venerdì 2 maggio 2014

Sovra-pensiero

Vi introduco in quella che è più che altro un'esperienza personale, un sodalizio per fortuna mai iniziato.

Scusate ma non resisto: l'effetto tragicomico scaturito dalla seguente dichiarazione è stato dirompente.

Siamo persone che cercano convergenze più che scontri.

Dalla pagina dell'ARS, Associazione Riconquistare la Sovranità.

Il post è un po' lungo e poco appetibile ai più (cioè da 3 lettori scenderò a 1 o 0); forse a breve, un giorno, ci sarà un seguito in cui metterò in modo più sintetico e strutturato (e probabilmente, per necessità, anche meno documentato e ragionato) le mie critiche a questa associazione, ovvero ai suoi esponenti più attivi e rappresentativi.

Ma che ci faccio qui?

Intendo sulla Terra, un pianeta popolato da strani bipedi pericolosissimi. No, scherzo (sul fatto che intendo che ci faccio su questo pianeta, non sul fatto che certi bipedi siano pericolosissimi).

In breve: sul mio profilo Facebook ho talvolta postato frammenti presi qui e lì da testi “politici” di Chomsky (se ho dei miti, egli è fra questi) e di altri autori.

Potete probabilmente leggerne alcuni voi stessi, avendoli messi come note pubbliche o in stati pubblici. Un paio di esempi:

In più, ho fatto altri interventi, o messo altre citazioni, spesso come stati pubblici, che rivelavano un certo interesse per alcune questioni del mondo moderno, di carattere tanto economico quanto sociopolitico.

Orbene, questi frammenti e interventi originali (pochissimi) hanno attirato l'attenzione di un ex collega di università —non me ne voglia per questo post— che mi ha “introdotto” a questa associazione di cui è socio fondatore.

Non ricordo l'iter e la cronologia di preciso, comunque fatto sta che alla fine ero iscritto al gruppo Facebook generale (di recente intenzionalmente in abbandono), avevo premuto Mi piace alla pagina, ero iscritto al gruppo regionale e avevo due nuovi amici Facebook: il Presidente dell'associazione e un membro del comitato direttivo responsabile per il Lazio.

Naturalmente tutto ciò non avvenne a mia insaputa. Avevo letto dei documenti interessanti, ogni tanto tra le nuove (sempre di Facebook) comparivano dei post più o meno interessanti su cui cliccavo Mi piace.

Circostanze e singoli punti… ma fin dall'inizio fu un dubbioso osservare sospettoso, acuito dal momento in cui il presidente si congedò in un messaggio con «Saluti patriottici». Meglio stare alla finestra e guardare, allora.

Ora sapete perché mi trovo in contatto con una associazione che si chiama Associazione Riconquistare la Sovranità.

Veniamo perciò al dunque.

Convergenze, non scontri.

Se non ricordo male era stato fatto un discorso simile in un post che ho interiorizzato così: non fa niente cosa voti, come la pensi su questioni che non hanno nulla a che fare con la “sovranità” (poi vediamo meglio di che si tratta), qui sei comunque il benvenuto se hai idee “sovraniste” (e, di nuovo, poi vediamo meglio di che si tratta).

Allora… perché c'è l'effetto tragicomico? Perché il presidente, la cui personalità dà l'impronta all'ARS intera, anche con la compiacente complicità di suoi pari subordinati allineati, si esprime come il seguente campionario mostra1.

In disprezzo di Magdi Allam. Quando divenne vice-direttore del Corriere della sera mi convinsi che era una spia: […] Mi rivolgo agli elettori di Fratelli d'Italia, partito che non voto e che non voterei mai, perché non lo votino e lo boicottino, mostrando a questo ANTI-ITALIANO tutto il disprezzo che merita. A Dio piacendo, un giorno cacceremo questi cancri dal nostro paese.2

I CHIACCHIERONI in una organizzazione politica SONO DANNOSI3 "E'meglio che dieci persone che lavorano effettivamente non possano chiamarsi membri del partito..., piuttosto che un solo chiacchierone abbia il diritto e la possibilità di essere membro del partito" (cit)

PORTAVOCE TROPPO PAGATI: BASTA CON I PRIVILEGI. Per cortesia non chiamate più "parlamentari" i deputati pentastellati: sono "portavoce" […] Per questo ruolo, comparsa in un reality, effettivamente, 2500 euro al mese sono davvero troppi.

Nell'ARS stanno entrando i migliori4

Alcuni venetisti vogliono andare via. Io direi che siamo tutti contenti se vanno via. Ovviamente il veneto resta qua

I problemi gravi del M5S non sono né i votanti, né simpatizzanti pentastellati, né la maggioranza dei pentastellati né Grillo e Casaleggio. Il problema grave sono i grillini, una delle fecce più meschine del popolo italiano […] i commenti a una semplice battuta di Panariello confermano il carattere mediamente miserabile dei grillini, idolatri e fanatici ignoranti.5

E' EVIDENTE che o si sostiene che i 1700 che l'hanno votata, senza conoscere altro (magari 100 la conoscevano personalmente) sono dei deficienti, o si è in mala fede, altrimenti si è deficienti. Punto.6

Ma come cazzo si fa a votare lega? La lega è stata filotedesca, indipendentista, ha promosso il federalismo-regionalismo sfascista, ha dato rilievo al trota- il massimo della stupidità e il minimo dei figli di papà.

BASTA CON IL SEMPLICE "NO EURO": DISTRUGGERE L'UNIONE EUROPEA. DISTRUGGERE L'UNIONE EUROPEA

COME FATE A DUBITARE CHE IL PD SIA MORTO? L'OPPOSIZIONE AL NARCISO PARACULO RUFFIANO, FURBO, ROTTAMATORE, COMUNICATORE E' CAPEGGIATA DA COSTUI [parla di Civati].

ODIO l'economicismo, il concorrenzialismo, il liberoscambismo, la promozione del debito al consumo, l'antistatalismo.7

Chiunque si dichiari "nazionalista europeo" o è ipocrita o è uno sciocco.8

IL REDDITO DI CITTADINANZA E' INCOSTITUZIONALE. In applicazione del nobile principio "chi non lavora non mangerà"9

IL PD E' MORTO: CHE BRUCI NEL FUOCO DELL'INFERNO!

RENZI, IL PEGGIOR ITALIANO VIVENTE. ITALIANI, IL VOSTRO NEMICO SIETE VOI

Ultimamente ho cercato invano di convincere alcuni pentastellati sovranisti ad entrare nell'ARS. Non ci sono riuscito e ciò mi ha sorpreso, perché tre erano persone davvero intelligenti ed acute […]10

La nostra e' TUTTA LA VERITA' E QUINDI E' LA VERITA'.11

ma i partiti che citi sono già il deserto dell'intelligenza, della volontà e della coerenza.

L'euro è solo il suo metodo di governo e chi si professa noeuro ma a favore dell'Unione europea è un cazzaro truffaldino

noi interessano le persone che SONO L'OPPOSTO DEI BIMBI MINCHIA12

SI SONO CHIUSE LE URNE: LA PRESUNZIONE DEI PIU' STOLTI DEL MONDO E' INTOLLERABILE

Altri esemplari modi di esprimersi e di pensieri di altri esponenti o simpatizzanti convinti:

chiunque continui a sostenerlo [il M5S, “ovvero” Casaleggio] sarà complice di un vero e proprio genocidio. Ma i "sovranisti" pentastellati, o semplicemente le persone di buon senso, cosa cazzo ci stanno a fare in questo movimento di cialtroni?

Noi non avevamo dubbi,ma i lobotomizzati grillini ?

RIFUGGITE LA DEMAGOGIA GRILLINA E RENZIANA! LE PROVINCE DEVONO RIMANERE. VANNO ABROGATE LE REGIONI.13

l’ARS rifiuta un VOTO INUTILE, affinchè i nostri figli non siano più costretti al VOTO “UTILE”14

ho ascoltato quello che F. Rampini, ospite della trasmissione, ha detto dinanzi alle telecamere di Santoro. Giornalista di Repubblica,“allievo” di Monti, radical chic, snob e con erre moscia a “ranocchia”!

in questa MALEDETTA SECONDA REPUBBLICA CONVIVONO TRANQUILLAMENTE SUPERMEGANEOLIBERISTI DI DESTRA E DI SINISTRA, OVVIAMENTE LA COSA PEGGIORE È LO SPIRITO SERVOSCHIAVOEUROPEISTA ( MONTI, RENZI ED IN PARTE ANCHE BERLUSCONI) E ANTIITALIANO CHE GLI ISPIRA!!!! PER ULTIMO VA FERMATA L'INVASIONE DEL NOSTRO PAESE

Lasciamo l'ipocrisia o la reticenza o il volemose bene ai milioni di persone che non sono impegnate politicamente in un progetto politico, sia pure in nuce.15

E' disgustoso il modo in cui si fanno raggirare certuni, badando alle stupidaggini senza avere la capacità di cogliere l'essenza delle cose e dei pensieri.16

quelli che dicono di essere sovranisti all'interno del M5S sono solo dei grandi paraculo

non direi che sono dei paraculi. Distinguerei: a) ci sono quelli che non capiscono nulla […] b) ci sono quelli che sarebbero sovranisti ma aspirano ad essere candidati, quindi sono opportunisti; […]

il M5S è una organizzazione penosa con al vertice molte persone mediocri

il periodo é drammatico...chi ha le capacità di intendere deve coalizzarsi per trovare soluzioni...dobbiamo salvarci e solo noi possiamo farlo...

Shhh...non ditelo all'oca giuliva piddina...

