lunedì 23 giugno 2014

Ornitoteca/ Buonismi e ragionamenti

Il fatterello è questo.

Scorrendo lo stream dei vari tweet, mi imbatto in questo

Ma soprattutto mi imbatto in sbigottite manifestazioni tipo questa:

E altre. Allora vado a leggere questo articolo. Niente di che.

Racconta così: la Boldrini doveva essere ospite al Teatro Greco di Siracusa. Si presenta in ritardo di un'ora, avendo fatto anche altri giri; forse questo già aveva indispettito un po' il pubblico il quale, al sentirsi propinare «la solita melassa buonista, ringraziando i siciliani per il loro sacrificio e senso di accoglienza», hanno reagito con dei fischi. Fischi che sono «figli dell’esasperazione di una popolazione lasciata a se stessa, a subire gli incessanti sbarchi […] e le evidenti conseguenze relative all’emergenza sanitaria ed all’ordine pubblico.»

L'articolo prosegue ricordando anche che alla fine del discorso ci sono stati applausi, a «dimostrazione che il popolo siciliano, nonostante le continue vessazioni subite da una classe politica incapace e fumosa, conserva uno dei valori a lui più cari, quello dell’ospitalità.» (Enfasi aggiunta da me)

Però, dice l'autore dell'articolo, «la Boldrini e tutti coloro i quali speculano sull’immigrazione» dovrebbero sapere che questo valore dell'ospitalità «non potrà essere conservato a lungo». Infatti

I recenti disordini e l’ingresso di malattie che si stanno ripresentando in Italia dopo anni dalla loro scomparsa, entrambi causati dai clandestini, stanno mettendo a dura prova una popolazione fiaccata da ben altri problemi.

L'articolo si conclude così: «La pazienza, si sa, ha sempre un limite. La retorica buonista della Boldrini inizia a non incantare più.»

L'impostazione dell'articolo è chiaramente dura nei confronti della Boldrini, che insieme ad altri speculerebbe sull'immigrazione, e nei confronti del governo (della classe politica «incapace e fumosa» in generale), che ha lasciato i siracusani a loro stessi a gestire gli sbarchi e le “evidenti” conseguenze «relative all’emergenza sanitaria ed all’ordine pubblico», mentre si riempioni di tante buone parole ma senza intervenire e aiutare come dovrebbero (e questo è, appunto, buonismo).

È la solita accusa allo “stato” assente, che si riempie, a parole, di tanti buoni principi (buonismo, appunto) ma che non fa nulla (o fa troppo poco) per favorire le opportune condizioni che consentano di realizzare quei principi.

Vero? Falso? Non è quello che ha scandalizzato i bempensanti, ovviamente.

Quello che ha scandalizzato i bempensanti sono le affermazioni riguardo l'immigrazione e i suoi effetti:

  • evidenti conseguenze relative all'emergenza sanitaria ed all'ordine pubblico (recenti disordini1);
  • si stanno ripresentando malattie che in Italia erano scomparse.

Visto che il nodo (diciamo così) è sull'associazione tra malattie infettive e migranti, mi concentro su questo.

Per prima cosa, faccio notare che c'è effettivamente, in generale, una relazione tra migrazione e salute. Fornisco al twitterista un paio di link che ho trovato al volo, di cui uno l'avevo anche già letto.2 Lo scopo è semplicemente mostrare un fatto noto, o che dovrebbe essere noto, e cioè che virus, batteri e compagnia bella usano gli esseri viventi come vettori. Quindi anche l'uomo è un vettore quindi c'è una probabilità, dipendente da svariati fattori, che veicoli da un punto A a un punto B un'infezione e che contagi altri.

Ora torniamo alle parole del bempensante; egli si scandalizza perché l'articolo

associa la diffusione di malattie infettive agli sbarchi dei clandestini

Non sta osservando che, pur essendo la cosa possibile, i dati sono falsi — di fatto i dati nell'articolo non ci sono, quindi non si sa su cosa si sta basando. Comunque, sembra che stia mettendo in dubbio proprio che possa esistere un rapporto causa-effetto tra la diffusione di malattie infettive e immigrazione (“clandestina”3).

Salto un attimo alla “conclusione” (sua) che mi ha spinto a scrivere questo testo.

