domenica 7 dicembre 2014

Alexa e Uriel Fanelli

Uriel è tornato… anche perché in realtà non è mai andato via… e ci fa divertire un po' con i suoi giochi di prestigio e i suoi fuochi d'artificio…

lunedì 17 novembre 2014

Dissesti

Cosa non è “dissestato” in Italia? Lo sono la cultura (media) e la capacità critica, forse più che altrove, lo sono il giornalismo e l'informazione, lo sono la politica e l'economia, lo sono la memoria e il buonsenso, lo è la pachidermica giustizia e non poteva mancare all'appello, ovviamente, il “territorio”.

sabato 27 settembre 2014

Non è numerabile

L'insieme dei numeri reali non è numerabile. Si può vedere con il metodo della diagonale di Cantor, “facile” e intuitivo. (E applicabile anche in altre circostanze…)

martedì 16 settembre 2014

Sull'Ebola

Molti anni or sono lessi Area di contagio, di R. Preston. Ciò che mi incuriosì di più del libro furono le considerazioni finali dell'autore. Sforzando la memoria e quindi forse tradendole un po', riesco a riassumerle così: la natura è inarrestabile e si può “ritorcere” contro l'uomo.

mercoledì 3 settembre 2014

Ornitoteca/ Ti dico io come ti devi tradurre!

Un'altra perla che ci dimostra la taratura (e la tara) mentale di certi individui che s'inchinano a vicenda, accomunati dal medesimo gusto orrido e infantile per l'irrilevante e il dileggio — fine a sé stesso — dell'altro.

Sono tal Mazzetta e tal psicologa (esatto) Junghiana Collevecchio, impegnati a mostrarci tutti i carati delle loro maestose e dignitose capacità.

Evidentemente Riotta è un loro gradito bersaglio (tutti i bulli hanno le loro fissazioni), come suggerisce una precedente ornitoteca, “I massacri inutili”.

Qual è questa volta l'ignobile colpa di Riotta? Il fatto di aver scritto due tweet che, a detta del duo dileggiante, dovevano essere uno traduzione dell'altro.

Da nessuna parte Riotta asserisce che lo siano: esprimono entrambi, in modo un po' diverso, lo stesso concetto. Scelta di parole diverse, forse perché ogni lingua ha la sua estetica, la sua giusta (soggettivamente) scelta di costrutti e parole, il suo potere espressivo, e comunica un'idea meglio in un modo piuttosto che in un altro — o forse perché, più banalmente, il dottore non prescrive traduzioni letterali pena il dileggio di due emeriti che ben rappresentano, nelle mie collezioni folkloristiche, ciò a cui un essere umano razionale non dovrebbe assomigliare (intellettivamente).

In inglese Riotta ha scritto:

Killing journalists Isis spews hatred and intollerance but unwittingly proves journalism is indeed alive

“Ma” in italiano invece ha osato scrivere qualcosa di diverso (secondo me fondamentalmente nella distanza semantica tra unwittingly e a sorpresa1), qualcosa che non è la fedele traduzione del tweet precedente2:

Uccidendo giornalisti l'odio intollerante dei terroristi Isis prova a sorpresa perché il giornalismo è vivo

Allo gogna il reo!


  1. Uccidendo dei giornalisti, l'Isis vomita odio e intolleranza, ma involontariamente prova in realtà che il giornalismo è vivo”. A sorpresa (è una epifania) realizzo che questi terroristi, con il loro odio intollerante, provano, certamente senza averne l'intenzione, il motivo per il quale il giornalismo è vivo. Considerando un pensiero quasi la rielaborazione (conseguente) dell'altro, piuttosto che la sua traduzione “uno a uno”, si evita la rigida corrispondenza biunivoca tra unwittingly e a sorpresa (non necessaria e non richiesta — a differenza di quanto pretendono persone che hanno due o tre schemi di pensiero in tutto), eliminando così la percepita “distanza semantica”.

  2. Spero che la Collevecchio e questo Mazzetta non si sorprendano troppo scoprendo quante volte i traduttori tradiscono il testo. A volte lo fanno veramente in modo “significativo” (e non involontariamente) tanto da esporsi a facili critiche — o tanto da doversi spendere in spiegazioni. Le traduzioni letterali, fredde e quasi meccaniche, non giovano però alla letteratura; perciò spero che i due paladini non si cimentino professionalmente in questa difficile attività, visto che la rigida forma mentis che mostrano in questo “attacco” suggerisce la mancanza di doti senza le quali un traduttore sarebbe indistinguibile da qualunque altro.

domenica 31 agosto 2014

Ornitoteca/ La scappatoia dell'ingegnere

Visto che l'ingegnere si è impegnato a intorpidire le acque, riprendo un attimo la questione del suo errore logico, che avevo già illustrato nell'ornitoteca “Imparo dall'ingegnere”. Cercherò di concentrarmi sull'essenziale per ottenere brevità e forse addirittura chiarezza.

venerdì 29 agosto 2014

Ornitoteca/ L'Europa di Altiero Spinelli e dell'ingegnere

Come già accennato nel post Abbaia a comando, che parla en passant di una citazione fuori contesto ingannevole e di tale Tullo Ostilio, chiamato dall'ingegnere per abbaiare e sbranare («divertiti»), la “diatriba” con il Ligori ha generato un'interessante quantità di materiale per l'ornitoteca.

In questo materiale c'è anche qualcosa che riguarda l'Europa (l'Unione Europea), Altiero Spinelli, l'ingegnere e un terzo tizio che premurosamente mi spiega che dove vedete reazionario potete tranquillamente leggere “di destra”.

Ornitoteca/ Abbaia a comando

In seguito al post precedente l'ingegnere, un po' piccato (diciamo così), ha dato il via ad una serie di tweet che hanno prodotto materiale per alcune altre ornitoteche. L'impegno maggiore è stato profuso a screditarmi; di argomenti ce ne son stati ben pochi (è un eufemismo) “corretti”.

giovedì 28 agosto 2014

Ornitoteca/ Imparo dall'ingegnere

Questa e altre “ornitoteche” sono ora su un blog dedicato: Ornitoteca. Potete leggere lì Imparo dall'ingegnere.

Della stessa serie del dott. ing. Ligori:

Oggi ho imparato da tale Dario Ligori che «tutti i neofascisti sono no €» e che dunque se sei «no €» sei neofascista, o comuque di destra. È in pratica come dire che tutti gli eroinomani si sono fatti le canne, quindi se ti fai le canne sei eroinomane.

venerdì 22 agosto 2014

Destra, sinistra

Nel XXI secolo c'è ancora chi sobbalza sentendo espressioni come né destra, né sinistra oppure al di là della destra e della sinistra.

Ornitoteca/ Una giornata di caccia

Un po' di robe prese con la rete a strascico nel mare Cinguettio, per ammazzare il tempo.

mercoledì 20 agosto 2014

La regina dei castelli di carta (Larsson): Salander e il "teorema" di Fermat

Ho appena finito di scrivere qualcosa su “La ragazza che giocava con il fuoco”; vado a posare il libro sulla mensola da cui l'avevo preso e mi accorgo che accanto c'è anche il seguito: “La regina dei castelli di carta”. Ottocentocinquantasette pagine. Con rispetto, non ho intenzione di leggerlo; non ora, almeno; quando e se lo farò, sarò particolarmente attento ai passaggi tecnologici, così da poter fare un altro post…

Intanto… (Spoiler alert! NON leggete se non volete che vi rovini la lettura del secondo libro!)

La ragazza che giocava con il fuoco (libro di Larsson)

Ho cominciato a leggere “La ragazza che giocava con il fuoco” di Stieg Larsson il 16 (agosto) a sera; il 18 a sera l'ho finito. Naturalmente, non ho speso tutto il 17 e tutto il 18 a leggere. Quindi, in definitiva, ho consumato molto in fretta il libro (754 pagine, corpo 12, credo, edizione Marsilio).

Niente di stupefacente: è letteratura fatta per essere divorata. Non ci sono periodi complessi, incidentali arzigogolate, raffinatezze letterarie: la prosa è asciutta, essenziale (adattissima ad una trasposizione cinematografica). Il genere letterario lo permette e di sicuro lo scopo non è quello di catturare il lettore con l'estetica delle parole (lette comunque tradotte) e di indurlo ad assaporarle lentamente.

