad esibire certi comportamenti generali più a lungo di quanto ci si aspetti. Si può parafrasare così: il partito è lento a rispondere ai cambiamenti dell'ambiente e delle condizioni e circostanze immanenti; ed è tanto più lento quanto più è “grande”. Ho riassunto questa idea con l'espressione inerzia sociale.

Ma bisogna mettere in chiaro delle cose, che nell'esposizione precedente mi sono preso la briga di ignorare. Espressioni come «il partito è lento a rispondere ai cambiamenti» sono imprecise. Cosa vuol dire esattamente? L'imprecisione è figlia del fatto che un partito ha (almeno) due facce. Una è quella burocratica, in cui il partito realmente è solo e soltanto l'insieme degli eletti e di un eventuale gruppo dirigente, eletto o non eletto che sia. L'altra faccia è quella collettiva, che allarga il gruppo sociale del partito a tutti gli elettori, simpatizzanti, attivisti.

Le cose accadono e si concretizzano perché ci sono degli esecutori materiali o dichiarazioni che ufficialmente vengono considerate il pronunciamento di tutto il gruppo. Non tutti gli iscritti/attivisti hanno la possibilità effettiva di eseguire certi «compiti materiali». Alcuni «compiti materiali» possono essere in realtà appannaggio di pochi. Se le decisioni in un gruppo vengono prese tramite procedure standardizzate, bisognerebbe introdurre nel modello anche questo, per “vedere” quale decisione il gruppo prenderà! Se le decisioni realmente vengono stabilite da un nucleo direttivo che agisce indipendentemente dal gruppo, allora gli orientamente del gruppo e quello che viene deciso (e poi accade) possono non combaciare.

Insomma, chi decide chi espellere, quali meccanismi devono scattare affinché un eletto venga “candidato” all'espulsione e poi venga di fatto espulso?23 I meccanismi con cui ciò avviene sono complessi e non facilmente schematizzabili e non sono nemmeno sempre gli stessi — ritenere che ogni espulsione sia figlia esattamente della stessa causa è un errore.

Volendo invece semplificare (che è un po' una necessità), possiamo tornare a vedere tutto un partito come un insieme di organismi cooperanti che si scambiano informazioni generate da diverse fonti: la fonte primaria originale è “centrale”, ma poi ci possono essere cluster di elementi che funzionano da fonte, producendo informazione propria o trasformando quella che prelevano da altri. La maggior parte degli elementi non sono altro che ripetitori, sebbene ognuno può distorcere un po' l'informazione man mano che la passa.

Con questo modello in cui l'informazione viaggia da una parte all'altra in un tempo finito e proporzionale alla distanza da compiere, si trova perché una grande massa ha una grande inerzia: gli elementi più distanti dalle fonti24 (e in particolare dalla fonte centrale) ricevono l'informazione in ritardo, per cui prima di riceverla e “reagire” di conseguenza, continuano a comportarsi solo secondo le precedenti informazioni. Prima che tutto il sistema acquisisca l'informazione e quindi i singoli si comportino di conseguenza, passa più tempo di quanto un osservatore privilegiato, che ha acquisito l'informazione in tempi brevi e che non è necessariamente elemento attivo del sistema in esame, si aspetti.25

In un modello simile, incentrato sull'informazione e sulla modellazione del suo propagarsi, si possono introdurre anche altri fenomeni. Per esempio, la periferia riceve in pratica sempre in ritardo le informazioni, e se si forma un cluster abbastanza grande che per qualche motivo diventa impermeabile alla nuova informazione, avviene una scissione: il cluster si stacca e non fa più parte del vecchio sistema. L'impermealizzazione può accadere perché l'isolamento in cui vive il cluster periferico lo porta a credere che una certa informazione, proveniente da un insieme di ripetitori ritenuti non troppo affidabili secondo una informazione locale del cluster stesso, è falsa. Siamo in un regime in cui naturalmente non c'è una fonte centrale ufficiale dell'informazione specifica, o per qualche motivo questa non è ritenuta valida in un caso specifico.