Se volete in parlamento chi è "chiaro e circonciso" fatti vostri.

quello di cui parli tu non è il militante medio, ma quello d'Eccellenza che spesso fa parte anche di e5s. Fidati, lo sai anche tu che il militante "medio" è un mediocre opportunista.

Scavando nei post (sia del profilo del presidente, sia delle pagine o dei gruppi) è possibile trovare altre chicche che evidenziano che la pretesa di essere persone che cercano convergenze e non scontri è, nell'ipotesi migliore, uno specchietto per le allodole.

In realtà i toni usati sono violenti, discriminanti, elitisti17; l'ideologia di fondo mira all'uniformità assoluta del pensiero sotto il cappello pro forma di una costituzione interpretata a modo loro, e ciò non può che portare a “polarizzare” le persone, a radicalizzare le differenze e ottenere, come risultato, scontri.

Poiché nei pochi casi in cui ho fatto degli interventi ho avuto piccoli assaggi di questa ricerca di convergenze e di apertura ed elasticità mentale senza eguali, ho trovato “tragicomica” la frase «Siamo persone che cercano convergenze più che scontri».

In uno di questi interventi, fra le altre cose domandavo se, aderendo all'ARS, mi sarei dovuto preoccupare del fatto di essere a favore della legalizzazione delle droghe leggere, a favore dei matrimoni omosessuali, a favore della riapertura dei postriboli, e così via. Volevo anche sottolineare che si stava sconfinando trattando questioni che mi sembravano fuori dal raggio di azione dell'ARS, almeno per come mi si era presentata all'inizio.

Menti ARS, me e il M5S

È da un po' che avevo osservato post sospetti, per così dire. I nodi sono venuti al pettine con maggiore chiarezza nel momento in cui è esplosa la serie di post contro il M5S; quel tipo di post che ti fanno domandare: ma con che razza di persone rischio di mescolarmi? Perché in realtà non erano critiche ben costruite: erano spesso l'amplificazione dei soliti mantra mediatici o rienunciazioni di tesi inquadrate tramite i media o i detrattori del movimento. Quando non lo erano e si sarebbero potute intendere come critiche costruttive, i toni e poi il tenore dei commenti chiarivano che in realtà anche in questi casi c'era poco da salvare.

L'“astio” nei confronti del M5S non è in realtà un problema, anche se quando è martellante e cieco diventa solo fastidioso —alla ricerca di scontri, appunto, e non convergenze18. Però è stato molto utile, perché ha messo in luce delle distorsioni del pensiero che mi rendono l'ARS19 indigesta, senza ombra di dubbio e con scarsa possibilità di recupero.

Voglio a questo punto fare qualche esempio. Parto dagli ultimi, perché su Facebook è più facile recuperare i post più recenti.

Sui risultati delle “parlamentarie europee”

In questo post D'Andrea si fa portavoce di alcune lamentele di alcuni pentastellati che «con ammirevole senso della democrazia» chiedono al «vertice del M5S di pubblicare i risultati del primo turno della parlamentarie europee». Naturalmente lo fa in modo tendenzioso.

L'unica cosa che non capisco è perché affermino che se non vengono resi pubblici il M5S sarebbe "come gli altri partiti". No, sarebbe MOLTO PEGGIO, perché una cosa del genere non è mai avvenuta in alcun luogo del mondo dove, almeno formalmente, si rispettino regole democratiche.

Qualche estratto del mio commento:

veramente quello che non è accaduto in alcun luogo del mondo (e magari da qualche parte sarà pure accaduto, ma non mi sembra che l'Italia sia tra questi) è che venga richiesto agli elettori di votare in simili evenienze delle candidature, le quali candidature non sono mai (o quasi) state tanto in sintonia con la totale "ecumenicità" e non "eliticità" dell'art.49 della costituzione, usato invece "qui" (da qualche altra parte) per dire esattamente l'opposto, in una esegesi opportunista che sfiora l'eresia anticostituzionale20. Ancora imperfetto — né mai potrà essere perfetto per tutti, ovviamente — il meccanismo, con ombre e problemi[…] ma comunque qualcosa nella giusta direzione. Dall'altra parte, per prassi, ci sono nomine e candidature con meccanismi del tutto oscuri, e a nessun elettore "della base" di quegli altri partiti è stato richiesto un voto, né è stato messo sotto processo da fior fiore di intellettuali il loro sistema decisionale, che appare totalmente opaco e autocratico, […] sarà anche solo questo il pregio del M5S: quello di aver creato aspettative e pretese democratiche in meccanismi prima del tutto al di fuori di qualsivoglia controllo o pseudocontrollo da parte degli elettori. Per quanto riguarda la strategia e il marketing dell'ARS21, puntare al M5S (specie in questo modo) è una perdita di energia ed è in realtà antistrategico. Penso che lo sarebbe qualunque fosse il bersaglio. Pestare i piedi per far saltellare qualcuno da una parte all'altra […], fomentare la polarizzazione per creare un gruppo compatto di "semper fidelis" iperdecisi privi di dubbi e simili a una milizia (religiosa), sul lungo periodo è un boomerang, mentre nel breve non può che creare una specie di setta che vedrà il suo (temporaneo, probabilmente) successo derivare solo da una situazione contingente (seppur duratura) favorevole (l'onda no-euro/euroscettici, la crisi economica, la crisi della politica ecc.) e non dall'organicità, profondità e "potenza" dell'"offerta politica". In termini di approccio e "strumenti" l'ARS non ha nulla da offrire, ha denominazioni e connotazioni che appaiono vecchie (probabilmente il riflesso di mentalità vecchie che non si sono ancora ben rese conto, per quel poco che è possibile, di quali siano le sfide odierne di questo mondo occidentale), ed è quindi (a prescindere dal valore positivo o meno dei "core concepts") destinata a diventare una specie diclub di appassionati nel momento in cui gli stimoli esterni, che ora alimentano un certo interesse, saranno metabolizzati e trasformati e resi innocui da quel "sistema" che potremmo definire come "nemico giurato" dell'ARS […]

Che si tratta di vero e proprio marketing è sottolineato anche da ragionamenti di questo tipo, che il presidente dell'ARS fa in risposta ad altre polemiche su questa propaganda esplosa per la campagna elettorale22 delle europee:

tu forse con un diverso atteggiamento sei riuscito a portare nell'ARS qualche pentastellato pentito? […] Io lavoro per l'ARS sei ore al giorno, con grandi sacrifici. Mi sembra ovvio che se il mio atteggiamento portasse all'ARS 10 iscritti e facesse perdere a grillo 8 milioni di voti io dovrei tenerlo23. Tu dici che se io non dicessi ciò che penso e che tu dici di condividere24 farei miglior proselitismo per l'ars? […] Quindi quando valuti l'atteggiamento che tu, come militante dell'ars, devi avere, devi porti sempre e soltanto dal punto di vista dell'ars25.

(Il tu non si riferisce a me, ma ad altro commentatore).

Il mio commento viene preso in considerazione da uno dei pensatori allineati26. Lo riporto anche come esempio di tipi di ragionamenti e mentalità che la dottrina dell'ARS si può tirare dietro.

il M5S credo faccia esattamente la stessa cosa27 ma proponendo alla fine dei conti le medesime ricette e il mantra anti-italico degli ultimi decenni[…] Per quanto riguarda l'apoteosi di Miyamoto suggerirei anche a lui di non ripetere sempre i soliti concetti che ormai non fanno più presa: NON AVETE SCELTA...IL MONDO É CAMBIATO! Mamma che paura...

Il mio discorso è diventato una apoteosi (di cosa esattamente non è chiaro —o forse costui non ha mai letto delle apoteosi in vita sua) e io ripeto i «soliti concetti» che non fanno più presa: «Non avete scelta, il mondo è cambiato».

Che il mondo sia cambiato è un dato di fatto. Il «non avete scelta» è un suo parto spontaneo. Suppongo che l'idea gli sia venuta leggendo il seguente passo del mio commento.

In termini di approccio e "strumenti" l'ARS non ha nulla da offrire, ha denominazioni e connotazioni che appaiono vecchie (probabilmente il riflesso di mentalità vecchie che non si sono ancora ben rese conto, per quel poco che è possibile, di quali siano le sfide odierne di questo mondo occidentale)

“Il mondo è cambiato“ e parlare di sfide del mondo occidentale che è cambiato equivale ad avergli detto «non avete scelta»… ma non si capisce a che scelta secondo lui io avrei fatto riferimento. Certo, se avessi detto “non avete scelta, dovete tenere conto del fatto che il mondo è cambiato”, solo un eremita lunare avrebbe potuto dire che c'è un'alternativa al doverne tener conto. Là dove è stato scritto che non ci si rende conto di quali siano le sfide odierne di questo mondo occidentale, a chi può venir in mente un incompleto «non avete scelta»?

Tornando al sigillo dottrinale dell'ARS. Nella sua risposta alle mie critiche/osservazioni, ammette finalmenbte di fare marketing politico (dopo aver detto di disprezzare chi lo fa), strategia elettorale, considerazioni tattiche con spruzzi di machiavellicità.

Tutto a posto, almeno per me che non ho speso tante energie e parole a condannare con estremo disprezzo queste pratiche e chi le attua. Ma bisogna sempre ricordarsi delle parole di Bertrand Russell

È chiaro anche che il pensiero non è libero se in una discussione tutti gli argomenti a favore di una parte sono continuamente presentati nella maniera più allettante possibile, mentre gli argomenti a favore dell'altra parte possono venire scoperti soltanto grazie a una diligente ricerca.