È quel tipo di letteratura di consumo gradevole ma che non lascia niente: non è un libro che scatena la bramosia di possederne una copia sempre a portata di mano in libreria, magari per rileggere un paio di passi particolarmente incantevoli. Si legge e poi… basta.

Ciò detto, mi è piaciuto? Avvince e si fa leggere con facilità (non è una lettura impegnativa) e questa è, probabilmente, la chiave del successo per libri simili; sotto questa luce va giudicato un buon libro, che apprezzerà molto chi ama il genere.

Qualche critica al margine però la devo fare. (Spoiler alert!)

venerdì 15 agosto 2014

Ricardo (Richard) Ramirez: due esempi di ibristofilia

Ricardo Ramírez era un “pazzo”, assassino e stupratore, condannato per 13 omicidi, 5 tentativi di omicidio, 11 aggressioni sessuali e 14 furti con scasso. Un bravo ragazzo, insomma.
A leggere la storia della sua infanzia e adolescenza si può anche provare compassione e pensare che, in fondo, non è colpa sua se è diventato quel che è diventato. Ma resta comunque un “pazzo” che uccise 13 persone, provò a farne fuori altre 5, stuprò e sodomizzò… e rubò (ma questo è il minimo, naturalmente).

Nonostante ciò, a quanto dice la Wikipedia inglese,
aveva fan che gli scrivevano lettere e lo andavano a visitare. A partire dal 1985 […] Doreen Lioy gli scrisse circa 75 lettere […] Nel 1988, lui le propose di sposarlo, e il 3 ottobre del 1996 si sposarono […] Lioy affermava che si sarebbe suicidata quando Ramirez fosse stato giustiziato. Comunque, Lioy e Ramirez si separarono e al tempo della morte di Ramirez, questo era impegnato con una scrittrice ventitreenne […]
Queste due donne sono altrettanti esempi di ibristofilia (cfr. anche il termine su wikipedia in inglese, dove si fa proprio l'esempio di Ramirez). L'assassino è un assassino e avrà la sua storia. Queste donne, e soprattutto le persone che eventualmente le conoscono (amici, parenti…), sono attanti di storie che non vengono mai veramente raccontate.


mercoledì 13 agosto 2014

Di chi è l'Afghanistan?

Prendete una cartina muta. C'è sempre più di un modo di farla parlare. Per esempio, prendiamo questa cartina dell'“Afghanistan dell'ISAF”.
Chissà chi erano quelle donne che 12 anni fa (o giù di lì) alcuni media fecero vedere mentre si liberavano del burka, simbolo dell'oppressione dei talebani (che, secondo la retorica della propaganda bellica, erano stati “già” sconfitti). Chissà chi furono i guru dell'informazione che montarono la “notizia”.

Intanto ci sono anche l'Iraq, la Siria, l'Iran, la Striscia di Gaza, l'ebola, l'Ucraina, e via dicendo. E chissà quante bugie ci vengono propinate per suggerire interpretazioni da filmetto manicheo di questo Mondo in continua “evoluzione” ma che, specie grazie al genere umano, non perde il vizio di essere un posto tuttosommato crudele o pieno di ciniche illusioni.

venerdì 1 agosto 2014

Ornitoteca/ Almeno una falla

La saggezza non è acqua e per questo leggiamo perle come questa:

C'è sempre una falla nel sistema, quindi pensa te quanti buchi ci sono nell'anti-sistema

D'effetto, ma qual è il significato e qual è la logica? Invero la logica formale non ci aiuta in casi come questi: l'errore è da cercarsi nel contenuto — come è del resto per molte fallacie che ho tentato maldestramente di illustrare in condizioni non artificiali, cioè non in vitro.

Se possiamo “invertire” la perla, usando la stessa forma e sfruttando delle “simmetrie” per ottenere una frase che suoni ugualmente sensata (o ugualmente insensata), mostriamo che, evitate le suadenze delle frasi brevi che sembrano contenere chiavi interpretative tanto potenti quanto corroboranti per le nostre narrazioni e visioni del mondo,in realtà essa (al dritto e al rovescio) non dice nulla.

L'inversione ci porta a qualcosa di questo tipo:

C'è sempre un buco nell'anti-sistema, quindi pensa te quante falle nel sistema

Un'altra perla, che non ha meno da offrirci della prima. A parte l'ovvia ricerca sull'ingiustificato quindi, le domande per la notte sono queste: qual è il dritto e qual è il rovescio? Sono realmente distinguibili? Se vi sembra che lo siano e la vostra spiegazione è che una falla non è un buco e l'anti-sistema non è il sistema, potete anche andare a leggere un altro blog.

Nota: naturalmente il «te» come soggetto è nell'originale e ripreso poi nella “riflessione”.

domenica 20 luglio 2014

Un politico, un dottore, un matematico…

Dalle prime pagine di A gentle guide to Constraint Logic Programming via ECLiPSe di Antoni Niederliński (il testo è riportato in inglese; la traduzione in italiano è mia):

Tre amici, un politico, un dottore e un matematico, stavano facendo una passeggiata estiva tra le incantevoli montagne dei Beschidi Slesiani quando il politico notò una sola pecora nera proprio al centro di una radura erbosa.  
«Tutte le pecore slesiane sono nere» egli osservò. 
«No, amico mio» replicò il dottore. «Alcune pecore slesiane sono nere.» 
A questo punto il matematico, dopo pochi secondi di riflessione, disse blandamente: «Tra le montagne dei Beschidi Slesiani esiste almeno una radura erbosa, sulla quale esiste almeno una pecora, e questa pecora ha almeno un fianco di colore nero.»

giovedì 17 luglio 2014

Ornitoteca/ I difensori della lingua

Breve ornito-dialogo, costoletta di un altro filo che sarà oggetto di un futuro post. Per evidenziare il carattere sentenzioso e l'arbitrarietà di certe affermazioni, uso una tecnica a me cara: quella del calco con sostituzione di alcuni termini. Così si evidenzia il fatto che l'affermazione è “applicata” a qualcosa di specifico solo per via di preconcetti, pregiudizi, luoghi comuni e significati speciali attribuiti a certi elementi o espressioni — siamo cioè nel regno del del “linguaggio inferenziale di alto livello” (loaded language) — ma in realtà si può riapplicare senza troppa immaginazione ad altro.

Il punto vero di questo post è però la tattica della difesa della lingua.

lunedì 14 luglio 2014

Il senso delle proporzioni

Ho visto un uomo che soffriva.

Soffriva per amore? Macché. Ci ho messo un po' a capirlo, mentre l'osservavo un po' spazientito, in attesa che si togliesse dalla strada e mi facesse passare: per contemplare la fonte del suo dolore e macerarsi nella sua disperazione, l'uomo non si era accorto di essersi sporto verso il centro strada tanto da rendere imprudente il passaggio delle auto.

Osservo un po' i suoi movimenti, anche perché non posso far altro. Poi capisco l'enorme dramma di questo essere vivente: qualche circostanza di cui non sono stato testimone aveva fatto sì che lo sportello della sua auto — una Opel (non so che modello) tirata a lucido — esibisse un indesiderato graffio, non più lungo di mezzo avambraccio.

Comprendo che simili drammi possano portare alla follia; alcuni diventano a rischio di suicidio. Per questo una faccia mesta e qualche impropero sono, in fondo, insignificanti manifestazioni di dolore. Giustificati, tra l'altro: una vernice indebitamente e poco artisticamente rimossa dalla sua naturale ubicazione merita tutta la costernazione di questo mondo.

Non so immaginare quali terribili pene possa soffrire un uomo tanto sensibile qualora fosse reso consapevole dei tanti “graffi” che ogni giorno fin troppe persone (non oggetti, ma persone) si ritrovano sulla pelle priva di cromatura.

sabato 12 luglio 2014

Due settimane

Questo tweet di una risentita Stark, che evidentemente non ha compreso lo spirito dell'ornitoteca in cui era, per puro accidente, apparente protagonista, mi fa venire in mente un aneddoto. Che rivela — non me ne voglia la Stark — un altro modo di ragionare fallace.