Questo è il caso delle espulsioni: le informazioni che le motivano sono generate in gruppi locali che non sono considerati fonte attendibile da tutti26, per cui alcuni prendono l'informazione, altri no. Si creano “due colori”, le informazioni contrastanti vengono prese dagli elementi centrali (che posseggono il monopolio della fonte centrale), elaborati, un giudizio viene emesso e proposto come informazione, che comincia a ridiffondersi in tutti gli elementi in attesa di ricevere il responso. Ma parte di questi hanno acquisito una impermeabilità al contenuto dell'informazione, perché questa assomiglia (o è uguale) a quella che conoscono già e che è stata diffusa da elementi di cui non si fidano come fonte. In sostanza, sono scettici e reputano l'informazione inaffidabile perché proveniente in realtà non dal cntro, ma dall'altra fonte inaffidabile27.

Complessivamente, i cluster “impermeabili” sono piccoli e il “colore” finale su una certa vicenda è dunque fortemente influenzato dall'informazione ripropagata dal centro. (A questo punto, i “colori” indicano l'orientamento del gruppo su una certa vicenda; si possono prendere e farli “girare” in una simulazione di qualche sistema di voto, così da avere la decisione del gruppo28)

Questo modello, qui descritto verbalmente e sicuramente in modo non completo e imperfetto, è molto più interessante e permette di prendere in considerazione molti elementi che invece il modello “automa cellulare” di UF non può introdurre. Il modello potrebbe funzionare e predire gli esiti correttamente, ma potrebbe anche fallire, perché non abbiamo preso in considerazione quella telefonata fatta da X a Y in cui si è detto Z e che hanno fatto sì che…

Creare modelli di certe dinamiche per fare previsioni è molto complicato; un modello, per forza di cosa, è una semplificazione “ridicola” della realtà e si rivela efficace solo in poche situazioni e condizioni particolari, da laboratorio, per così dire. Non significa che siano inutili, al contrario: stimolano la riflessione, e servono realmente per prevedere e valutare situazioni29. Ma alla prova dei fatti, c'è sempre qualcosa che al modello può sfuggire: il modello serve bene il suo scopo “in media” e naturalmente fallisce in situazioni anomale (che richiedono altri modelli… e così via). Nel costruire il modello bisogna capire quali sono gli elementi determinanti, e quali possono essere tolti.

Il modello di UF è un automa cellulare che ignora quasi totalmente le dinamiche sociali; per farlo sembrare verosimile, si impegna in interpretazioni storiche sui generis e introduce degli assiomi30 che non scaturiscono da nessuna riflessione sulla società, o sul modello stesso. Risultato: se il modello predice i fatti, è solo perché è stato creato a posteriore per raggiungere questo obiettivo. Non è un buon modello e non spiega nulla, anche se UF si impegna a far sembrare che spiega tutto31.

Il mio modello è molto più realistico, ha qualche “aggancio” con dei modelli fatti da persone che lavorano nel campo, spiega perché un gruppo (eterogeneo) può perseverare nel suo “moto” più a lungo di quanto ci si aspetti, spiega la possibilità di secessioni, defezioni, creazione di gruppi alternativi, e soprattutto non nega l'evoluzione e la reattività del gruppo alle mutate condizioni “ambientali”32, che è una caratteristica “storica” dell'umanità.

Ancora sulla teoria di UF?

Il post di UF prosegue, ma non aggiunge niente di nuovo né di interessante, anzi: fondamentalmente si ripete a oltranza, con cose che mettono ancora più in dubbio le sue capacità33. Per cui, ai fini di questo post, è inutile considerare il resto.

Segue la sezione sul personaggio e la storiella che mi ha portata al suo blog, che in effetti non è parte del post ma spiega quanto stavo spiegando all'inizio, interrompendo perché poco interessante rispetto all'argomento che volevo trattare.

Ma scopro che…

…ma scopro che la sezione commenti è gestita tramite un gruppo di Google. Clicco per iscrivermi, senza riflettere e senza analizzare meglio la questione — che sembra banale… ma si rivelerà non esserlo. Dopo un po' (forse il giorno dopo, non ricordo) arriva il rifiuto. Poiché pensavo fosse una sorta di pro forma per evitare spam gratuito, una specie di captcha sui generis, rimango un attimo interdetto. Torno sul blog e analizzo meglio la questione. Ah, certo: è esplicitamente detto di scrivere due righe nella richiesta di iscrizione al gruppo e io non l'avevo fatto. Quindi ripeto la procedura aggiungendo delle righe per qualificarmi. Nel frattempo comunque si sono un po' sfumati i pensieri accumulati durante la lettura e in sostanza la “presentazione” verte su questo, dopo la classica battuta sul calco di «Mi dici che ore sono?» «Che ore sono».