Qui il nodo è un po' questo: dopo aver identificato il “nemico“, se si fanno affermazioni tendenziose e capziose, analisi superficiali, se si deformano i messaggi del “nemico” stesso per portare acqua al proprio mulino ad ogni costo28, se addirittura si fa un'esegesi del tutto fantasiosa o improponibile della costituzione al fine di dire qualcosa di negativo del “nemico”29 con l'aiuto di una auctoritas, se si tacciono delle cose che potrebbero riportare al centro l'ago della bilancia, se si fanno tutte queste cose, allora si sta prendendo in giro il lettore, sperando che sia un idiota scarsamente critico, facilmente ingannabile e pregando che le sue indecisioni, la sua ignoranza o la sua ingenuità che un tempo l'hanno spinto (secondo questa interpretazione) a votare M5S in futuro lo portino tra le braccia dell'ARS e della sua “offerta politica” —che per ora non c'è.

Ancora meglio se il lettore che cade nella ragnatela ha già compreso nella confezione un bel pacchetto di preconcetti (eterodiretti) che lo rendano particolarmente convinto degli argomenti presidenziali e se ha pure tanta giovane energia per essere un bravo soldatino nelle mani del direttivo.

Non mi aspettavo di certo disonestà intellettuale o manifesta stupidità e incapacità quasi totale di obiettività, analisi e ragionamento. La mia delusione è ancora più scottante quando riconosco l'errore del mio giudizio iniziale (qualcuno si sarà accorto che avevo ben pubblicizzato l'ARS).

Il commento del presidente finisce così:

Tu continui a valutare ciò che dovrebbe fare l'ars non nell'interesse dell'ars ma da altri punti di vista. Ciò non ha alcun senso logico.

Riguardo questo punto, rispondo così:

Parto dal fondo. Non “valuto” cosa dovrebbe fare o dire l'ARS: semmai “valuto” cosa fa e cosa dice l'ARS (cioè in realtà, cosa dicono e fanno o fanno fare i “portavoce”). Non sono qui e in nessun altro “luogo” (politico o non) per fare gli interessi specifici di un'entità astratta che non ha alcun valore e significato di per sé: lo ha solo in relazione alle idee che porta. Fare gli interessi dell'ARS non sarebbe poi incostituzionale? Mi sforzo più di capire cosa è meglio per gli interessi —azzardo— dell'Umanità, addirittura… o anche “solo” dell'Italia. Sicuramente non curo gli interessi di una specifica associazione i cui “portavoce” hanno a più riprese manifestato un “modo di pensare” incompatibile con un ruolo positivo dell'ARS nel mio Gioco del Mondo.

Proseguo specificando meglio cosa intendevo con connotazione e denotazione vecchia.

con connotazione intendevo quanto emerge o si può dedurre da ciò che, pur non essendo espresso in “forma manifesta” nel programma, nello statuto e negli altri documenti ufficiali dell'ARS (e questa sarebbe, sempre secondo la mia definizione ad hoc, la denotazione), viene detto o scritto, più o meno esplicitamente tanto dai “portavoce” quanto dalla “nuvola” che orbita intorno all'ARS

Cosa ha contribuito alla connotazione dell'ARS?

Tra i contributi più orripilanti a tale connotazione, che completa il mio “significato” corrente dell'ARS e che naturalmente non voglio contribuire a far riprodurre, ci sono l'élitismo e l'incapacità di comprendere i fenomeni sociali e di massa, le loro dinamiche e i loro meccanismi. Il segno di questa incapacità ricompare all'inizio del tuo commento, nell'osservazione che alle parlamentarie, a fronte di milioni di voti del M5S, i votanti sono stati 35000. Le implicazioni che sottintendi (evidentemente non positive) e soprattutto con le quali pretendi di esprimere un giudizio ragionato, sono per me inaccettabili e non supportabili.30

Cosa ci suggerisce questo esempio?

Questo esempio, insieme ad altri indizi, è indicativo di una concezione del mondo (e della società) vecchia, costruita con strumenti e su conoscenze, nozioni e “cultura” vecchi e inadeguati a descrivere e quindi capire la realtà presente — e questo è il vero problema, perché il fatto che siano “vecchi” di per sé non è un difetto. Metaforicamente, si finisce per costruire una teoria del viaggio basata sul presupposto che la terra sia piatta. Più in concreto, si può finire per fare marketing (politico) in modo goffo, nello stesso momento in cui si nega con forza di fare marketing e lo si osteggia (quello fatto da altri) con “argomenti” da moralista.31

Chiudo sui “ragionamenti” che hanno rivelato il motivo strategico dietro la scelta di bersagliare in continuazione il M5S anche con argomenti tendenziosi, capziosi, superficiali ecc.

Almeno ora è chiaro che lo scopo intenzionale è quello di pescare simpatizzanti o militanti dal M5S sfruttando un misto di spavento, disinformazione e dosi di “connotazione ARS”, che avrà pure il suo fascino per certi; questo perché in quel bacino si possono trovare tanti (tanti? quanti?) ventri molli per le idee dell'ARS, pronti a saltare il fosso… […]

Il presidente perde le staffe verbali e mostra il suo lato amante dell'insulto, rabbioso e aggressivo. Ma soprattutto, a parlare è proprio uno dei volti dell'élitismo, forse di matrice borghese-aristocratica, quasi certamente di stampo ottocentesco. (Enfasi aggiunte).

Con uno che parla di concezioni del mondo vecchie non ha nemmeno senso parlare: è un presuntuoso, un infantocratico32, uno che segue le mode, uno di coloro che non sanno che la storia torna sempre indietro, uno che non conosce i circoli della vita, un anti-romantico. Tra l'altro non è nemmeno intelligente, perché scrive: "Almeno ora è chiaro che lo scopo intenzionale è quello di pescare simpatizzanti o militanti dal M5S sfruttando un misto di spavento, disinformazione e dosi di “connotazione ARS"33. No, noi non abbiamo nessuna stima dei bimbiminkia, dei fissati della democrazia diretta34, dei tastieristi, di coloro che non interpretano l'uno vale uno come noi suggeriamo (in senso opposto al M5S). A noi interessano le persone che SONO L'OPPOSTO DEI BIMBI MINCHIA: anche l'ars e' l'opposto del m5s. all'ars interessano Fidesz35, il partito comunista portoghese36, il Front National37 il KKE38. L'Italia sta avanti perché ha il M5S39? No, crediamo che stia indietro rispetto a quelle nazioni e la decadenza si vede proprio dal M5S, che non ne ha colpa: ne è lo specchio. Noi diciamo che il M5S è un inganno40. La base del M5S sono quei trentamila tastieristi che hanno votato e altri centomila che vanno a vedere gli spettacoli di Grillo. Questi 130000 non ci interessano e ad essi sbattiamo in faccia tutte le analisi che svolgiamo senza remore41. Poi è noto che una minoranza, l'elite, si forma anche grazie al famoso metodo della zampata alle palle42: ad alcuni, pochi, fa bene, ascoltarci: li sveglia. Ma ovviamente impiegano molto tempo prima di capire che devono considerare bene tutto ciò che consideravano male e male tutto ciò che consideravano bene, almeno da parecchi punti di vista43. […]

Parti significative della mia risposta, scritta quasi al volo (enfasi aggiunte):

Per quanto riguarda la presunzione, devo aver letto troppi tuoi post in cui dai il buon esempio. […] Il dubbio è di solito molto importante per me, ma nel dialogare con chi ne fa un disvalore, con chi trova inaccettabile dar spazio ad un'idea ma anche al suo "contrario", per forza di cose evito (nemmeno del tutto) le formule dubitative. […] Non mi pare il caso di inalberarsi come un bambino indispettito per il fatto che ti ho attribuito "concezioni" vecchie del mondo o di altro. Intanto, è una constatazione e (come ho già scritto) di per sé non è un difetto […] C'è però almeno un problema: un conto è avere, abbracciare e promuovere "concezioni" vecchie ma capire che il mondo è cambiato e cambia in continuazione e che pertanto è necessario analizzarlo attraverso44 "concezioni" e "strumenti" nuovi, anche solo per sapere come "guidarlo" sulla strada segnata dalle "concezioni" vecchie; un altro conto è invece avere, abbracciare e promuovere "concezioni" vecchie, e fermarsi lì. Questo è un limite che rende ciechi; come ho già scritto con altre parole, chi si pone questo limite non può interpretare il mondo corrente, non lo può capire, e pertanto non può realmente trasformarlo. La storia torna sempre indietro, è ciclica? Un'idea che va di moda. […] La storia sembra ciclica: ma è "solo" autosomiglianza. E il motivo per cui c'è tale autosomiglianza, a un certo livello, penso che sia da ricercare nel fatto che il soggetto (agente ed osservante) della storia è sempre l'uomo; per inciso, tra le molte capacità umane c'è quella di trovare relazioni tra cose che "si somigliano" - ma questa capacità è anche ciò che può portare ad alcune fallacie logiche45. Quali che siano le somiglianze tra diversi periodi storici, quel che conta di più è saper carpire e considerare le differenze. Per quanto riguarda la mia riduzione a «uno che segue le mode», magari come la moda dell'uso del termine «bimbominchia», trovo che sia una “accusa” vuota: affermare che qualcosa è una "moda" (ammesso che questo tuo giudizio possa essere considerato significativo) non dice assolutamente nulla su quel qualcosa. Probabilmente tu sei il tipo che non vuole rischiare di essere considerato modaiolo e per questo prendi le distanze da ogni cosa che ti sembri di "moda" (secondo qualche tuo criterio personale), a priori. Non lo metterei tra i pregi, visto che suggerisce rigidità mentale e abbondanza di preconcetti. Non conoscerò i «circoli della vita» (che sono, dei club? si paga per entrare?) bene quanto te, e forse sono pure un anti-romantico (vorrebbe essere una critica?), ma dedurre la mia intelligenza da quella frase non fa di te una persona intelligente. Quella frase dice prima una cosa che hai ammesso tu stesso (dopo aver negato di fare marketing) […] e poi riassume come stai cercando di raggiungere questo target: spavento ("oh voi che siete sovranisti, non restate con loro, sono cattivi, non sono sovranisti, anzi sono antisovranisti", "non siete intelligenti se pur essendo sovranisti pentastellati non entrate nell'ARS"; e discorsi simili), disinformazione […]46, dosi di “connotazione ARS” ovvero, oltre all'interpretazione neutra ("esponendo le vostre idee"), attirando “simpatizzanti” in virtù di quegli elementi connotativi che io reputo negativi e che trovano, ovviamente, i loro fan.