Torno a casa da scuola e vado subito in bagno. Arriva mia madre e, visto che trova occupato e che è il tipo di donna che non sa aspettare con le mani in mano, decide di uscire a fare dei servizi. Passano circa due ore e mia madre torna. (Ha fatto compere, ha fatto visita ad amiche, ecc.)

Punta al bagno e lo trova occupato: sono di nuovo io, che in quell'intervallo temporale sono uscito 10 minuti, ho studiato più di un'ora, ho bevuto una tisana e… sono riandato in bagno.

Mi apostrofa così: «Non è possibile! Sono più di due ore che stai in bagno!»

Poi su queste cose ci si fa una risata. Chissà se la Stark è capace di LOLlare sé stessa, oltre che “me”, visto che dall'intervallo temporale tra i tweet oggetto del post precedente e la “tweettata” di notifica deduce che io abbia “lavorato” a quel post per tutto questo tempo!

venerdì 11 luglio 2014

Ornitoteca/ Renzi che sbaglia, non certo solo la firma

Che non si dica poi che sono di parte in questo tipo di cose: qualche critica al “pensiero critico” di un gruppo di anti-renziani. Non per difendere la politica di Renzi o il PD, lungi da me: la politica non c'entra niente, è solo un pretesto, uno dei tanti casi belli che fornisce con incommensurabile generosità il nido.

Il pretesto è dato da una foto, riportata per esempio pure dal Corriere della Sera, in cui si vede “chiaramente” che lo scarabocchio-firma di Renzi è accanto alla bandiera francese e la firma-scarabocchio di Hollande è accanto a quella italiana.

In questa ornitoteca invece di presentare i tweet in una specie di flusso intervallato dai commenti e dall'esegesi, provo a inserirli come link nel discorso. La forma obbliga l'esposizione in serie dei contenuti, ma sarebbe molto interessante trovare delle alternative — il blog probabilmente non è adatto.

(Nota: ho cambiato “medico legale” con “medical doctor”. Oltre alla considerazione sul tempo libero, bisogna dire che trovare il tempo di scrivere queste cose — che non tolgono tanto tempo quanto si potrebbe pensare, specie se si hanno velleità letterarie — non implica non aver niente da fare nella vita. Ma vabbè, è una delle tante frasi fatte.)

sabato 5 luglio 2014

Politica e lingua inglese (Orwell)

Traduco un passaggio dal testo di “Politics and the English Language” di George Orwell. Come al solito, la traduzione è mia, brutta, magari fuorviante… meglio che leggiate l'originale se potete… Enfasi aggiunge da me.

I rimborsi elettorali e il PD

Navigando svogliatamente su internet per sentire che aria tira, da un tweet sono andato al blog di Michele Di Salvo, quel «blogger, writer, editorialista» che è “disinteressatamente interessato” al M5S, infatti è stato (o è)1 CEO di una azienda, la CrossMediAdv.com2, che casualmente ha un segmento di mercato sovrapposto a quello della Casaleggio Associati

“Disinteressi” particolari di Di Salvo a parte3, nello spazio dedicato alle inserzioni pubblicitari del suo blog (gentilmente offerte dal solito Google, con tutto il targeting ecc.), mi viene sparato questo:

Il Partito Democratico che invita a farsi dare il 2 per mille… Perché mai? Non gli bastano i finanziamenti pubblici che percepiscono regolarmente?

L'inserzione è a rotazione con altre simili, che però non ho catturato in quel formato del banner. Ma a parte il formato, il contenuto che spiega perché dovrei dare il 2 per mille al PD è questo:

Squilli di tromba signori! Il PD ha abolito il finanziamento pubblico! E ci sono 1000 buoni motivi, lascia intendere l'inserto… ora che diranno le loro schiere di seguaci che tuonavano contro la proposta del M5S, che da sempre “lotta” per l'abolizione di tali finanziamenti pubblici? Quando lo proponeva il M5S era un'idea malsana, pericolosissima per la democrazia, e ora che lo fa il PD, invece…

Ma l'ha aboliti, sta per abolirli, o ha la vaga intenzione di farlo, ma non l'ha ancora fatto come lascia intendere l'inserto?

La risposta possiamo trovarla in un articolo del Fatto Quotidiano, Civati a Renzi: “Dicevi ‘Grillo partecipa alle riforme e rinuncio ai rimborsi’. Ora fallo”.

Il post di Civati ha il titolo Mi è venuta in mente una cosa… magari Civati non si è accorto di questi spot del PD… magari questi sono solo cautelativi: non sia mai che ci tocchi farlo veramente — qualcuno avrà pensato… Bisogna mettere il carro davanti ai buoi e cominciare a rastrellare soldi da altre fonti.

Ottimo, per carità. Con il 41% del consenso popolare, misurato a maggio, e circa tre milioni (mi ricordo così) di persone disposte a dare due euro per esercitare il diritto di voto alle primarie del PD, sono sicuro che avranno quel che meritano e che gli serve — dai singoli elettori come da vari gruppi di interesse4.

Però mi lasciano assai “perplesso” tre cose:

  • si dà come cosa già fatta, quando è chiaro che così non è (ancora) e dunque l'inserzione pubblicitaria è ingannevole5;
  • dopo aver sbeffeggiato nel merito il M5S, principale promotore di questa proposta, mi sembra che si voglia far passare l'idea come se fosse originata tutta spontaneamente dentro il Partito Democratico6.
  • Chi paga queste inserzioni evidentemente la sa più lunga di Civati, che pur non avendo dubbi («Sono certo che lo farà»), lo pone in una condizionale: «se il M5S dovesse mantenere l'atteggiamento delle ultime settimane»7

  1. Attualmente, secondo il suo profilo Linkedin, è CEO solo della Cominvest, «società di investimenti per la comunicazione»; dunque anche in questo caso resta una certa rivalità di fondo con gli interessi della Casaleggio Associati.

  2. «Società di consulenza e di comunicazione, WebIdentity e Web Comunication».

  3. Su Michele Di Salvo e alcuni suoi “articoli” o tweet interessanti tornerò, prima o poi, sperabilmente prima di morire.

  4. Questo cambio di “paradigma“ ha bisogno di una legge, come c'è per esempio — mi pare — in Svizzera, che obblighi i partiti o movimenti a rendere pubbliche le fonti dei finanziamenti (dalla società X, dalla S.p.A. Y, ecc…), in modo che si possano verificare trasparentemente influenze ed eventuali ingerenze.

  5. Potrebbe essere anche una rivelazione della strategia a lungo termine del PD: qualunque cosa faccia il M5S, il processo è già iniziato — è la strategia abbraccia, espandi o trasforma, estingui — per cui l'abolizione ci sarà, almeno nella sua forma attuale… ricordiamoci che l'abolizione sarebbe dovuta esserci già!

  6. «Guardate come siamo bravi: aboliamo i rimborsi elettorali… e potete finanziarci liberamente tramite il 2 per mille!»… È parte della tecnica Abbraccia, espandi o trasforma, estingui, come già accennato.

  7. Chi ha deciso le inserzioni deve saperla più lunga di Civati (stando a quel suo post, almeno), perché evidentemente o si sta scommettendo sul fatto che il M5S manterrà questo atteggiamento (e se lo si fa è perché si è valutato come altamente probabile e ci si sta preparando alla “concessione”), o si sa che tale atteggiamento non avrà importanza, perché ormai il dado è tratto e, in linea con la strategia “abbraccia, espandi, estingui”, sarà necessario comunque fare quel passo, a prescindere da quali atteggiamenti il M5S terrà. Oppure, alle brutte, c'è sempre la possibilità di fare marcia indietro (e magari dare la colpa di questa “dura” decisione a qualcun altro…)

martedì 1 luglio 2014

Passi tradotti da Swarmwise (1)

Traduco alcuni — pochi — frammenti selezionati del libro Swarmwise: the tactical manual to changing the world di Falkvinge. In futuro ne tradurrò altri (c'è già un impegno a tradurre tale libro da parte del Partito Pirata, ma è incompleto, a quanto risulta… e poi preferisco le mie traduzioni che lasciano il tempo che trovano).

Dunque, come al solito la traduzione è mia, libera, sicuramente in certi punti dubbia, ecc. Per tradurre “swarm“, ho scelto la parola più ovvia, cioè “sciame”, anche se nel pauroso immaginario italico rischia di assumere troppo facilmente connotazioni negative.