Qui è evidente un grande problema culturale. Non si sta parlando dell'onere della prova, ma di atteggiamenti da assumere basandosi su conoscenze, su ciò che si suppone che sia vero e falso. Se una affermazione sia verosimile o inverosimile, plausibile o meno.

Abbiamo una informazione certa: le malattie si possono “spostare” usando come vettori gli esseri umani, per esempio nel caso di migrazioni.4

Abbiamo poi due affermazioni: c'è un incremento di malattie prima scomparse5 e l'incremento è dovuto agli immigrati. Riguardo quest'ultima, abbiamo già detto che è plausibile. L'incremento di malattie prima scomparse è un dato che dovrebbe essere facilmente verificabile, ma non si può dire nulla finché non si fa. (E non può dire nulla nessuno, non è che un bempensante può dirlo, e un malpensante no).

Dunque abbiamo una affermazione che non sappiamo se sia vera o falsa, e un'altra che è corretta, nel senso che le migrazioni possono portare all'incremento di malattie, prima nella popolazione migrante stessa (per via di condizioni igienico-sanitarie insufficienti ecc.) e poi, per contagio, eventualmente, nella popolazione ospitante.

Non sapendo se sia vero o falso l'incremento, cosa viene in mente per prima cosa? Che bisogna controllare i dati prima di sbottare “Che schifo”.

Invece no. La prima cosa che si pensa è che l'affermazione è stata fatta perché c'è una discriminazione. Una considerazione che non cambia di una virgola quanto detto: che il giornalista sia discriminante o meno, non rende vera o falsa l'affermazione (siamo sempre le solite fallacie, insomma).

Inoltre, dopo tutto questo ragionamento, espresso con difficoltà a colpi di twitter frammentati, il bempensante insiste che sia io (!) a dover fornire i dati per provare che l'affermazione non è, di per sé, discriminatoria, ma che dice “la verità” — una cosa che non mi interessa affatto dimostrare o smentire.

Ma l'accusa implicita è già stata lanciata, in modo prevenuto e aprioristico, senza basarsi su nessun dato: il tipo di conoscenza migliore per tutti i bempensanti!

Dunque, senza sapere se l'affermazione (c'è stato un incremento di malattie prima scomparse) sia vera o falsa6, propendono spontaneamente per il considerarla falsa. Perché? Perché l'irrazionalità regna sovrana e dove non si hanno sufficienti informazioni, invece di sospendere il giudizio in attesa di averle, si preferisce dare per prediletta l'ipotesi che crea la minore dissonanza cognitiva.

E naturalmente, se un soggetto terzo rispetto al bempensante e all'autore dell'articolo ti fa notare che per poter esprimere un giudizio che non sia un pregiudizio devi per prima cosa avere i dati e che se non li hai non c'è alcun motivo per propendere per il “falso” piuttosto che per il “vero” (alla luce del fatto che l'affermazione non è inverosimile), devi pretendere da lui i dati che confermerebbero la “sua tesi”7.

Prima di illustrarvi i vari tweet, notate che il discorso è piano piano scivolato dalla (mia) critica alla frase (parafrasata) “che schifo pensare che la migrazione sia collegabile alla diffusione di malattie infettive” ad altro: starei sostenendo, per altro senza “prove”, una nuvola oscillante di tesi — forse la “mia” tesi è che l'affermazione del giornalista riguardo l'aumento di malattie prima scomparse sia vera (perché tutti sanno che dire «non puoi affermare X riguardo Y senza sapere se Y è vero o falso» equivale a dire «Y è vero»); o forse starei dicendo che, visto che le migrazioni possono essere associate alla diffusione di malattie infettive, allora in questo caso è vero che lo siano (ciò implica affermare che sia vero l'aumento di cui parla l'articolo)8

I tweet

(Alcuni non tutti; non sistemati benissimo, commenti frettolosi…)


Uno dei bempensanti che esprime un giudizio (un pregiudizio), ignorando tutti i dati necessari per poterlo fare…


Il bempensante 1 estrae questa logica (non si sa bene come e perché): se tu, europeo ricco e benestante e in salute, in una nazione senza particolari malattie, dopo esserti fatto le vaccinazioni richieste per andare nel paese dove vuoi andare, ci vai e poi torni, saresti a rischio di portare infezioni9 e non dovresti più rientrare.

