lunedì 21 giugno 2010

Varie ed eventuali

Il progetto della D-Band è fermo, fondamentalmente perché non sto riuscendo a cavare un suono che mi piaccia da Csound, e non ci sto riuscendo essenzialmente perché ho smesso di dedicarci tempo e dunque nella lista delle cose da fare (secondo una priorità del tutto opinabile) c'è questa. Forse per agosto?


Nel frattempo mi imbatto in persone tremendamente ingenue. Che dire. Fortunati, tutto sommato. Persone che credono che questo mondo sia il migliore dei mondi possibili e l'argomentazione a sostegno di ciò è molto più semplice di una citazione di un libro: se le cose vanno come vanno è perché così devono andare e devono andare così perché è il miglior modo in cui possono andare. Ovvio no?

Persone che credono che l'attuale stato tecnologico umano (cioè, di certa parte del mondo) sia la punta estrema delle possibilità tecnologiche attuali. Persone che rifiutano l'idea che meccanismi perversi, il così detto "mercato" per farla breve, possano essere responsabili di un artificiale rallentamento del "progresso" allo scopo di massimizzare i profitti. Avviene continuamente, è l'unica spiegazione plausibile dietro alcune osservazioni fatte su cose reali, eventi, storia, ...

Un tempo c'era il progresso per sé, la grandeur umana; oggi invece lo scopo è solo un effetto collaterale della ricerca dei soldi. Il progresso non può esistere come scopo a sé perché l'unico scopo ragionevole è quello di far soldi, e se questi (secondo analisi e studi e quanto altro) non sono garantiti... il progresso si muta in un progresso in versione mignon: il minimo indispensabile. Detto altrimenti, perché passare da A a Z in un colpo solo, quando posso passare per B, C, D, ... e ottenere profitti complessivamente 25 volte maggiori?

Ma gli ottimisti ingenui sono convinti che non appena una tecnologia è pronta, subito viene sfornata. E se non viene fatto, è perché non è economicamente sostenibile. Il che è vero, ma gli ingenui non si rendono conto che questa insostenibilità da parte del mercato è artificiale e aggirabile (come verrebbe fatto, nel caso dovesse tornare utile).

Comunque no, un do diesis non dovrebbe proprio essere uguale a un re bemolle, ma se ci teniamo queste scale temperate, finiamo per credere di poter scendere in cantina e ritrovarsi in soffitta, con qualche truciolo di matita nelle tasche.

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