La lettura è interessante e chiunque voglia “analizzare” — seriamente e non propagandisticamente o peggio — certe cose della politica italiana, forse dovrebbe tenere in considerazione qualche “punto di vista“ (diciamo così) che da tale lettura si può ipotizzare. (A buon intenditor curioso…)

(Eventuali refusi saranno corretti, un giorno.)


Peccato, anche i grandi sbagliano

IBS permette di “recensire“ (cioè commentare) i libri. Ho trovato questo commentatore (“Sebastiano”). Una delle sue recensioni, quella di un libro di tale Marco Marsullo, “Atletico minaccia football club”, è interessante (enfasi aggiunte):

No, non ci siamo proprio. Ci sta un libro leggero ogni tanto, ma altro che "pop", qui siamo proprio al terra terra. Trama scontata (non a caso qualcuno nelle recensioni precedenti ha parlato di Lino Banfi) e citazioni probabilmente copiaincollate da Wikipedia. Il romanzo è piaciuto a Gianni Mura, o almeno così ha dichiarato (io ho deciso di leggerlo per questo motivo): anche i grandi si sbagliano dunque.

“Sebastiano” ritiene Gianni Mura un grande, o comunque accetta questo giudizio dato da altri. Se la recensione di “Sebastiano” sul libro è impietosa, quella di un grande, per esempio in particolare del grande Gianni Mura, non può essere diversa. Ma, visto che lo è, e Gianni Mura resta effettivamente un grande, l'unica spiegazione per il fatto che il libro gli sia piaciuto è che anche i grandi sbagliano!

Questo è sicuro ed è altrettanto sicuro che 1) gli stolti sono sicuri di non essere mai loro quelli che sbagliano, e che 2) gli stolti pontificano sui gusti e ritengono in errore quelli che li hanno diversi dai loro.

giovedì 26 giugno 2014

Livellamento forzoso verso il basso

Ieri ho visto di sfuggita un pezzo della puntata di Otto e mezzo su La7; c'erano Scanzi e Moretti. Naturalmente il tema era l'incontro tra Renzi (il PD) e una delegazione del M5S.

La Moretti alzava un facsimile di una scheda elettorale tipica nel caso si abbracciasse totalmente la proposta M5S, dicendo (non ricordo le esatte parole) che era troppo complicata. Scanzi non negava, ripetendo: ma è chiaro che bisogna trovare un punto di incontro, o qualcosa del genere (di nuovo, non ricordo le parole precise).

La scena mi ha messo un po' di tristezza. La Moretti affermava in pratica che la maggior parte degli italiani troverebbe complicato mettere una X su un simbolo e avere la possibilità (non l'obbligo) di scegliere una preferenza e avere la possibilità (non l'obbligo) di esprimere una antipreferenza1, chiamiamola così.

Se un elettore, messo davanti una simile scheda (senza dubbio più complessa di ciò a cui siamo abituati), dovesse trovare difficoltà tanto grandi, se la trovasse eccessivamente complicata e nello stesso tempo non capisse che ha l'opzione di votare come ha sempre votato — cioè tracciando la benedetta X — se ciò lo dovesse spingere addirittura, per paura, a scegliere proprio di non votare… vorrebbe dire che c'è un gravissimo problema di analfabetismo — che sia di ritorno, funzionale, o come vi pare.

Un problema che, in effetti, degli studi dicono esserci. Ma invece di contrastarlo, a cominciare dal pensare alle deficienze del sistema scolastico e dal comprendere cosa ci ha portati a tali analfabetismi, invece di stimolare l'apprendimento, di spingere all'impegno e allo sforzo minimo necessario a capire cose che sono alla portata di tutti — non stiamo parlando di chissà quale astrusa formula della fisica teorica2 — si preferisce livellare verso il basso, non credendo possibile il più piccolo sforzo mentale e la più piccola intenzione di andare un millimetro oltre i propri “limiti”…

È il miglior modo per lasciare le cose come stanno e rinforzare questi limiti: ti stanno dicendo che sei stupido, inutile che chieda di impegnarti a capire qualcosa oltre una X… Visto che capra sei e capra rimarrai… dovranno essere gli altri ad adattarsi a te, e perciò li priveremo di una possibilità che loro potrebbero sfruttare e che per te sarebbe facoltativa.

Non fa una piega.


  1. L'idea non è insensata e nemmeno molto complicata per l'elettore; ma si tratta di un allontanamento da una abitudine troppo radicata, anche psicologicamente, nella cultura elettorale: a livello nazionale probabilmente sarebbe difficilissimo anche introdurre un sistema di voto con “classifica“.

  2. Anche se la reazioni della Moretti e di Scanzi non sono tanto diverse da quelle di un “uomo qualunque” che si trovi davanti ad una equazione comprensibile a stento anche da un raffinato matematico.

domenica 22 giugno 2014

Intellettuali?

Chi è l'intellettuale oggi?

L'essere “intellettuali” oggi non ha a che fare realmente con l'intelligenza (qualunque cosa sia) e la cultura, né con il primato della ragione e del ragionamento.

venerdì 20 giugno 2014

Ornitoteca: in principio era il verbo

Ho avuto già modo di osservare che i cinguettii, con la loro sinteticità, difficilmente possono essere altro che strumenti di propaganda, autopromozione (o promozione), diffusione di slogan e memi, aforismi… Quasi impossibile usarli per dialogare o veicolare informazioni complesse se non per riferimento, quindi tramite un link esterno — anche se non mancano delle eccezioni, con peculiarità che andrebbero studiate a parte; né mancano dei modi per “completare” e “potenziare” il mezzo, come storify, fatti tramite il servizio apposito o a mano come faccio io, usando la possibilità di incorporare in una “pagina web” un tweet e opzionalmente un po' di contesto.

giovedì 19 giugno 2014

Congiuntivi

«Mi chiedono se, al suo posto, avrei scelto la pillola blu o la rossa».

«Mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi studiato filosofia».

«Mi chiese se avessi avuto paura. No, risposi».

La lingua italiana è insidiosa, c'è poco da fare. Il congiuntivo e il condizionale sono in declino e rischiano di diventare pura estetica da salotto buono.

Per non rischiare di sfigurare, qualcuno memorizza solo che con il “se” ci va il congiuntivo — forse perché è uno degli errori più frequenti; ma le cose sono un po' più complicate.

Per non ritrovarsi in situazioni ridicole conviene ricordarlo. Inoltre conviene anche che tutti si sia un po' meno pronti ad entusiasmarsi per l'opportunità di esibire al mondo il fatto di aver colto qualcuno in castagna (che sia vero o meno).

Pare che il ministro dell'istruzione abbia detto o scritto qualcosa di questo tipo: «mi chiedono se avrei scelto il tema X o Y». E sembra che qualcuno sia stato molto pronto, decisamente un po' troppo, a cogliere l'occasione di prenderla in giro per un “errore” che di fatto errore non è. (Un po' di gossip lo seguo anch'io, ogni tanto…)

mercoledì 18 giugno 2014

Leaderizzazione

La leaderizzazione, ovvero la personificazione in un leader (di un nemico, di un gruppo, di un partito, ecc.) può essere usata come tecnica propagandistica — per esempio nella propaganda di guerra, ma è evidente anche in quella politica.

domenica 15 giugno 2014

Debito e corruzione (e il niger eques)

Ritorno su Bagnai: in un post precedente avevo “criticato” le sue capacità di analisi politica e di comprensione del ruolo dei mass media, che si era rivelata compromessa dal pregiudizio e dalla dissonanza cognitiva.

In quel post avevo scritto che

Non è mica una gran colpa: si dovrebbe preoccupare se attaccassi le sue tesi economiche, allora lì, ne sono sicuro, avrebbe ampio terreno di manovra.

Poi vado sul suo blog e vedo che ha attaccato un pippone gigantesco su Debito e corruzione nel mondo. Si domanda se

esiste nel mondo una qualche relazione significativa fra corruzione e livello dell'indebitamento pubblico?

E ci dà naturalmente la sua risposta nel suo solito modo dialettico (memorizzate bene l'ovviamente e quanto scritto tra parentesi), fatto di dubbi, domande, mediazioni…

La risposta, ovviamente (per chi ha un minimo studiato questo blog, ma anche per chi abbia in vita sua letto almeno un libro senza figure) è: no.