Quale sia il nostro approccio, o quale debba essere, è tutt'altro argomento. Ma tutto fa brodo.

Mi suggerisce delle letture (da un link da me dato) che dicono come prevenire ipotetiche diffusioni di malattie… come se il fatto che si sappia cosa fare per la prevenzione implichi che quei protocolli vengano applicati bene e che dunque non sia possibile l'aumento di particolari malattie… Anche qui, non fa una piega.

(Continua con una serie di post che dicono quello che andrebbe fatto per prevenire problemi di ordine sanitario…)

… altri tweet simili omessi …

«Quello non lo dite»? Ecco, amico bempensante, tutto molto bello, ma il buonismo è proprio questo: sapere quello che andrebbe fatto, ma non farlo10; dire come le cose dovrebbero essere affinché non ci siano problemi, facendo finta che basti dirlo affinché non ci siano… ma lasciare poi che le cose vadano quasi per la loro strada — l'articolo accusa proprio l'assenza di fatti che accompagnino le parole, e che la politica incompetente e fumosa ha lasciato la popolazione a sé stessa.

In ogni caso, notate come si espande l'argomento e non si riesce a restare in tema, sullo specifico punto osservato e criticato. Come si scivoli in una specie di loaded language in cui si suggerisce che l'interlocutore (io) neghi la bontà di quelle misure o peggio, le abbia “nascoste” per portare avanti la propria (!) tesi, che è condivisa con quella dell'articolo che è xenofobo e quindi è la tesi degli xenofobi («non lo dite»).

La summa di questa deriva è nel tweet

La mia replica, ricomposta dai tweet:

tema è relazion tra migrazion- epidemie/salute.che ci sian modi x arginare,nessuno lo nega.ma quel che

è evidente è l'isteria buonista:ha osato dire che c'è aumento malattie locali per via di immigrazioni??

anche se si applicano tutte le misure e controlli del caso,nn è detto che nn ci sia effetto.ergo >

nn è questione di razzismo/xenofobia,ma reale problema sanitaria di cui tener conto.se hai dati che>>

>>dati che negano che ci sia aumento malattie, portali e contesta l'affermazione.nn te ne uscire

con la solita solfa "hai osato dire che",visto che è una possibilità reale.

Forse non mi sono espresso benissimo: visto che è una possibilità reale che certe malattie aumentino come conseguenza di flussi di migrazione, allora prima di uscirtene con «hai osato dire che» (ovvero versioni simili), magari devi avere dei dati che ti dicono che non è ciò che è successo o sta succedendo. Altrimenti, come dicevo prima, la tua stizza si spiega solo con il pregiudizio: dire una cosa del genere è xenofobia. A prescindere da quale sia il dato reale, che il bempensante non conosce, ma dà per scontato.


Un intervento che giustamente ricorda che è il caso di parlarne con il Ministro della Salute. Come ricorda anche il documento che ho fornito io tramite link, ciò che comporta la migrazione in termini sanitari è qualcosa di studiato e tenuto in considerazione. Solo quando l'argomento entra nel dibattito pubblico e nei giornali (che esprimano posizioni in odor di xenofobia o meno) si vedono reazioni illogiche e irrazionali come quelle illustrate in parte qui.

Il documento nel tweet mostra come la politica “sappia”, in base ai vari osservatori e “monitor”, che si debbano attuare misure per evitare epidemie indesiderate — si chiama prevenzione, e se non si facesse, si potrebbe assistere appunto all'insorgere di epidemie o episodi di malattie non frequenti in Italia. Là dove non si fa, o non si fa bene, o non si riesce a fare bene per colpa di strutture e risposte inadeguate che non riescono a sostenere la “pressione” e l'“intensità” delle migrazioni, si allargano le maglie e aumenta il rischio.

Il bempensante ci tiene a precisare che il ministro ha già chiarito, e “Margherita” che «Pur in presenza di un rischio remoto di importazione dell'infezione»

Questo thread non mi interessa e se lo ritrovo lo salto. Segue un filone che ha impostato il bempensante, che essendo tale pensa che far notare che ci sono preoccupazioni reali che vengono valutate relativamente ai flussi migratori sia razzismo e che se mostra che tali valutazioni non ritengono necessario, nel momento specifico, certe misure, allora chi si preoccupa lo fa solo perché è razzista/xenofobo.