Niente. Non era la mancanza del messaggio di presentazione. Perdo un po' più di tempo intorno al blog. E al personaggio. Più mi addentro e più lo trovo inquietante, per vari motivi. Il bottone blu di richiesta di iscrizione al gruppo e lì e lo ripremo: è fatto a posta per questo no? A questo punto so che sarà un altro rifiuto34. Sono in bilico tra il perseverare, per creare quel genere di fastidio del petulante che immagino faccia effetto al personaggio, e l'ignorare. Scelgo una via intermedia: per incrementare la sua visibilità Uriel Fanelli (il “nome” di questo blogger) linka i suoi articoli anche su Google+ (oltre che su tumblr35), dove si può commentare36. E lo faccio, lasciando pure intedere la storia del bottone blu… Così mi sono tolto lo sfizio di interagire su quel post e scrivere quello che avevo da dire, più o meno.


  1. In questo ambito, una teoria è migliore se descrive meglio la realtà. Un po' tautologico, ma nel corso del post spero che diventi più chiaro.

  2. Non sapendo che fosse già usato in letteratura, “inerzia sociale” io l'ho inteso in senso non tecnico per riferirsi alla mia idea in particolare. Cercando, si scopre che l'espressione è stata già usata (come era altamente probabile). Si trova qualche accenno in Psicologia sociale. Io l'ho usato per intendere, grossomodo, l'applicazione alla società del principio fisico detto d'inerzia.

  3. UF scrive (non a me, ma in generale): «mi stai dando la soddisfazione di tapparti la bocca, per la semplice ragione che mi va di toglierti la liberta’ di parola». In realtà sembra più una patetica necessità di controllo assoluto, che può esercitare solo in questo cibermondo e cibermodo. Nella realtà fisica probabilmente non ha modo di alimentare la sua smania di controllo e potere sugli altri, quindi soddisfa questa sua necessità online.

  4. Sedicente matematico-logico, ma c'è chi dice che non si è mai laureato (se lo è, lo è in matematica, a Bologna), forse 42enne nel 2013; competenze informatiche («architetto di sistema per il mondo telco»), ma poco sulla programmazione. Emigrato in Germania (Erkrath) nel 2007 circa, Germania che stima tanto quanto sembra disprezzare l'Italia (parla degli italiani usando la seconda persona plurale, come se non si riconoscesse più italiano). Egocentrismo, sicumera smodata, mitopoiesi in salsa biblico-salomonica, pensieri tagliati con l'accetta, spigolosi. Schizofrenici. Sessocentrismo (mi ricorda un po' Quit the Doner); frequentatore della rete fin dal 1995 (Usenet, ICQ, etc.); il suo attuale blog prosegue la tradizione dei primi suoi blog, “wolfstep” — il passo del Lupo — su splinder, quando c'era. «Armi contro il mainstream»: essere contro il mainstream è la sua mission che cerca di completare con tecniche un po' alla Fallaci. Naturalmente ha usato (e userà ancora) altri pseudonimi. Scrittore di un paio di libri, raccolte di fantascienza, un paio sui robot. In calce ad una intervista web gli intervistatori prendono le distanze da alcune terminologie a sfondo razzista («ndr: Democrazia in Movimento si dissocia nettamente da alcune terminologie a sfondo razzista contenuti negli ultimi post pubblicati da Uriel Fanelli sul suo blog»), ma ufficialmente lui non si dichiara razzista, anche se questa accusa gli piove addosso anche da altre fonti… Potrei continuare così per molto e probabilmente mi divertirò a speculare su tale personaggio in qualche altro post.

  5. Persone come negrodeath (così si firma come utente di wordpress sul blog di “galatea”) con il quale condivide una passione smodata per tette di altrettanto smodata dimensione e l'uso disinvolto di negro, come in «Per il resto, quella sgommata di filme su cui tutti rompono la coglia è stato giudicato before it was cool proprio qui, e chi dice il contrario è un negro»

  6. Non quella francese, spagnola, greca, austriaca, tedesca… Quella italiana, che lui osserva attentamente dalla Germania.