Che naturalmente è “La Risposta”: niger eques locutus.

Tolte le stupide offese e invettive di cui condisce i suoi post per ribadire la sua impavida superiorità, resta la selezioni di un po' di dati e un po' di analisi di questi.

In questo più recente post, il Bagnai usa un approccio più moderato (o ragionevole), senza “tagliare corto“. Per lo meno tiene in considerazione il fatto che c'è, dietro il discorso delle correlazioni, un mondo non così drasticamente riassumibile con ”no”. Leggete quanto segue tenendo presente questa nota, e dopo leggete il nuovo post di Bagnai, o prima leggete quello e poi questo, come vi pare

Ma a me tanta “certezza” non torna, non mi convince — come spesso gli accade il post sembra più un pretesto per demolire un suo bersaglio che non per ragionare su qualcosa.

Dico dopo in che senso mi hanno insospettito e che tipo di ragionamento ho fatto; ma visto che io non sono nessuno (cosa che sicuramente il niger eques ci terrebbe a sottolineare), ho svogliatamente cercato qualcun altro che ragionasse sulla relazione tra debito e corruzione.

In questo post per prima cosa vi do dei link a dei paper e vi traduco l'abstract (il sommario). Aggiungo anche un articolo, non del “Fascio Quotidiano”, né dei “giustizialisti” che Bagnai tanto detesta. In seconda battuta, vi racconto il mio “ragionamento” che mi ha fatto guardare con sospetto tutto il bla-bla bagn(a)ino.

Comunque quello che emerge è che la risposta che non ammette repliche del pro-fesso-rex non è una risposta corretta: c'è ampio margine di discussione e dibattito sul tema; ci sono ricerche che suggeriscono che una relazione tra debito e corruzione esiste.

Per cui la risposta “definitiva” come quella che vende il pro-fesso-rex è sospetta e come minimo superficiale, forse persino da incompetenti.

Forse nasconde qualche altro tipo di necessità, magari oltre l'ego del cavajere nero che deve gridare ai quattro venti che lui capisce le cose meglio degli altri (siano economisti o meno) e che le sue risposte sono “Le Risposte”; per esempio, mi sembra che ci tenga molto a far credere che la relazione tra debito e corruzione sia un parto malsano della fantasia della «corrente dei “giustizialisti”», «incarnata dal “Fascio Quotidiano”» e dai giornalisti alla Travaglio — non a caso titola una sezione «La Legge di Travaglio» (con l'ovvio intento di ridicolizzarlo, perché suggerisce domande di questo tipo: ma chi è Travaglio per parlare di una legge economica?).

Mi torna in mente la domanda che ho già fatto nell'altro post: chi ci salva dalla callidità di Bagnai?

sabato 14 giugno 2014

Processi decisionali

Ezio Mauro, direttore dell'importante giornale Repubblica, mica uno qualunque, scrive un cinguettio scemenza come questo:

Infimo populismo, urlerebbe Ezio Mauro stesso se a dire qualcosa del genere fosse magari un Grillo; acuta osservazione, forse si complimentano tra loro annuendo, stringendosi le mani e scambiandosi sguardi d'intesa — metaforicamente.

giovedì 12 giugno 2014

Commento sul Fatto Quotidiano post scelta gruppo europeo per il M5S

Ho scritto il seguente commento su un articolo del Fatto Quotidiano. Suggerisco anche la lettura della traduzione di un articolo comparso sullo Spectator riguardo l'Ukip. (A breve seguirà la traduzione anche di un articolo, scritto da uno dei candidati sconfitti, post elezioni). Tornerò anche su alcuni temi che sono emersi dai commenti — in realtà la solita solfa, ma ogni tanto di qualcosa bisognerà pur parlare.

martedì 10 giugno 2014

Il giorno in cui lasciai mio figlio da solo in auto (Kim Brooks)

Traduco, con la solita approssimazione dovuta a una non perfetta dimestichezza con l'inglese e alla fretta — cerco di limitare i danni anche aggiungendo link e note esplicative — un articolo che ho trovato molto interessante: The day I left my son in the car.

La vicenda dà interessanti spunti di riflessione su questa società (che è poi quella società: siamo negli States, ma la stessa contagiosa e perniciosa mentalità ormai è già parte del nostro costume).

Chissà che non sia il primo di una serie di post di asperrima critica al modo in cui i bambini sono percepiti, educati e trattati nel nostro mondo moderno.

(Oltre a link e note, sono mie anche le varie enfasi.)

lunedì 9 giugno 2014

L'analisi del niger eques (Bagnai) sulle Europee

Anche Alberto Bagnai, paladino e re (autoproclamatosi) del fronte anti-eurista, si è cimentato nell'“analisi” del risultato delle elezioni europee; come fatto da me medesimo e da moltissimi altri: in questo blog ho messo per esempio Diego Fusaro e Abrignani (che più che altro voleva far pesare al PD il suo debito)… ma se cercate ne troverete tanti altri.

sabato 7 giugno 2014

Demolire è più facile che costruire? E quindi?

Costruire è 1000 volte più difficile che demolire.

Questo è uno di quegli aforismi fin troppo facili che sono usati in certi discorsi, specie politici, per la loro capacità evocativa e il dualismo buono-cattivo, sempre in grado di solleticare le fantasie riduzionistiche di ogni tipo di pensatore.

La frase verrà “analizzata” in un contesto specifico (che è quello da cui è prelevata), in cui sono state create due opposte fazioni: una che vuole costruire l'Unione Europea e l'altra che la vuole distruggere.

Il segreto della diagonale irrazionale

La radice quadrata di 2 non è un numero razionale, cioè un numero che possa essere espresso come rapporto (ratio) di due numeri naturali. Tramite la sola aritmetica dei numeri naturali è possibile dimostrarlo.

È improbabile […] che la scoperta [di questa dimostrazione] sia stata compiuta da Pitagora, o comunque molto anticamente: non sembra che Zenone la conoscesse, e neppure Democrito. Inoltre, dato che essa mina le basi del pitagorismo, è ragionevole supporre che non fu compiuta molto tempo prima che l'ordine raggiungesse il culmine della sua influenza, e almeno non prima che si fosse ben consolidato, poiché sembra abbia contribuito al suo declino. La tradizione secondo cui fu compiuta all'interno dell'ordine, ma mantenuta segreta, mi sembra molto plausibile.

Abbraccia, espandi o trasforma, estingui

Embrace, extend and extinguish” (Abbraccia, estendi ed estingui) è l'espressione usata per indicare una strategia accertata della Microsoft, ma potrebbe essere usata, con le dovute modifiche e cautele, anche in ambito politico, come generica strategia propagandistica.

venerdì 6 giugno 2014

Tragedie e delitti

La prima tragedia che ho saputo di non sapere è stata quella di Alfredino: pare che sia nota praticamente a tutti. Io nel 1981, all'epoca del fatto, avevo 3 anni e un mese. Forse troppo pochi? Ma la prima volta che sentii di Alfredino fu da una collega coetanea dell'università: lei si ricordava della vicenda.

A differenza di me che ho due sorelle maggiori, questa collega è figlia unica. Se è verosimile pensare che dei genitori non abbiano voluto esporre un bambino alla telecronaca grottesca dei tentativi di salvataggio, resta comunque strano che la vicenda non sia riaffiorata in seguito per entrare nel corpus mitologico dei drammi televisivi. L'unica spiegazione per me è che non sia mai entrata “in casa” e che quindi non sia mai stato un argomento di conversazione o preoccupazione.

Vista l'incredibile copertura mediatica sembra impossibile che il fatto non abbia lasciato delle tracce nella memoria interna di gruppi (famiglie) di telespettatori… Senonché così deve esser stato per gli adulti intorno a me, da sempre sospettosi nei confronti della televisione e lontani dagli schemi di quel voyeurismo morboso che è essenziale per potersi immaginare una famiglia raccolta intorno alla televisione, in trepidante e speranzosa attesa di un finale felice o attanagliati dalla paura del compimento di un tragico destino.

giovedì 5 giugno 2014

L'UKIP un po' oltre i nuovi detrattori

Traduzione di un articolo del 24 maggio (prima delle elezioni europee) di The Spectator, Whatever the European election result, Ukip has already won. Come al solito la traduzione è mia, è libera o è troppo letterale, ignora alcune forme idiomatiche, eventualmente parafrasate, e così via. Pertanto invito alla lettura dell'articolo originale.