Tornando al twitteraggio con l'amico bempensante — che, come tutti i finti amici che fanno finta si saper ragionare e fanno finta di voler capire, poi darà segni di delirio…11

Manda un tweet sospetto, con una possibile ironia pacata. Sembra voler dire: tu pensavi di avermi dato un documento per corroborare la tua tesi razzista (!), invece no, mi hai dato un ottimo documento per «combattere i razzisti».

Ma in fondo, dipende cosa ci leggi. Se gli scodelli tutto quello che andrebbe fatto per far stare meglio tutti, un razzista medio standard come viene dipinto dalla propaganda attacca con “quanto ci costa?” e diventa ancor più razzista — che poi bisognerebbe parlare di xenofobia, perché non penso proprio che sia una questione razziale…

Insomma, l'articolo fa una affermazione, che non si sa se sia vera o falsa, e dal voler credere che sia falsa, scatta il sospetto di xenofobia (o viceversa?). Ignorare una possibilità (cfr. il primo tweet che dice “Che schifo”) perché dà fastidio a quelli che devono per forza a tutti i costi essere politically correct, è un altro volto del buonismo anti-pragmatico.


Riprende l'argomento centrale (sembra…)

Ok, allora tu, senza aver guardato uno straccio di dato, su cosa ti sei basato per decidere che è “razzismo” e non informazione? Sul pregiudizio bempensante, come dicevo prima: dal punto di vista del lettore non informato dei fatti e dei dati ci sono due opzioni equiprobabili. Ma se cerchi di farlo notare, ti viene fatta la domanda: allora mostrami i dati…

Comincia a deviare e parla di cause. Prima era passato a raccontare qual era la soluzione. Ora ci dice qual è la causa. Ciò di cui si sta parlando sta al centro, però a lui piace raccontare della cause (come se cause diverse cambiassero l'aspetto del problema o lo stato di verità/falsità dell'affermazione dell'articolo) dopo aver riportato le “soluzioni” — senza sapere tra l'altro quali siano applicate e quali no.

Anche qui, tutto molto bello: è colpa nostra se si ammalano. Va benissimo. Se hanno una malattia infettiva per colpa nostra o per altri motivi, cambia qualcosa da un punto di vista epidemiologico?

Non penso proprio. Però anche questo è un argomento molto molto pertinente.

(Per inciso, “rinchiuderli” aumenta i rischi di epidemie; ma prima di rinchiuderli si sono fatti un viaggio assurdo e terribile e già lì ci sono le condizioni sufficienti per una “ipotetica infezione”)


Gli avevo ripostato il PDF di prima, chiedendogli se glielo avessi dato. La replica

(Fa riferimento a quelle che io ho chiamato “soluzioni”).

La risposta è d'obbligo — e pure troppo garbata.

E qui parte l'accusa, che conferma il suo modo di non ragionare.

È quello che dicevo prima. Le “mie tesi” quali sarebbero? Che in mancanza di informazione non può affermare che sia falso quanto affermato dall'articolo, visto che è verosimile e plausibile. Dal fatto che stia dicendo che non può affermare che sia falso quanto affermato dall'articolo, deduce che io stia allora affermando che sia vero! È una fallacia, ma vaglielo a spiegare.

Quindi avrei filtrato l'informazione (dandogli l'intero documento invece che inondandolo di tweet come da lui fatto) per confermare la mia tesi, che non è quella che dicevo prima: per lui la tesi che sto sostenendo è un'altra: che sia vero quanto riportato dall'articolo.

L'articolo (cioè il o i link da me dati) offre una soluzione a un ipotetico problema, dice; come se si stesse parlando del fatto che non ci sono soluzioni… Come se avessi negato che le soluzioni esistono (ne esistono tante, se è per questo).

Le mie tesi?