Concludo, nell'unico modo possibile:

Continua pure con le “zampate alle palle“ e l'opera di riprogrammazione per svegliare le persone «che devono considerare bene tutto ciò che consideravano male e male tutto ciò che consideravano bene».

Per riassumere: l'ennesimo post in cui si camuffa un giudizio prevenuto, fingendo di sollevare una questione interessante e/o importante — che in realtà riguarda la democrazia interna di un movimento — spingendo il lettore in una trappola.

La trappola si fonda su due elementi. Intanto, l'aver accettato supinamente che, se non fossero pubblicati i risultati, il M5S sarebbe, nella migliore delle ipotesi, «come gli altri partiti». Questa logica si disinnesca facendo notare due cose.

  1. La condizione zero è l'assoluta mancanza di possibilità, per la “base”, di esprimere un voto. Quindi il paragone con altri “partiti” non è possibile perché non esiste niente di equivalente con cui fare il paragone. È simile solo l'effetto finale: il “partito” A avrà certi candidati finalisti, il “partito” B avrà altri condidati finalisti.
  2. Come questi “candidati finalisti” sono stati selezionati (magari a partire da una rosa più ampia) fa parte dei meccanismi interni delle rispettive formazioni politiche.

La formazione A ha scelto di non coinvolgere alcun elettore nel processo decisionale, come da prassi. E nessuno ha da ridire che ciò sia opaco o antidemocratico o sia una cosa che non si è mai vista (infatti è, appunto, la prassi).

La formazione B sperimenta un modo di partecipazione in cui gli elettori iscritti possono esprimere delle preferenze e in base a tali preferenze vengono selezionali i “candidati finalisti”, in due turni di votazioni. Il risultato di rilevanza politica nazionale per tutti gli elettori (gli aventi diritto, qualunque cosa abbiano votato in passato) è quello finale uscito dal secondo turno, cioè i nomi di chi può essere votato alle europee; perciò appare logico che siano pubblicati i risultati di questo e non del primo. Dal punto di vista di chi non ha partecipato (non essendo iscritto), non c'è alcuna differenza tra A e B.

Va osservato a questo punto che ci si aspetta che gli elettori iscritti alla piattaforma di B e partecipanti come candidati o come votanti abbiano tutte le informazioni — soprattutto i candidati sapranno quanti voti hanno ricevuto loro e gli altri, anche solo per sapere di aver superato (o no) il primo turno e per quanti voti.

Dunque alcuni pentastellati fantomatici sono (o sono stati) molto probabilmente semplicemente elettori, non iscritti o che non hanno partecipato al voto. Sono nella stessa condizione di tutti gli elettori a livello nazionale (gli aventi diritto) e dovrebbero essere interessati solo al risultato finale, cioè ai candidati che potranno votare, così come sono interessati solo al fatto che «il PD candida X».

Se si fosse voluto sollevare veramente una critica non strumentale e non tendenziosa, si sarebbe indagato su come stanno le cose47 ed eventualmente si sarebbe richiesta semplicemente la pubblicazione dei dati internamente già noti riguardo il primo turno, senza possibilità di affermare che ciò condiziona il giudizio sulla “democrazia” (interna) della formazione B.

L'altro elemento fondamentale dell'inganno è l'instantaneità del post: esso viene fatta in un momento in cui in effetti siamo nella condizione in cui i risultati del primo turno non sono pubblicati. Quindi il lettore osserva che in quel momento non sono stati pubblicati e abbraccia la tesi dello scrivente, con tutte le sue implicazioni (la malafede di Casaleggio e Grillo, l'inganno del M5S o quel che sia).

Nel momento in cui i risultati dovessero essere pubblicati48, non ci sarà alcun ritorno sull'argomento — o, se ci sarà, sarà fatto minimizzando l'importanza del fatto, che invece prima si è ritenuto tanto rilevante per poter dire “qualcosa”.

Il sasso è stato lanciato, ha fatto il suo effetto a sostegno delle tesi dello scrivente, e questo ero il suo unico scopo. I polli supini che il presidente dell'ARS sta cercando di formare come soldatini, temprandoli nella disciplina di partito49 (di un partito che ancora non c'è), ci cascano e questo è quello in cui spera.

C'è una risposta di tale M.F. che ribadisce che aderire all'ARS «è una scelta di ideologia politica. Si tratta di scegliere le fondamenta di uno stato e cioè a chi attribuire […] il governo dell'economia […]». Prosegue (salto punti che sarebbe interessante trattare nel dettaglio ma allungherebbero troppo il brodo):

perché dovrei votare il M5S? La posizione. La posizione di quelli che voi chiamate eccellenze, di quelli che chiamate elettori medi, di quelli che chiamate opportunisti50 riguardo al governo dell'economia ed all'euro, inteso come strumento di governo dell'economia in mano alla grande finanza, non è chiara e talvolta addirittura in contrasto con le premesse da essi stessi poste.

In realtà, complessivamente la posizione è chiara e più volte espressa, e ha tratti in comune con quanto dice Stiglitz. Si capisce dopo cosa lo confonde:

Valga l'esempio dell'articolo apparso sul blog di quel romanziere al soldo del “risparmio gestito” in netto contrasto con l'articolo “l'Italia in mano agli usurai”; o anche l'esempio di una sintesi a commento del lavoro svolto dal gruppo di lavoro economia e politiche europee del M5S Napoli (che per tempo non ho più ricercato) in cui le premesse splendidamente argomentate secondo i canoni di una visione Keynesiana, si concludevano con l'apologia del reddito di cittadinanza di vonhyekiana memoria

Riguardo al primo punto, si può risolvere tranquillamente considerando il blog alla stregua di un giornale “orientato”, che predilige un certo tipo di messaggi e argomenti ma non si preclude la possibilità di dare spazio anche ad altri punti di vista, sia per “esplorarli” (anche tramite la “reazione”), sia per dare voce ad elementi che potrebbero contribuire a inquadrare un certo argomento in modo più chiaro.

Riguardo al secondo punto… È in linea con l'interpretazione vergognosa di D'Andrea della costituzione: chi lavora, mangerà. Deriva forse anche da una cattiva interpretazione di cosa sia il “reddito di cittadinanza” (in effetti tale denominazione può essere fuorviante e viene usata spesso per indicare qualcosa di diverso, che non è esattamente ciò che viene proposto), ma comunque, fatto sta che chi lo propone lo intende come uno strumento (moralmente desiderabile) dello stato sociale, un “ammortizzatore sociale”. Dargli addosso avrebbe senso solo se si riuscisse a risolvere dall'oggi al domani il problema sistemico della disoccupazione e della occupazione saltuaria/precaria.

Le etichette o le contrapposizioni stilizzate tra diverse scuole di pensiero (Keynes “positivo” vs von Hayek “negativo”) non hanno senso e ancor meno senso ha lasciarsi guidare ciecamente dalle dottrine che da esse scaturiscono. C'è un problema, che non si risolve dall'oggi al domani e probabilmente non si risolverà in futuro, e il così detto “reddito di cittadinanza” tenta di arginare questo problema.

M.F. prosegue:

In altre parole […] mi chiedo: se voto alle europee per il M5S è rappresentata la mia idea di stato o sto dando una delega in bianco?

Qui chiaramente M.F. dice cosa vuole da un partito: risposte e posizioni certe, un solco ben tracciato, e coincidente con le sue idee. Perché mai il M5S dovrebbe rappresentare la sua idea di stato più di quella di un altro? Qui è il problema per loro: il M5S ha la possibilità di non porsi in modo rigido e monogranitico di fronte a tutte le questioni. Per loro questa capacità è un difetto da condannare.

Il signor M.F. può contribuire al discorso del M5S e se le sue idee sono dominanti nel M5S, sarà rappresentata con maggior vigore quell'idea. È chiaro che questo sbalestra chi cerca risposte certe — chi cerca negli altri le stesse risposte che ha lui.

M.F a questo punto si chiede:

E se poi il movimento vira verso posizioni difformi dal mio pensiero?

Ma chi ti assicura che non faccia altrettanto un qualunque partito? Che non faccia così l'ARS? In realtà, nulla. E poi, se consideriamo il vituperato articolo 67 della Costituzione, è pure giusto che possano esprimere posizioni difformi dal tuo pensiero, se valutano che un altro pensiero è migliore per la nazione!