Le enfasi e i link sono stati aggiunti da me.

lunedì 2 giugno 2014

Riflessioni sulle elezioni europee 2014 (Cresti-Fusaro)

Tutt'altro approccio, tutt'altro linguaggio rispetto alle tipiche analisi politiche. (Posizione anti-europeista, ma più che anti-europeista direi anti-capitalista, o qualcosa del genere, prima di tutto)
(Non c'è trascrizione, spiacente)

Iper-sensibilità e iper-reattività su twitter

Oltre alla carenza di capacità di comprensione del testo, a volte ci si trova a fronteggiare anche una illogica ipersensibilità e iperreattività irrazionale, figlie, probabilmente, della strategia della tensione, o forse di qualche altra cosa…

Avete presente quella scena di Fight Club in cui Jack (Tyler Durden) si prende a cazzotti da solo in modo da potersi esibire come vittima di violenza?

Bene. Qui mi sembra che siamo in una situazione simile, solo che Jack era perfettamente consapevole del suo inganno. Mentre in questo caso che vado ad illustrarvi, il soggetto ha “semplicemente” frainteso, forse proprio perché affetto da ipersensibilità vittimista.

Il “divertente” esempio è tratto da qualche scambio di cinguettii (risorsa infinita di pusillanimità compressa in 140 caratteri).

Carglass ripara, Carglass sostituisce

Quando vedo pubblicità come quella di Carglass un po' mi preoccupo. Non ho mai realizzato che ci fosse tanto spazio per un simile business al punto da poter fare una pubblicità. E continuo a dubitare che ci sia.

La cosa che mi preoccupa è che questo è il tipo di business che può essere espanso artificialmente. Per esempio:

  • Diminuzione della cura del manto stradale: aumenta la probabilità di brecciolino e sassi che possono schizzare e rovinare il vetro1;
  • minore qualità dei vetri: se il vetro “di serie” è di minore qualità, magari si incrina in seguito a uno stress che sarebbe stato sopportato benissimo da vetri migliori2;
  • vandalismo: il settore è in crisi? Qualche monello sparpagliato potrebbe aiutarlo a risollevarsi…

Contribuisce anche l'aumento della frequenza di utilizzo; il che può voler dire che un business del genere spera in una (ri)strutturazione della società e della viabilità tale da incentivare l'uso dell'automobile.3


  1. Come dire, ormai le strade possono essere insidiose; i pedoni sono avvisati (e comunque il pedone deve estinguersi), mentre per le auto ci sono due soluzioni: o spendi per un mezzo corazzato che dà comfort anche su strade dissestate, oppure ti assumi anche il rischio che un sasso possa schizzare e incrinarti un vetro… tanto poi c'è Carglass.

  2. Il settore automobilistico dovrebbe scomparire (cioè trasformarsi radicalmente), ma nel frattempo si segmenta dando anche ai meno facoltosi la possibilità di acquistare utilitarie, perché economiche — mentre nell'estremo opposto si punta al macchinone di lusso, allo status symbol della potenza, della tecnologia ecc.

  3. Ma è anche vero che un business speculare, nel caso di boom di uso della bicicletta per esempio, potrebbe essere la vendita di caschetti e visiere e servizi associati…

mercoledì 28 maggio 2014

Il tempo dal tempo dell'inizio del computo del tempo

Dopo aver recuperato i nomi dei giorni della settimana così come ce li aspetteremmo senza l'influsso delle religioni monoteiste, è la volta del computo degli anni. Come sappiamo tutti, si dice prima di Cristo e dopo Cristo, mettendo convenzionalmente l'anno di nascita di Cristo come anno zero1.

Quali alternative abbiamo? C'è l'Era volgare, oppure idee come questa, in cui si considera la prima testimonianza di “registrazione del tempo” e si pone questo come anno zero, invece di lasciare identici i numeri ed evitare solo l'uso di prima e dopo Cristo, come nel caso di before common era, in acronimo B.C.E., e common era, in acronimo C.E. (la versione inglese di e.v. e a.e.v. o p.e.v., rispettivamente era volgare, ante era volgare e prima dell'era volgare).

Preferirei cose come Recorded Time e Before Recorded Time (dall'inizio del computo del tempo e dopo l'inizio del computo del tempo — secondo quanto si sa dalle testimonianze storiche, ovviamente!), però capisco che cambiare i numeri potrebbe creare confusione e ormai tante date ce le ricordiamo così; per esempio la scoperta dell'America, 1492…

In un periodo di passaggio bisognerà usare entrambe le numerazioni e poi piano piano abbandonare quella vecchia… Ma in fin dei conti capisco che sembri una complicazione senza utilità pratica: in fondo un'origine vale l'altra e il perché poi si è scelto quella o quell'altra è irrilevante, specie se consideriamo che l'anno zero corrente non corrisponde alla nascita di Cristo… Quindi basta usare e.v.2 e p.e.v. e siamo a posto.


  1. Anche se in realtà è nato prima dell'anno zero, il che serve anche a ricordarci che è una convenzione figlia di ignoranza. Oggi si sa che Gesù non è nato 2014 anni fa (sto scrivendo questo post nel 2014 d.C.), ma ormai…

  2. Scrivere e.V. o peggio eV, come ho visto da qualche parte, non mi piace per il semplice motivo che si confonde con un'unità di misura, l'elettronvolt (eV, appunto), e poi non c'è motivo per l'uso della maiuscola per l'aggettivo volgare.

Dagli oggi, dagli domani

Il M5S entra anche nel parlamento europeo con un risultato che sarebbe buono se fosse preso per sé. Senonché, secondo l'interpretazione del megasondaggio, su cui è stato puntato forse troppo, sopravvalutando la probabilità di un testa-a-testa con il PD, il risultato è in realtà deludente, persino inferiore alle aspettative più prudenti e meno trionfalistiche (io mi aspettavo un 24-26% vs 31-35%, per dire).

In numeri assoluti potrebbe voler dire che lo zoccolo duro del M5S ha, attualmente, un limite superiore di quasi sei milioni di persone circa (ipotesi di base: l'astensionismo non ha colpito in modo particolare gli elettori del M5S).

Si può fare qualche altra considerazione e ipotesi amara: reflussi di elettori ex-PdL, voti strategici anti-M5S, vittoria della disinformazione e del terrore hanno contribuito al boom del PD.

mercoledì 21 maggio 2014

I giorni della settimana rivisti

  • Lunedì, il giorno della Luna;
  • Martedì, il giorno di Marte;
  • Mercoledì, il giorno di Mercurio;
  • Giovedì, il giorno di Giove;
  • Venerdì, il giorno di Venere...

E fin qui si segue uno schema preciso, di origine chiaramente pagana. Però si prosegue con Sabato, che, sotto l'influsso della tradizione ebraica (da Shabbat), ha rimpiazzato il giorno di Saturno, ovvero Saturdì (come si intuisce anche osservando l'inglese Saturday), e poi con Domenica, di chiara matrice cristiana, là dove ci sarebbe dovuto essere Soldì, il giorno del Sole (come in Sunday).

Per quanto riguarda sabato, recupererei l'originale Saturdì mentre al posto di Soldì, pensavo che Puerdì potrebbe essere interessante: il giorno del fanciullo, da dedicare, invece che a un signore qualunque, a tutti i fanciulli, e in particolare ai propri.

  • Saturdì, il giorno di Saturno;
  • Puerdì (o Soldì), il giorno del fanciullo.

martedì 20 maggio 2014

In favore del voto

Il 25 maggio si vota per le europee.

Non fatevi abbindolare dalla retorica “tanto il parlamento europeo non conta nulla”, oppure “il parlamento europeo non ha potere su argomenti di mio interesse, o comunque non li tratta”. Oppure ancora dalla retorica “io riufiuto l'UE quindi non voto”, o peggio: “è inutile votare perché tanto non cambia nulla”. A meno che non seguiate da anni seriamente e consapevolmente qualche forma del pensiero anarchico1, non votare non rappresenta correttamente nessuna di questi punti di vista e non fa perciò per voi.

venerdì 16 maggio 2014

I peccati dei padri: il deficit democratico dell'Italia.