Tornando all'esistenza delle soluzioni. Certo, chi lo nega che esistono? Ma bisogna attuarle; quelle o altre. Il buonismo di cui parla l'articolo sono chiacchiere, che si risolvono nell'aver lasciato un popolo a sé stesso — della serie grazie, sbrigatevela da soli. È questa l'accusa. E bada bene, mica so se è fondata o meno. Ma sarebbe di nuovo un problema di conoscenza dei fatti: l'unica fonte sono i giornali, ma le persone del posto che dicono? Perché hanno fischiato? (Ma sarà vero che hanno fischiato? E poi applaudito? Anzi: sarà vero che la Boldrini è andata a Siracusa?)

Sono stato abbastanza chiaro? A me sembra di sì.

Ma per il buonista bempensante che, mi dispiace dirlo, non è abituato al pensiero logico né è a suo agio con alcuni problemi della conoscenza, è necessario che io produca un dato!

Lui disse, eccone un altro che legge solo le copertine… E io dico, eccone un altro che pensa che l'applicazione sbadata dell'imitazione del metodo scientifico risolva i problemi della conoscenza!

“Amico” bempensante, se io non produco i dati, se tu non produci i dati, se l'autore dell'articolo non produce i dati, se nessuno produce i dati12, stiamo esattamente dove ho detto che stiamo: possiamo dire solo che c'è il 50% di probabilità che la pretesa sia vera, e il 50% che sia falsa.

La possibilità che il claim sia falso non è escludibile sulla base della presunzione di razzismo/xenofobia o discriminazione di chi ha scritto l'articolo. Tanto più che, come ho avuto modo di illustrarti con il documento di cui avrei letto solo la copertina e che avrei selezionato per “confermare” le “mie tesi” (cioè le tesi che tu pensi che io ho esposto o sostengo…), i flussi migratori (e non si parla di turisti) pongono dei problemi sanitari che non vanno trascurati — dovresti sapere che se non si applicano le soluzioni a un problema, il problema resta, se c'era; e dovresti sapere che se la causa delle malattie infettive è un Dio crudele o il pidocchio che prolifera per colpa nostra, l'effetto hic et nunc (cioè in un certo arco temporale) non cambia.

Ma lui preferisce fare questo tipo di “ragionamenti” (notate che si aggancia a un tweet senza leggerne il seguito, anche se si capiva che stavo per fare una specificazione che deveva rimanere parte del contesto, onde evitare fraintendimenti…):

Glielo rispiego:

hai considerato solo metà di quanto ho scritto.avevo accennato che,nn avendo un dato,l'affermazione nn mi fa

non mi fa strappare i capelli e gridare allo scandalo.la prendo come dato da confermare e smentire, tenendo conto««

«tenendo conto del fatto che è PLAUSIBILE. parola misteriosa. essendo plausibile,prima di strapparti i capelli,

prima di strapparti i capelli sei tu che devi essere a conoscenza di qualcosa che confuta l'affermazione, che non sia

.. che non sia "non può essere sennò stiamo dicendo che portano malattie e questo è brutto".

Ma si sa, chi non può capire, non capisce che quel che gli pare.

E tanto perché ha il suo effetto scenico, deve riprendere una citazione:

La crassa risata e l'ottusità non lasciano indifferenti — un po' di sarcasmo ci sta.

E insiste… ormai si sta trasformando nel solito bulletto da twitter, che non trova di meglio che “sbeffeggiare” visto che non capisce se ha controargomentato bene o no — o forse per altri motivi, che non mi interessano.

Dunque alla fine, dopo poetesse che mi accusano di fare poesia invece che ragionamenti, dopo pseudointellettuali criptofascistoidi che mi accusano di supercazzole, arriva quello che mi accusa di sofismi da 4 soldi!

Naturalmente l'iter è il solito. Le chiama minchiate, ma lui non ha alcun dato per poterle smentire e confermare che lo siano, altrimenti me lo avrebbe scodellato da un pezzo. Quindi la sua certezza, allo stato attuale, non è fondata su nulla di oggettivo; ed è viziata da un pregiudizio: che chi faccia affermazioni simili sia xenofobo e che affermazioni simili siano false.

Proviamo a rispiegarglielo?


A questo punto succede un'altra cosa tipica: il tono paziente. Come per dire: visto che sei duro di comprendonio, e io ho ragione (pur non avendo assolutamente capito quello che dici), ti rispiego come stanno le cose.