Comunque, il discorso M.F. continua in modo ragionevole. Tra le altre cose:

[il M5S] vuole rimanere movimento e non caratterizzarsi ideologicamente. Ciò può spiazzare persone come me che hanno a cuore la costruzione di una stato dalle fondamenta per dare alle generazioni future un'eredità invidiabile di alto senso democratico51; ed in ciò non c'è nulla di vecchio e superato perchè vecchi e superati non lo sono i modelli economici di riferimento52. In questo senso l'ARS come soggetto politico trasversale, che si rivolge a chiunque consideri il sovranismo un elemento fondante53 e a chiunque ritenga inprenscindibile [sic] riportare al centro la Costituzione quarantottina54 […]

Quanto alle modalità ritengo che occorre lavorare di fioretto piuttosto che di scimitarra. Le posizioni non vanno esasperate. Molti sono i modi di raccontare la verità55 e poiché occorre educare il bastone va usato solo di rado. Questo ci rende elitari56? Forse, ma tra l'altro non è colpa mia se ci sono principi che si collocano in una sfera superiore rispetto ad altri57. Per altri siamo populisti58, […]

In democrazia, quando devo votare, è mio sacrosanto diritto sapere a priori se il candidato ed il partito e/o movimento di riferimento sono rappresentativi del mio pensiero59 […]

In ogni caso, come si nota, il discorso è deviato verso una critica più costruttiva (in un certo senso) del M5S, opinabile ma comunque lontana dal pretestuoso, pretenzioso e tendenzioso post da cui tutto ciò è partito. Però restano questioni del tutto diverse da quelle del post modesimo, che rimane nella sostanza ingannevole e nella forma quasi spregevole.

Grillo è secessionista / a favore degli indipendenstisti

Questo è un esempio ancora più lampante di manipolazione a scopo d'inganno. L'inganno è stato costruito da Repubblica, ma si propaga per via di un preconcetto che elimina ogni forma di analisi critica e rende trascurabile la necessità di approfondimento: come al solito il soggetto ha già la sua idea e ogni nuovo “dato” che si conforma ad essa è per forza corretto.

Il link dell'articolo di Repubblica viene riportato da un membro del consiglio direttivo dell'ARS, con queste parole come titolo:

QUESTO E' GRILLO: ACCUSA NAPOLITANO DI VIOLENTARE LA COSTITUZIONE E POI APPOGGIA I SECESSIONISTI!

Seguite poi dall'incipit dell'articolo di Repubblica.

Io mi chiedo cosa mai avrà detto Grillo e vado a guardarmi il video dell'inizio dello spettacolo. Fatto ciò, mi viene un commento stizzito (anche perché questa è una delle ciliegine):

Certo che ricavare con tanta sicurezza qualcosa da frasi estrapolate da un contesto più ampio, per giunta fatte da un istrione noto per giocare in continuazione tra serio e faceto, tra provocazione e satira, con paradossi e iperbole, è veramente segno di decadenza intellettualeun minimo di buon senso suggerirebbe prudenza, … ma certo, voi avete già capito tutto, già sapete, già avete le prove di questo o quello, senza avere preconcetti ovviamente, liberi da ogni influenza, avete ogni chiave per il senso di ogni cosa… Le riflessioni che si trovano sul blog di Grillo sono a volte più profonde di certe vostre, il che è tutto dire (per esempio questa). C'è un'altra cosa che non sapete su cui potete fare le vostre giuste deduzioni: in realtà Grillo vuole portare i suoi adepti in parlamento per consumare un suicidio di massa rituale, qualcosa di simile a Jonestown: lo dice chiaramente in questo video

La risposta è ancora più preoccupante (enfasi aggiunte; osservazioni affidate alle note, che invito a leggere, ovviamente).

Io di solito giudico quello che vedo quello che sento quello che tocco60 e non mi metto a interpretare ogni cosa strampalata come fosse una performance d'arte contemporanea da cui tirar fuori significati reconditi61. Probabilmente tra provocazione e satira, tra serio e faceto, si prendono gli applausi di tutti perché ciascuno intende a modo suo62. Ma in politica le parole hanno un peso, e le parole pronunciate da Grillo "diritto alla secessione" sono inequivocabili63. Io non giudico chi crede ancora nel M5S e nel suo istrione, ma mi preoccupa il crescente fanatismo grillino64. Dopo aver più volte argomentato la nostra presa di distanza dal Movimento65, trovo incredibile che si venga sulle pagine dell'Ars a lanciare accuse ai limiti dell'insulto a causa delle posizioni maturate in merito. Andiamoci piano... A me non mi trovi nelle pagine degli altri movimenti politici (esistenti o in formazione) a dire ingenuamente: qui c'è decadenza intellettuale gli altri sono più profondi di voi.66 Un'altra ingenuità è accusare di troppa sicurezza una formazione politica nascente... Io non sono a conoscenza di associazioni cresciute per la propria timidezza. Ci avevi pensato?

Segue una mia lunga risposta:

Va salutato come tributo alla ragione il basare le proprie osservazioni e conclusioni su titoli di giornale strillati, su frammenti estratti dal contesto…? E l'esaltazione dell'antitesi del pensiero e del ragionamento (ciò che vedo, sento e tocco…)? Chi fa critiche, anche dure, non immotivate, è solo un seccatore, che arriva al limite dell'insulto? Un'espressione isolata ha un significato letterale, ma cosa bisogna pensare di chi pretende di costruirsi un'immagine del mondo a partire da frammenti isolati? […] Credevo di aver reso l'idea proponendo il video in cui, utilizzando lo stesso "procedimento" da te usato, si può arrivare a dire che Grillo propone un suicidio collettivo67. Tutto ciò non è una manifestazione di quella decandenza intellettuale diffusa in ogni settore della nostra società contemporanea, sempre più eterodiretta e irriflessiva?

È il caso a questo punto di spiegare cosa ha voluto dire Grillo. Qualcosa di molto più intelligente delle loro vuote esaltazioni della Costituzione — con annesse sue raccapriccianti interpretazioni.

Alla fine, quale messaggio si può trarre dall'incipit dello spettacolo di Grillo? Che la costituzione è un pezzo di carta senza valore, privo di significato, che però acquista valore e significato nella misura in cui un popolo crede in ciò che è espresso nella costituzione e vi si identifica come unità. Un popolo (o qualunque gruppo più o meno largo che si autodefinisca popolo) esiste a prescindere da ogni pezzo di carta e ha il "diritto naturale" ad autodeterminarsi, per esempio anche dandosi una costituzione. Non è la costituzione a dare valore (e potere) a un popolo, bensì esattamente il contrario: è il popolo che dà valore (e potere) alla costituzione. Quando ciò non accade più (in parte o del tutto), e ci sono spinte secessioniste, cioè quando si perde la coesione tra diversi segmenti di una stessa popolazione (qui intendo in senso geografico o "storico" - dall'unità in poi), vuol dire che si è rotto qualcosa. Grillo addita come colpevole lo Stato. Di sicuro non basta sventolare il pezzo di carta e gridare "traditori della Costituzione!", "voi non avete il diritto di secessione, lo dice la Costituzione!", o baggianate simili. L'identità di un popolo (e quindi la sua coesione) va costruita e "manutenuta" e se questo è compito dello "Stato", allora ha ragione Grillo ad additarlo come colpevole. Si può ragionare su ciò, per esempio a partire da cosa sia o cosa dovrebbe essere questo "Stato"; si può obiettare che Grillo confonde lo "Stato" con qualche altra cosa, magari "al solo" scopo di attaccare gli avversari politici. Si possono dire tante cose; ma il messaggio, nelle sue linee generali, è molto interessante, e non è riducibile alla "sintesi" di Repubblica e alle interpretazioni ipersemplificatrici, arroccate nel rifiuto di cercare significati «reconditi» per fermarsi al fatto che ha pronunciato quella odiosa serie di suoni, «diritto alla secessione».

Ah, dimenticavo: conosco associazioni cresciute senza essere timide, ma l'opposto di timido non è mica il recente atteggiamento propagandistico dell'ARS.

E la sua risposta che già comincia male con il tono del padre che vorrebbe dare il ceffone ma che invece si limita a sbuffare e tentare una paziente spiegazione.

Allora, "Musashi", vengo pazientemente a risponderti per punti:

  1. tu dici: "Va salutato come tributo alla ragione il basare le proprie osservazioni e conclusioni su titoli di giornale strillati, su frammenti estratti dal contesto…?"

No, non baso le mie conclusioni solamente sull'articolo di Repubblica, ma anche e soprattutto su un recente articolo postato da Grillo sul suo blog dal titolo "E se domani...". Abbiamo il diritto e il dovere di respingere con decisione queste idee vergognose che sono: (i) gravemente fuorvianti rispetto ad un corretto inquadramento della crisi in atto68, (ii) in antitesi ai nostri principi di coesione territoriale, coesione sociale e rafforzamento del potere pubblico come strumento di resistenza alla dittatura liberista-globalista dei privati69.

  1. tu dici: "Un popolo (o qualunque gruppo più o meno largo che si autodefinisca popolo) esiste a prescindere da ogni pezzo di carta e ha il "diritto naturale" ad autodeterminarsi, per esempio anche dandosi una costituzione."

Non c'è nessun "diritto naturale". Un popolo riesce ad autodeterminarsi quando gli altri lo consentano, non prima di qualche guerra. I diritti - specialmente quelli sociali sanciti nelle Costituzioni - si conquistano lottando per generazioni. Per questo la Costituzione - prodotta da una classe che ha fatto la resistenza, dopo decenni di lotte sociali, una dittatura e due guerre mondiali - va tutelata70. Secondo me, una carta costituzionale può essere cambiata (migliorata) solo dalla generazione che sappia esprimere una classe dirigente disposta al sacrificio per il bene comune71. Tutti gli allegri buontemponi o i turisti della politica "a due mandati" farebbero bene ad astenersi da tal proposito.72

  1. tu dici: "quando si perde la coesione tra diversi segmenti di una stessa popolazione (qui intendo in senso geografico o "storico" - dall'unità in poi), vuol dire che si è rotto qualcosa. Grillo addita come colpevole lo Stato."