Il testo che propongo è la traduzione di gran parte dell'articolo The sins of the fathers: Italy's democratic deficit di Alexander Lee. In questo articolo, nonostante ci siano dei punti dubbi e discutibili, si danno un'interessante visione e interpretazione del sentir democratico italico, fornendo così degli spunti per spiegare l'esistenza di una forte mentalità élitista che, tra le altre cose, banalizza e si oppone alle crescenti richieste di nuovi strumenti per la partecipazione politica (democrazia diretta e recupero del significato più autentico di sovranità popolare, a volte per l'appunto confuso con la sola “liberazione” da una “dominazione esterna”).

mercoledì 14 maggio 2014

Politica sotterranea

Segue la traduzione di un articolo di David Budde, che potete leggere in originale su OpenDemocracy.net. Come al solito la traduzione è mia e pertanto può lasciare a desiderare. Mi sono preso la libertà di aggiungere delle note, dei collegamenti ipertestuali (link), e forse qualche enfasi. La licenza dell'articolo originale è Creative Commons, Attribuzione, non uso commerciale.

(La traduzione è stata fatta di fretta e necessita di una revisione per snellirla, rendere la lettura più fluida e naturale, forse ri-idiomatizzando espressioni e costrutti tradotti un po' troppo letteralmente dall'originale.)

venerdì 9 maggio 2014

Nuvole e asini volanti

Guarda, c'è una nuvola che sembra un asino che vola, quindi è un asino che vola!

Ma che dici, gli asini che volano non esistono!

Ma guarda, neghi l'evidenza: quello che vedi è un asino che vola!

Io non vedo nessun asino che vola!

Il fatto che tu non lo veda, non vuol dire che non esista: dovresti essere più umile e ammettere che se tu non riesci a vederlo, non significa che non esiste!

Ma guarda meglio tu... e poi gli asini che volano non esistono!

Non nel senso letterale, sciocco! Cioè, è vero che gli asini non volano, diversamente dagli uccelli. Però vedi? quella è una nuvola che sembra un asino, le nuvole sono in cielo, quindi l'asino è in cielo; quindi possiamo dire che l'asino vola nel senso che, stando in cielo, è sospeso nell'aria come lo sarebbe un uccello, ma non è che intendevo dire che l'asino ha davvero le ali, figurati! Perciò, come vedi, l'asino c'è eccome!

Ma io non vedo nessun asino!

Se non lo vedi, non vuol dire che non esiste: dovresti essere più umile e ammettere che, anche se tu non riesci a vederlo, può benissimo esistere, e infatti eccolo là, lo vedi?

Io continuo a vedere una nuvola, la cui forma, con un po' di fantasia, può ricordare quella di un asino. Ma è pur sempre una nuvola, quindi non c'è nessun asino!

Cioè tu vuoi negare l'esistenza degli asini? Ah ah ah, ma lo sanno tutti che gli asini esistono, vedono tutti che quella nuvola ha la forma di un asino, quindi c'è un asino nel cielo!

Per Giove, quella è una nuvola!

Da uno che crede che esista Giove ci si può aspettare di tutto, però dài, non esagerare: non vorrai mica negare che assomigli a un asino?

No, dico che una nuvola che assomiglia a un asino non è un asino, volante o non volante!

Ma se è in cielo deve essere per forza volante. Con un po' di umiltà, non avresti difficoltà a vederlo anche tu: infatti è in cielo, per questo dico che è volante.

Ho capito che la forma è quella di un asino e che le nuvole stanno in cielo però…

E allora lo vedi che hai capito? È un asino che sta in cielo, quindi un asino volante.

No-o, è una nuvola!

Ma se hai appena detto che ha la forma di un asino!

Sì, ma…

Allora hai detto che ho ragione.

No. Ho detto che ci si può vedere un asino in quella nuvola, ma questo non vuol dire che è un asino quello che si trova in cielo.

Ma è o no in cielo quella nuvola?

Sì, lo è...

E allora vedi, ho ragione! non vuoi proprio capire: c'è una nuvola che sembra un asino in cielo, quindi è un asino che sta in cielo! Lo vedresti pure tu se fossi…


Pensate che conversazioni del genere siano tanto assurde da essere inverosimili? Invece, purtroppo, sono conversazioni serie che si possono avere con un certi tipi di persona…

Con chi fa questi ragionamenti (ovvero con chi non sa, in realtà, ragionare), è assolutamente inutile parlare. Vincono sempre loro.

Vanno, vengono, qualche volta si fermano...

giovedì 8 maggio 2014

Più PIL per tutti (1)

Suppongo che sia una tentazione trattare ogni cosa come se fosse un'incudine, quando il solo strumento che hai è un martello. (Abraham Maslow, "La psicologia della scienza")

Dai a un ragazzino un martello e questo penserà che ogni cosa che incontra debba essere martellata. (Abraham Kaplan, "The Conduct of Inquiry: Methodology for Behavioral Science")

(Cfr. law of the instrument, conosciuta anche come il martello d'oro)

Oggigiorno circolano spesso alcune magiche sigle, parole o espressioni a cui bisognerebbe prestare più attenzione, specialmente quando la loro capacità di spiegare quanto ci circonda (e di guidarci verso una scelta invece che un'altra) rischia di essere istericamente sovrastimata.

In questo post ho trascritto la traduzione di questo articolo, Debt and delusion, di Robert J. Shiller, che tratta fondamentalmente di uno di quegli indici magici che vengono spesso usati in certe analisi economiche (il rapporto debito/PIL annuo), ma più in generale mette in guardia dall'uso "leggero" degli indicatori economici e dalla loro presunta, determinante significatività.


mercoledì 7 maggio 2014

C'è del marcio in Danimarsia…

In Danimarsia tengono in gran conto la Costituzione, dicono. Come l'Inquisizione teneva in gran considerazione il Vangelo. Bisogna pure vedere che interpretazione si dà di ciò che è stato scritto… Facciamo un paio di esempi, tanto per capire le differenze tra l'Italia e la Danimarsia. Ma prima…

martedì 6 maggio 2014

Stiglitz e Sen: le nostre analisi usate impropriamente…

Siamo estremamente dispiaciuti di venire a conoscenza del fatto che, in certe prese di posizione politiche in Francia e in Europa, le nostre analisi sul funzionamento dell'euro sono state usate impropriamente. Noi siamo piuttosto favorevoli a un'Europa più unita, il cui scopo finale è l'integrazione politica. L'unione monetaria dovrà andare di pari passo con un'unione fiscale e bancaria; ciascuna di queste —noi speriamo— arriveranno a tempo debito. Pur credendo che lanciare un'unione monetaria senza integrazione bancaria e fiscale e senza prospettive di un'unione politica ha costituito un errore economico, rimaniamo fermamente filo-europeisti piuttosto che anti-europeisti e vogliamo più di una semplice unione monetaria.

Amartya Sen (università di Harvard, USA) e Joseph Stiglitz (università della Columbia, USA), 10 aprile 2014 (Fonte)

domenica 4 maggio 2014

Citazioni fuori contesto

In questo post faccio due esempi reali (cioè, ué, vita vissuta) di quella fallacia che in italiano chiameremmo “della citazione fuori contesto” e che in inglese è anche detta contextomy. La fallacia è ben spiegata e mostrata anche su questo interessante sito, Fallacy Files.

sabato 3 maggio 2014

Bagnai la fronte e ci cascai

Alberto Bagnai ci casca e dichiara di votare Borghi, cioè la Lega (ma lui pensa di votare Borghi perché si candida come indipendente e ci sono le preferenze, e non la Lega).

venerdì 2 maggio 2014

Il significato non è negli “spazi”


Sovra-pensiero

Vi introduco in quella che è più che altro un'esperienza personale, un sodalizio per fortuna mai iniziato.

Scusate ma non resisto: l'effetto tragicomico scaturito dalla seguente dichiarazione è stato dirompente.

Siamo persone che cercano convergenze più che scontri.

Dalla pagina dell'ARS, Associazione Riconquistare la Sovranità.