  7. «Così venivano definiti DC e PCI». Quindi UF sta riesumando vecchie categorie politiche, in cui incastra anche i partiti/movimenti correnti, come il M5S. Sempre da Wikipedia: “Soprattutto nei primi decenni della Prima Repubblica, il consenso ai partiti esprimeva un "voto di appartenenza", basato cioè su una fedeltà ideologica anziché su una convenienza pragmatica, che riguardava in particolare i due «partiti-chiesa»

  8. Sistemi complessi (come per esempio il cervello, che è però un caso estremo) sono in grado di autogenerare gli input per altre sottounità. Non è affatto necessario, né desiderabile in un modello che cerchi di imitare la complessità della realtà sociale, che gli input vengano tutti e solo “da fuori”. Né ha senso definire un sistema che tenti di descrivere le dinamiche sociali solo alla stregua di un sistema fisico o informatico. Con “non ha senso” intendo che il modello così costruito è inutile, perché esclude a priori meccanismi sociali che invece un modello dovrebbe permettere.

  9. In uno dei post di UF — uno dei suoi più famosi e citati, pare — ovvero La Teoria della Montagna di Merda, dice: «Non ho voglia di spiegare che la cosa piu' difficile da dimostrare al mondo sono proprio le verita' piu' semplici».

  10. Per rendere possibile ciò, è necessario codificare l'ideologia tramite dei simboli precisi che attivino significati particolari nelle unità di elaborazione, quando queste li “percepiscono”. Con questo modello si recupera pure la possibilità di inserire concetti di sociologia delle comunicazioni di massa, dai quali non si può prescindere nel fare una analisi della moderna politica e dei moderni partiti. Tutto questo “codificare”, nel momento in cui si volesse creare una simulazione del modello, risultarebbe in un unico programma, eseguito da una unità centrale di calcolo, che va a “manipolare” dei dati secondo certe regole.

  11. Le cose si complicano perché in realtà ciascuna unità di calcolo (persona) ha una sua memoria propria e non si limita a “leggere” da una fonte sola (una memoria centrale), ma interpreta e trasferisce informazione da e verso molteplici punti (altre unità)…

  12. Il “soggetto”, nelle simulazioni sociali basate su agenti, sarebbe appunto l'agente, che può però essere contemporaneamente “oggetto”, come altri elementi della simulazione che non rappresentino le “persone”.

  13. Secondo quanto diceva prima, abbiamo due significati diversi per l'espressione «programma originale». 1) L'ideologia, che definisce quali modalità di interazione tra elementi interni sono consentite, è «una specie di programma originale». 2) Il compito materiale immediato, noto al momento della presa di potere o largo consenso, è il «programma originale». In tutti e due i casi, si ha coincidenza con il programma che un programmatore scriverebbe per creare una simulazione che porta al risultato che UF si aspetta.

  14. Cose da capire, che lui ha capito, ma voi evidentemente no, e lui vi illumina. Rendete grazie.

  15. Se fosse impossibile la riprogrammazione, l'esecuzione dello stesso programma originale sarebbe ovvia conseguenza di ciò. Invece, la riprogrammazione non è facile, però è possibile. Se ci si riuscisse, come potrebbe essere che poi il partito-chiesa continua ad eseguire il programma originale?

  16. Da matematico dovrebbe sapere che esempi non sono sufficienti per una dimostrazione. In compenso, non è facile smentirlo: bisognerebbe spulciarsi un po' di storia e potrebbe sempre inventarsi qualche motivazione particolare per le eccezioni che si trovassero…

  17. Inizialmente. Dunque, l'“ideologia comunista” è stata riprogrammata — cioè, il PCUS è stato riprogrammato…?

  18. Ma è questo ciò che dice la storia? Il PCUS ha continuato a sterminare indiscriminatamente (fino al 1991?) perché il programma era “uccidi uccidi”? Non mi sembra che le cose stiano proprio così… Dire che questa è una ipersemplificazione mi sembra fin troppo generoso nei riguardi di UF.

  19. Nato per fare una strage di nobili ed ecclesiastici, nato per effettuare una strage per prendere il potere… Obiettivo specifico → obiettivo generico, anche se ha lasciato la condizione sulla presa del potere…

  20. Come anche la realtà presente. Affermare che un partito, per via delle sue dimensioni (larghi consensi) diventi una macchina cieca che si dà un «compito materiale» applicabile a se stessa o a parti di se stessa, dunque invero senza vincoli di applicabilità, senza condizioni di termine, senza reazioni a interferenze e adattamenti per interazioni con tutto il resto del mondo che gira, si contrappone, si frappone etc. etc. è illogico e insano.