Noi additiamo come colpevoli73 - oltre ad un diffuso atteggiamento anti-italiano, sintomo di colonizzazione culturale74 - tutte le forze ingerenti extrastatuali, nostalgiche degli imperi, che hanno interesse ad indebolire lo Stato per l'attuazione dell'antidemocratico progetto euro-liberista. Dare la colpa allo Stato costituzionale richiede un esercizio di grande astrazione75. La Costituzione riconosce come "sovrano" il popolo che esercita, tramite un Parlamento di eletti, il potere su un territorio storicamente e geograficamente determinato. Se "si è rotto qualcosa", non bisogna cercare nell'ordinamento statale, ma nella coscienza del popolo che attende un risveglio76, come nel Risorgimento o durante la Resistenza.

Ora mi devo reggere forte, perché questa mi aveva fatto sbellicare…

  1. tu parli di "atteggiamento propagandistico dell'ARS".

La propaganda implica "un certo grado di occultamento, manipolazione, selettività rispetto alla verità" (da Treccani). Al contrario, noi stiamo diffondendo analisi e dati profondamente veritieri77 dopo decenni di propaganda dei governi e dell'intero sistema mediatico. […]

Sintetizzo, anche a beneficio degli altri membri di "ARS Lazio", tre possibili condizioni in merito all'opportunità o meno della permanenza in questo gruppo. […] 78

La mia risposta non poté che essere la seguente.

  1. Quindi, hai accetatto la deformazione del messaggio di quella parte dello spettacolo di Grillo perché si adatta all'idea che ti sei fatto a partire da un altro post di Grillo, dal titolo "E se domani…"; post in cui indica il potenziale rischio di secessione e ammicca a una diversa organizzazione di un unico stato-nazione. Che ti piaccia o no l'identificazione di ipotetiche macroregioni negli «antichi Stati», o che ti piaccia o no questo tipo di organizzazione "federale" (ma è tutt'altro discorso rispetto a quello "secessionista"), ciò non toglie che né quel post, né quello che ho linkato io, né le parole di Grillo in quello spettacolo, suggeriscono che egli fomenti o apprezzi idee secessioniste.

Che dite, è un ragionamento sufficiente semplice? Può sentirlo, vederlo, toccarlo? O richiede troppa astrazione? …79

Però, a differenza di te (o di voi), Grillo non ha ipocritamente paura di considerarla non solo una possibilità legittima (autodeterminazione)80, ma una possibilità che, date le tristi "premesse", è anche legittimata da queste. Grillo "attacca" tali "premesse". Un conto è dire che lo sta facendo nel modo sbagliato, che si sta scagliando contro le cause sbagliate, o rigettare del tutto anche solo l'ipotesi che le spinte secessioniste possano essere considerate minimamente legittime o legittimabili da qualunque circostanza. Un altro conto è lasciar intendere che Grillo voglia "la secessione"81. Un segno della "decandenza intellettuale" di cui parlo sopra è anche l'incapacità di distinguere questa differenza e la differenza tra «respingere con decisione» e diffondere interpretazioni dei messaggi altrui fuorvianti e approssimative al punto da non essere veritiere.

Sarò stato abbastanza chiaro? Secondo me non ha capito niente e starà ancora lì a pensare “ma guarda questo testa di asteroide che viene qui a criticare, a invadere il nostro spazietto monopensiero, il giardino di primule delicate!

Che dire del fatto che non esiste alcun «diritto naturale», che io ho scritto tra virgolette?

  1. Nota intanto l'uso delle virgolette. Il contesto dovrebbe chiarire che non faccio riferimento a cose come il giusnaturalismo - non in toto, almeno. Un "diritto naturale" è tale quando un soggetto (o collettività) ritiene di essere naturalmente titolare di tale diritto e di poterlo esercitare legittimamente82. Il fatto che debba lottare o meno (per esercitare tale diritto) è determinato dalle circostanze e dal diritto specifico che stiamo immaginando: di sicuro per affermare che ho il diritto di lavarmi i denti non devo lottare - né devo farlo per esercitare di fatto tale diritto. In altri casi più interessanti le cose sono diverse. Non capisco come sei arrivato a introdurre il tema della modifica della costituzione e di chi possa modificarla e chi no - in merito, comunque: a seconda di che tipo di modifiche si stanno considerando l'approccio cambia e perciò fare affermazioni tout court a prescindere è inutile. Ribadisco comunque quanto detto nel precedente commento.
  1. Grillo non si "scaglia" né contro il concetto di Stato (costituzionale) né contro l'«ordinamento statale». Quando usa la parola Stato in quei contesti è palese che non sta facendo riferimento allo Stato ideale (costituzionale) o a concetti astratti. Grillo si riferisce ovviamente a cose più concrete (è parte del suo "populismo"), a ciò che rende lo Stato uno stato realmente funzionante ed esistente: le persone. Dunque l'accusa è contro la classe politica inadeguata e corrotta, succube di logiche non costituzionali (per dirla in un modo a voi più congeniale), contro chi occupa i ruoli chiave nelle istituzioni, rendendole funzionali a interessi spesso in contrasto con quelli popolari. E così via. A grandi linee, su questo tema, non mi sembra che ci sia una distanza tanto inconciliabile. Comunque, vero o falso che sia, come scrivevo nel punto 1, un conto è criticare le modalità, argomentare il punto di vista magari semplicistico, rimproverarlo del fatto di aver compreso male qual è il "vero" problema e di attaccare il colpevole sbagliato (ma non è lo stato il primo artefice della "coscienza popolare" e il primo promotore della costituzione?) ecc., un altro è rovesciare il messaggio lasciando intendere che Grillo sia a favore della secessione.

A me sembra chiaro. Ma può essere che io sia troppo stupido e che veda chiarezza dove c'è solo buio.

Che dire comunque della propaganda dell'ARS? Che questi su certi argomenti hanno molto da leggere, persino rispetto a me — che è tutto dire, visto che notoriamente non leggo (zen zen zen zen)…

  1. Vuoi iniziare un dibattito su cosa sia propaganda e cosa no? Mi sembra un po' fuori tema83 (e onestamente da ciò che scrivi mi sembra che tu non abbia nemmeno una minima infarinatura dell'argomento). Per rimanere sulla Treccani (che non è poco): «Propaganda: Azione che tende a influire sull’opinione pubblica, orientando verso determinati comportamenti collettivi, e l’insieme dei mezzi con cui viene svolta. Ogni corrente di idee, movimento politico, religioso, economico, sociale ecc., ha avuto e ha una p.». «Alla p., in quanto riconoscimento indiretto del valore dell’opinione pubblica e della necessità del consenso dei governati, ricorrono continuamente tutti i governi, che cercano, evocando miti e sollecitando interessi, di raccogliere attorno a sé la fiducia delle masse». «Rientrano nella p. alcune forme di comunicazione pubblica istituzionalizzata come l’attività di pubbliche relazioni di organi governativi, grandi imprese e altre istituzioni, le campagne politiche, le campagne di pubblica informazione». «"Propaganda è il tentativo deliberato e sistematico di plasmare percezioni, manipolare cognizioni e dirigere il comportamento al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti del propagandista" (v. Jowett e O'Donnell, 1986, p. 16). Si tratta di una definizione sufficientemente ampia da includere pressoché ogni forma di comunicazione».

Per cui questo tuo punto mi lascia perplesso. Riesco a spiegarlo solo attribuendoti lo stesso tipo d'errore che fa D'Andrea; D'Andrea fa marketing (politico) e fa del moralismo su chi fa marketing, perché non si accorge che è esattamente ciò che sta facendo lui. Probabilmente tu pensi qualcosa di simile della propaganda: che sia una cosa perversa fatta da persone cattive, per cui quando parlo di «propaganda dell'ARS» a te sembra un atto di accusa per dire "cattiva ARS che fa queste cose cattive". Non è così. Sia "propaganda" che "marketing politico" sono per me (ma non solo) prima di tutto espressioni tecniche di per sé neutre. Quando ho scritto a D'Andrea che il suo era, né più né meno, marketing politico, lui ha interpretato come "allora pure l'ARS fa schifo, perché fa marketing"; quando invece speravo di comunicargli l'idea che fare marketing (politico) non è appannaggio esclusivo dei "cattivi", il che vuol dire che non è possibile trarre giudizi (morali o politici) dal fatto che uno lo faccia. […]

Dallo spazio che dedichi al caso C84, deduco che mi assegni quella posizione. Forse è giusto, almeno a partire dal momento in cui la propaganda dell'ARS ha inizio ad acquisire tratti aggressivi (aggressivo non è l'opposto di timido), elitisti ed escludenti in base a "visioni del mondo" diverse e che non sembravano, almeno all'inizio, nemmeno nel raggio d'interesse dell'ARS […]

Non ha mica controbattuto alle mie osservazioni. Avrà realizzato quanto pretestuoso sia stato aver preso quell'articolo di Repubblica, essersi aggrappato a quelle conclusioni? Che importa: l'importante è che tutto gli ARSiani del gruppo (alcuni hanno pure messo Like ai suoi commenti, e casualmente nessuno ha messo Like ai miei…) che abbiano letto il post abbiano sbattuto la mano sul tavolo gridando: “Eureka, lo dicevo io che non c'era da fidarsi di quello!”