Il post è un po' lungo e poco appetibile ai più (cioè da 3 lettori scenderò a 1 o 0); forse a breve, un giorno, ci sarà un seguito in cui metterò in modo più sintetico e strutturato (e probabilmente, per necessità, anche meno documentato e ragionato) le mie critiche a questa associazione, ovvero ai suoi esponenti più attivi e rappresentativi.

domenica 27 aprile 2014

Stiglitz: un'agenda per salvare l'euro

Traduzione (parziale) di questo articolo (enfasi aggiunte). Non padroneggiando la materia, è altamente probabile che abbia tradotto troppo letteralmente alcuni termini/espressioni tecniche che nella tradizione italiana andrebbero tradotti in altro modo. Invito pertanto alla lettura dell'articolo originale.

martedì 22 aprile 2014

Mafia e resilienza (di rete)

La lotta alla mafia non può reggersi sugli eroi solitari.

Non possono esistere uomini chiave eliminati i quali crolli il castello di conoscenze, indizi, ricerche, rivelazioni, dichiarazioni, inchieste contro un qualunque sottoinsieme del sistema mafioso. Non ci deve essere nessun bersaglio, nessun singolo individuo minacciato, intimidito, manipolato o corrotto il quale si riesca a mutare il corso di un'indagine.

Non deve esistere un'altra agenda rossa sottratta la quale un pezzo di conoscenza scompaia lasciando dietro di sé molti dubbi, molte incertezze, molte speculazioni.

Non deve esistere un «singolo punto di fallimento». Bisogna creare una larga rete resiliente. La conoscenza deve essere distribuita su tutti i nodi della rete, ogni nodo di per sé, come singolo, deve essere irrilevante, rimpiazzabile e non deve svolgere alcuna funzione speciale che non possa essere svolta anche da altri nodi.

Solo in questo modo qualunque attacco sarà inutile, quindi anche scoraggiato, e sarà sempre possibile perseverare nell'opera di smantellamento del sistema mafioso.

lunedì 21 aprile 2014

Se mai hai pensato di votare Lega, continua a non votare Lega

Se prima ritenevi inaccettabile votare la Lega da un punto di vista morale, politico, culturale o quel che ti pare, allora dovresti ancora ritenerlo inaccettabile, e pertanto continuare a non voltarla.

Scrivo questo perché sono capitato su un cinguettio di qualcuno che diceva che mai avrebbe pensato un giorno di votare la Lega. Cos'è cambiato? Che ora Borghi si candida alle europee con loro. Claudio Borghi è uno dei paladini del fronte antieuropeo/no-euro/basta-euro, insieme ad Alberto Bagnai, o al filosofo Diego Fusaro, tanto per dire altri due noti punti di riferimento di quella compagine nella versione più “tecnica”, ideologica e razionale.

Si candida come indipendente, ma non lasciatevi ingannare da questa parola: un voto per Borghi sarà di fatto un voto alla Lega e non viceversa. Dare il voto alla Lega solo perché ci sta Borghi, è un errore: Borghi da solo non è un buon motivo per rinnegare il vostro giudizio originale sulla Lega.

Se avete sempre ritenuto impossibile votare Lega, perché inconciliabile con un vostro modo di essere e di pensare il mondo, allora dovete continuare a non votarla, perché il vostro modo di essere e di pensare il mondo è ancora inconciliabile con la Lega.

Non dovete subordinare certe vostre convinzioni all'illusione che un Borghi possa fare chissà quali magie. Un Borghi non può essere sufficiente a spostare l'ago della bilancia del vostro giudizio sulla Lega, né può giustificare l'idea di “voto utile”.

Di fatto vi renderete sodali di qualunque altra politica la Lega vorrà portare avanti, non solo in Europa, ma anche in Italia. Perché, se non l'avete ancora capito, queste europee venture hanno più valore come sondaggio sulle varie formazioni politiche che non come elezioni europee. Per questo io ritengo sbagliato l'astensionismo e in errore chi lo promuove specie se sulla base del solo fatto che votare alle europee sembra la legittimazione del sistema eurocratico che si vuole invece smantellare (e almeno in questo Borghi ha una posizione più intelligente).

La Lega ha fatto bene i suoi conti, se trova nei fan di Borghi terreno tanto fertile. Ma Borghi, ha fatto bene i suoi conti rispetto alla Lega? O addirittura ne condivide la politica, la cultura, gli obiettivi, i discorsi, anche quelli fuori dall'ambito “europeo”?

No, mi ripeto: se avete pensato che mai sarebbe stato possibile per voi votare la Lega, continuate a non votare Lega.

domenica 20 aprile 2014

No, Vauro, no!

No Vauro, no. La satira è politica. In generale il vignettista satirico pubblica le sue vignette sui giornali, o le mostra durante una trasmissione, e i giornali hanno i loro lettori e le trasmissioni i loro spettatori politicamente orientati, e spesso e volentieri hanno anche la loro precisa linea editoriale politica, se non sono addirittura organi di un partito in particolare. Il vignettista satirico fa politica e la satira è uno strumento attraverso cui si orienta l'opinione pubblica. La satira è un diritto di tutti, non solo dei vignettisti satirici nei contesti in cui loro pensano che la satira sia più opportuna e non assuma, secondo loro, significati (sempre secondo loro) diversi.

sabato 19 aprile 2014

«Aver ragione»

«Avere ragione»  è un'espressione strana. A me viene in mente che la sua origine è da ricercare in una locuzione di questo tipo: «io, attraverso il ragionamento esposto, ho dimostrato di possedere la ragione», cioè
La facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti e le loro enunciazioni, e insieme la facoltà che guida a ben giudicare, a discernere cioè il vero e il falso, il giusto e l’ingiusto, il bene e il male (dalla Treccani)
Se ho tale facoltà, allora ciò che sto dicendo è naturalmente vero: posso dire che è così perché, avendo la ragione, sono in grado di distinguere tra vero e falso, giusto e ingiusto, bene e male… Tu che affermi qualcosa di diverso stai ovviamente dicendo una falsità.

martedì 8 aprile 2014

La Lega alla conquista dell'Europa

Con l'aiuto “tecnico” di Claudio Borghi Aquilani la Lega fa proprie le idee antieuropeiste in un discorso più articolato del semplicistico basta euro, anche se il «nuovo slogan della Lega per le europee» è proprio quello.

venerdì 4 aprile 2014

lunedì 31 marzo 2014

Il più antidemocratico

Una verità banale e incontestabile: il secondo partito più antidemocratico, preceduto solotanto da Forza Italia, è il Partito Democratico. Segue la dimostrazione, utile solo per i poco riflessivi e i fanatici

Vediamo qual è secondo costui ciò che dimostrerebbe che il podio del partito più antidemocratico spetti al PD.

domenica 30 marzo 2014

sabato 29 marzo 2014

giovedì 27 marzo 2014

Gli italiani non sanno

Ci sono almeno due cose che gli italiani al volante non sanno fare:

  • rallentare e, all'occorrenza, fermarsi alle strisce pedonali;
  • svoltare correttamente a sinistra (da una strada a doppio senso).

sabato 8 marzo 2014

In caso di incendio

Propongo questo frammento estratto da «Il trionfo della borghesia (1848-1875)» di Hobsbawm. Offre, secondo me, interessanti spunti per un'interpretazione del presente.

domenica 2 marzo 2014

Esempi di cultura antigrillina di massa

Ci sono numerose pagine e blog da cui attingere e dove troviamo mantra, fattoidi, memi ecc. usati da chi ritiene che esistano certe caratteristiche esclusive tipiche dei grillini. Ho preso alcuni screenshot, tutti da uno stesso gruppo facebook, per osservare e commentare alcuni tratti.

venerdì 7 febbraio 2014

sabato 1 febbraio 2014

Allevamento a terra

Se mangiate le uova potete farvi qualche scrupolo, al momento dell'acquisto, controllando come (e dove) vengono tenute le galline che le hanno generate. L'Unione Europea prevede una classificazione e stampigliatura sul guscio che serve a identificare il tipo di allevamento, il paese e il comune di allevamento e l'allevamento specifico.

domenica 12 gennaio 2014

Pacific Rim

In breve: si lascia guardare; gli effetti speciali saranno pure fantastici e spettacolari, ma resta complessivamente un film che non aggiunge nulla. Dimenticabile e a tratti persino fastidioso.
Spoiler alert: quanto segue potrebbe rivelare informazioni che non vuole sapere chi il film non l'ha ancora visto.