  21. Senza vincoli: “fa' una strage!” Con vincoli: “uccidi tutti i nobili, risparmia però donne e bambini, fino a raggiungere il potere e quando lo raggiungi, smetti di uccidere”.

  22. Come caso particolare di gruppo sociale.

  23. L'espulsione di per sé è la punta di un iceberg. Le speculazioni giornalistiche che diffondono informazioni distorte, o interpretazioni basate su conoscenze parziali, o false, di una certa vicenda, rendono difficile capire, per chi vorrebbe analizzare quasi accademicamente queste cose.

  24. La distanza non è (solo) distanza fisica, visto che informazioni possono considerarsi istantanee per chi, per esempio, legge il blog di Grillo ogni due ore. Dunque la distanza modella un preciso rapporto tra la fonte in esame e il singolo elemento.

  25. Un osservatore privilegiato potrebbe essere un giornalista che per mestiere è perennemente in ascolto, per così dire. Potrebbe essere un consulente che ha informazioni di prima mano, un attivista del gruppo che ha visioni più o meno diretta, magari su base geografica, di qualche evento, di qualche pettegolezzo, di qualche presa di decisione.

  26. Non c'è alcun modo di determinare se una fonte è attendibile oppure no: più la fonte è “lontana” (per esempio in termini di amicizia e dunque fiducia) meno può essere considerata affidabile. Restano affidabili le fonti ufficiali, che qui corrispondono a quelle centrali.

  27. I link proposti a paper in inglese servono solo a far intuire quante cose ci sono da considerare per costruire un modello che sia veramente interessante e che non sia un fumetto meccanicistico, privo di tutte le componenti sociali e delle dinamiche di gruppo che invece continuano a essere fondamentali per capire il comportamento del gruppo stesso, anche nel suo complesso (cioè come massa amorfa).

  28. Si tratta di prendere le preferenze individuali e ricavarne la “preferenza del gruppo”. Ci sono diversi modi per farlo. Gli interessati possono informasi sui seguenti argomenti: teoria delle scelte sociali (social choice theory), sistemi di voto (voting systems).

  29. Un mio interesse recente sono le simulazioni di traffico, sia delle auto su strada che di folle di persone che si muovono in un ambiente con certi ostacoli. I modelli riproducono effettivamente alcune situazioni empiricamente osservate e quindi spiegano alcune situazioni; perciò possono essere usati ragionevolmente per decidere come progettare un certo svincolo, o le sale di una mostra, o gli ingressi e le uscite di un parco cittadino.

  30. Riprogrammabilità possibile solo senza potere o con consenso sotto una certa soglia; esecuzioni cieca del programma; programma senza precondizioni, postcondizioni e condizione di fine.

  31. E già questa pretesa dimostra con quanta superficialità il modello sia stato pensato.

  32. Vista l'inerzia, il mutamento potrebbe arrivare anche troppo tardi, e quindi potrebbe verificarsi un collasso del gruppo, che corrisponde alla sua disgregazione e frammentazione estrema fino, al limite, ai singoli individui.

  33. Le sue, oltre che quelle di chi lo segue: se è vero lo screenshot e non è UF stesso che si è scritto da solo (notate l'uso dell'apice come accento — non significativo, perché potrebbe essere un altro italiano che non ha la tastiera italiana, però meglio tenerlo presente), vuol dire che ci sono persone che pensano che UF possa addirittura essere un buon premier, o dare 10 punti per risollevare l'Italia! Ma per favore!

  34. La richiesta è fatta con il mio vero profilo dal quale si risale a questo blog, all'altro blog, etc.

  35. E sicuramente altrove. Sospetto che vada, sotto mentite spoglie, anche nei forum, ogni tanto, ad accendere conversazioni sui suoi post. Utilizza anche il traino del “porno soft”, argomento che di sicuro attira numerosi curiosi. Poi naturalmente c'è chi lo segue, la sua base di fan, il suo branco, chi lo copia e chi lo cita, e via dicendo.

  36. Non più! Dopo aver scritto il commento, l'Uriel ha chiuso la possibilità di commentare. Almeno per me, o per chi non è nella sua cerchia — o nel suo cerchio.

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