Direi invece che non bisogna fidarsi di élitisti di questo tipo…

La conversazione volge al termine:

"Se questi commenti, compreso il primo, non li ritieni un contributo utile, allora non posso rientrare nel caso B (né ovviamente in A), quindi sono per forza in C"... Se hai idee sovraniste e cerchi di dare un contributo utile, contattami pure: ci sono dei volantini da distribuire.

Cioè, dopo aver dimostrato tanta pochezza, che non può evitare di filtrare in tutta l'ARS, vista la sua organizzazione, la disciplina di partito e assurdità simili, vuoi pure farmi distribuire dei volantini? Allora non hai capito…

forse mi sono spiegato male: se pensi che quello che ho scritto non sia un contributo utile (e do per scontato che la risposta sia "no, non lo è"), allora sono per forza in C.

Il colpo di grazia se lo dà da solo:

Se ti trovi in C è perché, come ho specificato, dopo mesi che ci frequenti, hai letto i nostri documenti e gli articoli dei siti ufficiali, non hai trovato nulla di interessante o utile nel progetto dell'ARS. E d'altro canto non ho il minimo interesse a farti cambiare idea. Non discuto con te in questo spazio di soci e simpatizzanti. Ciò che penso di quel che hai scritto è del tutto irrilevante.

Sono in C perché ho realizzato, tramite post come questi, che persone del genere non possono far altro che portare avanti un progetto del genere nel peggiore dei modi possibili. Perché mi hanno fatto capire (i post e le risposte alle mie critiche osservazioni) che non c'è spazio, nel mio Gioco del Mondo, per un'associazione del genere capitanata da menti del genere. Se mai militirò, sarà in una causa che porti all'implosione dell'ARS portatrice di germi malsani — sia chiaro: è una esagerazione ad imitazione dello spirito di questi personaggi, ma comunque contiene un fondo di verità, nel senso che farò altre critiche e tenterò di essere tanto breve quanto basta per rendere i post fruibili.

Miscellanea

I post e i commenti drammatici che hanno contribuito a prendere la mia decisione non si fermano qua, ma sarebbe troppo dispendioso andarli a ripescare e poi commentarli per debunkarli a dovere, ma soprattutto per offrire spunti critici con i quali avvicinarsi (o meglio: allontanarsi) dall'ARS. Purtroppo non ho avuto la lungimiranza di “fermarli” e ora è troppo tardi.

Invito alla lettura della storia delle dimissioni di Mattia Corsini, che fece parte (come altri) del consiglio direttivo dell'ARS. Le ritengo istruttive per capire con che tipo di personaggi si ha a che fare — non vi scordate di leggere anche i commenti, che sono pure più importanti.

Sovranismo? Sovranità?

Dal sito dell'ARS:

Ci poniamo come obiettivo la riconquista della sovranità nazionale in ogni sua forma, attraverso il ricollocamento della Costituzione al vertice dell’ordinamento.

Secondo il presidente dell'ARS «sovranismo» è un neologismo, in contraddizione con questo articolo: non è un neologismo…

Magari il termine può sembrare brutto, ma preso con le pinze può andare bene… se si fa riferimento all'art. 1 della Costituzione, poi, ancora meglio:

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione

Dunque, se la sovranità appartiene al popolo, il sovranismo potrebbe essere quella “corrente ideologica” che mira a ripristinare tale sovranità, rimettendola nelle mani di colui cui appartiene, cioè del popolo, secondo la Costituzione. Naturalmente, affinché ciò abbia senso, è necessario ritenere che tale sovranità sia smarrita e non appartenga più al popolo.

In fin dei conti, vista così, è una bella cosa.

Va però osservato che la Costituzione fa perno sulla sovranità del popolo e non viceversa: il concetto di sovranità del popolo è antecedente la Costituzione, la quale non fa altro che ribadirla e costruirci intorno un “ordinamento”.

Secondo l'articolo di cui sopra, che cita a sua volta il dizionario Hoepli:

Sovranismo: Potere sovrano di una nazione o di una persona non soggetta ad altro potere nelle forme e nei limiti di un diritto riconosciuto: il principio della s. delle nazioni; diritti di s.; s. statale, nazionale.

Secondo l'articolista:

Per come lo intende l'ARS, il termine sovranismo è in completa e totale opposizione al nazionalismo

che, sempre secondo l'Hoepli, è una «Dottrina che sostiene la priorità assoluta dell'idea di nazione o del principio di nazionalità in ogni campo» ovvero la «Politica che tende ad attuare tale dottrina».

L'articolista prosegue:

Per il sovranismo il "popolo" è la fonte primigenia della sovranità.

(Fin qui, tutto bene…)

Per i sovranisti […] il "popolo" è un'entità culturale, formatasi nel corso della storia in seguito alle più diverse vicende.

(E qui, già ci sono elementi per far vacillare le considerazioni successive…)

I "popoli" nascono, si sviluppano, raggiungono talvolta alti livelli di civiltà, ma possono (è successo migliaia di volte) perdere memoria di sé e scomparire, assorbiti da altri popoli o disperdendosi del tutto.

Ciò che definisce l'idea di "popolo", dunque, è un comune sentire, fondato sulla condivisione di una storia comune. […]

In realtà, l'idea di “popolo” ma soprattutto di «condivisione di una storia comune» può essere costruito artificialmente e dunque tale «comune sentire» può essere un artefatto.

Per come è definito, il "popolo" non è un'entità monolitica che non può tollerare contaminazioni.

L'esistenza di un "popolo", cioè di un comune sentire formatosi per evoluzione culturale e storica, rende possibile (ma non scontata) la nascita di un sentimento comunitario […] che è in antitesi con il liberalismo che predica il diritto di ogni individuo al perseguimento della massima libertà86 […]

Le Costituzioni democratiche sono un «patto tra i diversi gruppi sociali87 che sancisca un principio di legittimità».

Questo non è, necessariamente, un patto tra eguali, ma più spesso un compromesso tra i gruppi dominanti e quelli subalterni. […]

(Perfetto, così è stato possibile in passato, nessuno dice che così non debba essere in futuro… in fondo, mi insegnano, la storia si ripete…)

Nell'era moderna il patto fondante di legittimità prende il nome di "Costituzione".

Le Costituzioni, specie «nella fase iniziale della vita di un popolo, quando il sentimento comunitario su di esse fondato non è ancora sufficientemente forte», possono essere minacciate dalla crescita eccessiva «di uno squilibrio tra i ceti dominanti e quelli subalterni».

Quando ciò avviene, i ceti dominanti tendono a costituirsi come una comunità a sé stante che persegue interessi propri, a scapito di quelli più generali di tutto il popolo.88

Ora bisogna creare il collegamento tra questa impostazione — che alla fine dei conti legittima la formazione di qualunque “raggruppamento”, di qualunque dimensione — e l'Unione Europea, in modo che questa non stia all'Italia come lo stato-nazione Italia (l'Unione Italica) stava ai regni e ai popoli della penisola italica, prima della creazione dell'unità.

La Costituzione italiana del 1948 è […] il risultato di un momento storico nel quale, tra i ceti dominanti e le classi subalterne, si raggiunse un equilibrio come non era mai accaduto dall'unità d'Italia, in un contesto internazionale che imponeva il raggiungimento di un accordo89. Tuttavia […] i ceti dominanti […] hanno ricominciato ad obbedire al loro istinto più profondo90, che li spinge a costituirsi come comunità a sé stante all'interno del corpo della nazione91, alla ricerca del loro esclusivo interesse [che] non consiste nel portare avanti una politica di potenza sotto la copertura di un'ideologia nazionalista92, bensì nel ricercare la comunanza con i ceti dominanti delle altre nazioni europee, con il fine di istituire un assetto imperiale sovranazionale, ancora subalterno al grande impero americano ma con la (ridicola) aspirazione di prenderne il posto.

Quindi realizziamo che

  • Esiste un impero americano (questo lo sapevamo…)
  • L'assetto imperiale sovranazionale cercato dalle convergenze dei ceti dominanti europei è subalterno all'impero americano (pure questo si sa…)
  • È male nonché ridicolo che l'“impero europeo” voglia rimpiazzare quello americano.
  • L'”impero europeo” è male per sé.

Va osservato che il fatto di essere subalterni dell'impero americano non è conseguenza dell'istituzione di un «assetto imperiale sovranazionale»: lo saremmo comunque, a prescindere. Implicitamente, l'autore sta dicendo che è male che si tenti di istituire un impero che abbia una simile ambizione, ma non trovo (nemmeno dopo) analisi su cosa implichi essere subalterni senza l'“impero europeo”93.

Però dice:

Se questa analisi è corretta, allora l'Unione Europea costituisce […] la più grave minaccia per la pace nel mondo contemporaneo, perché questo progetto è costretto, per affermarsi, a combattere su due fronti: uno interno, per distruggere le costituzioni democratiche delle nazioni europee94, e un secondo esterno, per competere con l'impero anglo-americano e il resto del mondo95.

Il punto più importante è Se questa analisi è corretta. Gli argomenti possono essere molto seducenti, hanno un fondo di sensatezza, ma sono ipersemplificazioni che considerano poche variabili, non approfondiscono, non fanno considerazioni e domande che pure bisogna porsi: sono fondate su un modello mentale della realtà limitato e incapace di cogliere — anche solo con l'intuito96 — le difficoltà e le implicazioni delle proprie tesi, nonché la complessità del mondo corrente.

Con ciò comunque spero che ora sia chiaro al lettore cosa si intende per sovranità e sovranismo secondo costoro. A conti fatti, ingenuità a parte, l'unico aspetto veramente criticabile è che all'atto pratico questa sovranità non viene reclamata per darla al popolo, ma a un gruppo dirigente. Che diventa — ci vuole poco — “ceto dominante” e siamo punto e accapo, tranne se si ritiene che il problema non sia nell'esistenza di tale ceto dominante che impone i propri interessi, ma nel fatto che questi interessi non coincidono con le ideologie dei proponenti97.