Ecco il suo ennesimo tentativo. Ma non basta naturalmente restare sul punto su cui si sta discutendo: bisogno allargarlo.

Finora, si è parlato solo e soltanto della relazione tra migrazioni e malattie. I documenti / link che gli ho dato sono chiari: di quello volevo parlare. Ma lui ritira fuori l'intera frase, di fatto introducendo un altro argomento (è una fallacia, al volo non mi viene in mente quale).

Si conclude di nuovo con la richiesta della prova, confermando tante cose non lusinghiere. Diciamo che non ha inteso il problema dal punto di vista gnoseologico e continua a credere che basti che io non sia in grado di fornire una prova affinché automaticamente l'affermazione sia provata falsa e lui abbia ragione.

E se l'aveste dimenticato, il suo sbigottimento iniziale era sul fatto che si linkasse un articolo che «associa la diffusione di malattie infettive agli sbarchi dei clandestini»… Non è tanto diverso dal dire “che schifo“ per un documento che analizza la correlazione tra migrazione e malattie infettive, tanto da proporre delle soluzioni per evitare un potenziale problema. La parola che piace al bempensante è ipotetico: certo che parliamo di qualcosa che può accadere, non qualcosa che accadrà di sicuro. Ciò non toglie che è necessario pensare a delle soluzioni. Il che vuol dire che il problema, se non si attuano soluzioni, può esserci. E visto che l'accusa dell'articolo è, in pratica, che lo stato non sta agendo (al di là della retorica buonista) come dovrebbe, su quale dato dovrei basarmi per rigettare d'istinto (istinto buonista), senza avere dati che smentiscano o confermino, che ciò che viene detto, oggi, è falso? (E domani, se si continua così, se non si fa ciò che va fatto, che siano le soluzioni elencate dal bempensante o altro, sarà ancora falso?)


  1. Sembra far riferimenti ad episodi di cronaca particolari e appunto recenti. Ma sappiamo che, se non sono stati sparati a tutto schermo o grandi titoli sui media nazionali, non sono di rilevanza alcuna — virtualmente non esistono per la maggior parte di noi.

  2. Migrant health: Background note to the ECDC Report on migration and infectious diseases in the EU e Infectious Disease Movement in Borderless World: Workshop Summary.

  3. Specifico clandestina sia perché è il termine usato nel testo e dal bempensante, sia per sottolineare la circostanziale eccezionalità e la difficoltà di controllo capillare di tale fenomeno, magari per attuare le norme di profilassi richieste — e qui si ritorna all'accusa dell'articolo sulla presenza e sull'interesse dello Stato per la situazione, che si realizza solo a parole, tramite la retorica buonista, secondo la tesi dell'articolo, ma che in concreto lascia gli ospitanti allo sbaraglio. Anche questo: vero? falso?

  4. Abbiamo anche altre osservazioni che fornisce lo stesso bempensante: le condizioni igienico-sanitarie non buone aumentano il rischio di malattie e durante i viaggi e nei centri di accoglienza — anche qui si può ritornare all'accusa allo stato che ha lasciato la popolazione a sé stessa ed è capace solo di retorica buonista.

  5. O, più probabilmente, con una incidenza tanto bassa da potersi considerare totalmente sotto controllo.

  6. Abbiamo già detto che non è inverosimile.

  7. “Sua” cioè del soggetto terzo!

  8. Per dirla a mo' di logica modale: la possibilità che X accada, non implica la necessità che X accada.

  9. Corretto, soprattutto se non è stato in un albergo per turisti e se non si è fatto vaccinazioni. Il rischio va valutato in base al paese in cui è stato e all'esposizione. (Inoltre se sei stato in certi paesi da meno di un tot tempo non puoi donare il sangue — dipende se il paese è considerato endemico o no…)

  10. A parte che in questo caso non è buonismo, ma andare fuori tema. È come se io ti stessi dicendo che c'è un aereo che sta precipitando e tu mi venissi ad elencare tutti i controlli che si possono fare a terra per evitare che precipiti…

  11. Che si manifestano nelle solite forme.

  12. Più che produrre, bisognerebbe dire semplicemente: conosce.

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