In realtà c'è almeno un altro aspetto discutibile: il fatto che, checché ne dicano, questa esaltazione del sovranismo si mescola facilmente con il nazionalismo becero, il provincialismo ignorante e il patriottismo sdrucciolo. Tutte cose che a me fanno ribrezzo.


  1. Questo è il linguaggio di qualcuno che cerca scontri e non convergenze; così si esprime chi vuole radicalizzare le differenze. Ci sono altre considerazioni inquietanti che forse farò dopo. Intanto, godetevi il campionario.

  2. No, Magdi Allam non mi è affatto simpatico. Ma chi non cerca scontri, provando tanta antipatia, non si lancia all'attacco, a meno che non ci sia una diretta provocazione (Magdi che parla male dell'ARS) —e in quel caso sarebbe difesa, e il linguaggio potrebbe comunque essere discutibile.

  3. Alla ricerca di uomini duri e puri, uomini d'azione, che non si perdano in chiacchiere, non tentino di dialogare, di cavillare, che non critichino.

  4. Elitismo. Alla fine è emerso prepotente questo tratto elitista fastidiosissimo. L'elitismo è per forza escludente, e quindi crea una frattura tra due mondi e non porta a convergenze —a meno che i non-élite non accettino di sottomettersi alla superiorità morale e intellettuale dell'élite.

  5. Qui gioca sul filo del rasoio delle definizioni: chi sono i grillini? Non sono chi vota M5S, né i simpatizzanti del M5S, né la maggioranza dei pentastellati, né Grillo e Casaleggio. Chi sono dunque, in pratica?

  6. Parla di una candidata del M5S alle europee. D'Andrea (il presidente dell'ARS) sostiene che chi vota qualcuno conoscendone solo il curriculum (in questo caso online) sia un deficiente. Se si ritiene che ciò non qualifichi i votanti come deficienti, o è in malafede o è deficiente a sua volta! Poiché la stragrande maggioranza delle persone con il diritto di voto e che sono andate alle urne almeno una volta hanno votato qualcuno conoscendone poco più che il curriculum (e quel poco più è quasi sempre l'immagine mediatica dell'eletto), D'Andrea sta dando del deficiente a qualcosa come 40 milioni di persone, più o meno, fra i quali c'è molto probabilmente pure lui…

  7. Di conseguenza odia chiunque, secondo il suo insindacabile giudizio, sia anche solo un minimo “dialogante” con economicisti, concorrenzialisti, liberoscambisti, “consumisti”, antistatalisti.

  8. Al posto di “europeo” uno ci può mettere quel che vuole. In fondo gli stati-nazione sono creazioni artificiali, nate da atti coercitivi, costruite sull'omologazione culturale.

  9. Qui si intravede l'orrore di un'interpretazione rigida e ottusa della costituzione italiana, un fatto gravissimo per un'associazione che fa della Costituzione il suo perno. Inoltre, evidenzia come il presidente dell'ARS abbia una visione del mondo socioeconomico-politico provinciale e ipersemplificata: secondo lui, abbandonando il neoliberismo, ribellandosi al capitale, attuando le ricette economiche dell'ARS, ecc., si riuscirebbe ad ottenere la piena occupazione in tempi tanto brevi da non rendere necessario alcun “ammortizzatore sociale”?

  10. Un classico, specie in certo elitismo sempliciotto: se capisci e abbracci le nostre idee, sei intelligente. Se non lo fai, deve essere perché non sei intelligente e acuto come pensavo…

  11. La gente capirebbe?

  12. Questo nasce da uno scambio di battute con me su questo post

  13. Come a dire: la soluzione giusta l'abbiamo noi. Voi che dite di avere la soluzione giusta, sbagliate, ve lo diciamo noi (noi che detestiamo chi fa la morale, chi si pensa di essere superiore, e così via)

  14. E su questa base discriminano chi pensa che votare alle europee abbia un senso ben preciso.

  15. Una dottrina che spesso è difficile da conciliare con la ricerca di convergenze e l'evitamento di scontri.

  16. Giudizi simpatici sulle persone, tipici giudizi che fanno convergere le persone… sì, ma verso uno scontro.

  17. Lo preferisco a elitari, perché fa rima con altri “-isti”.

  18. Non è da escludere che si tratti di un tentativo maldestro di indottrinamento.

  19. L'ARS è fortemente piramidale. Il comitato direttivo è stato epurato, in qualche modo (tramite autoselezione —o forse tramite altri meccanismi che non ci interessano) dei suoi membri o più moderati, o più dialoganti, o troppo “originali” o “ribelli” o che non hanno lo stomaco per portare avanti i toni aggressivi che il presidente ha deciso essere vincenti e preferiscono nei fatti la ricerca di convergenze e non di scontri; membri che o lasciano l'ARS, o restano perché credono in un progetto in cui hanno lavorato e lavorano sodo. L'ARS, per come si evince dai post e dai loro contenuti, è emanazione del pensiero di D'Andrea —che lavora 6 ore al giorno per essa— e pochi altri (il comitato direttivo) che condividono con lui non solo le idee chiave specifiche dell'ARS, ma anche la generale visione del mondo (politico).

  20. Faccio riferimento a un post di un altro membro del comitato direttivo che scriveva così: «Una candidatura va conquistata sul campo, facendosi il culo per anni […] La Costituzione dice: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Dove sta scritto che ogni cittadino deve avere il diritto di strappare in 24 ore una candidatura, magari senza aver fatto un singolo atto di militanza politica in tutta la sua vita? […]». La mia replica: «e dove sta scritto invece “se lo deve conquistare sul campo facendosi il culo per anni,” ecc.? Non è scritto da nessuna parte». Dunque costui si è inventato un'interpretazione speciale dell'art.49 al solo scopo di dare auctoritas alla sua “critica” per le candidature alle europee del M5S (fa riferimento a quello).

  21. Qui faccio riferimento ad alcuni commenti in cui D'Andrea ammette, in pratica, che la sfilza di post anti-M5S non è altro che tattica e strategia comunicativa. «Il problema è se dire ciò che pensiamo (giusto o sbagliato che sia) sul M5S CI faccia bene o male» (con “CI” fa riferimento alla sua ARS), dice il presidente in risposta a tale Roberto che aveva osservato che «avversare ciò che per ora è nettamente meglio, lo trovo paradossale». Utilizzo l'espressione “marketing” (politico) perché in altri post D'Andrea aveva manifestato tutto il suo disprezzo morale per chi fa «marketing politico» (facendo riferimento, di nuovo, al M5S), e io gli ho fatto osservare che è anche quello che stava facendo lui; ma, se mi ha risposto, ha negato: il suo non è marketing, perché altrimenti lui starebbe facendo una cosa spregevole secondo il suo stesso metro!

  22. L'ARS non è un partito. Probabilmente il presidente spera di raccogliere i cocci di quello che lui stesso ha contribuito a sfasciare. Pretende di riuscirci senza fare i conti con fin troppi “dettagli”, a cominciare dalle tempistiche fino ad arrivare alla mancanza di appeal che ha una struttura del genere per molte delle giovani generazioni — quelle giovani su cui fa presa sono nel campo gravitazionale del nazionalismo ottuso. Non si prevede alcuna possibilità di sintesi, come sarà chiaro a breve, tra le idee dell'ARS e i problemi e le sfide che la modernità pone. Il che vuol dire che questo bimbo, secondo me, nasce quasi morto.

  23. Mi è venuta in mente questa scena di Codice d'Onore. Effettivamente D'Andrea sta machiavellicamente sostenendo che, a prescindere da tutto, se c'è qualcosa che porta iscritti all'ARS, questa cosa va fatta. Manipolare i fatti; alterarli quel tanto che basta per ingannare e convincere lettori sprovveduti; non verificare delle informazioni se queste già si adattano all'idea che conviene diffondere… Tutte cose lecite e giuste se portano iscritti. In passato il discorso era molto diverso: si parlava di “meglio pochi ma buoni”; sembrava che l'intenzione fosse di educare, di fornire conoscenza attraverso cui fare una scelta e non di fornire conclusioni predigerite, spiattellare presunte verità autoevidenti e di chiedere quindi cieca fedeltà. È vero che i documenti dell'ARS, alcuni interessanti, sono lì. Probabilmente esasperato da una crescita troppo lenta dell'ARS, il direttivo ha deciso di rinunciare al mezzo educativo e all'informazione? Una fortuna, per me, perché ha messo a nudo i ragionamenti che fanno al di fuori del sentiero “pubblico” dell'ARS.

  24. Così risponde il diretto interessato: «Non ho detto che non devi dire quello che pensi, anzi proprio il contrario. Quello che contesto è il tono aggressivo e spesso insultante».

  25. Cioè, devi porti sempre e soltanto dal punto di vista che è stato deciso dal direttivo dell'ARS di cui chi parla fa parte e su cui ha, senza dubbio, grande influenza.

  26. Vedo questo commento solo ora, mentre sto scrivendo questo post. I molti commenti che precedono la risposta di D'Andrea al mio non li avevo letti.

  27. Si riferisce al «tono aggressivo e spesso insultante» che altro utente contestava al presidente dell'ARS.

  28. Se non si fanno tutte queste cose consapevolmente, ricadiamo allora in un altro caso che non può che condurre a un epilogo: l'abbandono totale dell'ARS ed eventualmente la militanza per finirla. La mia conclusione, misurandomi con questi addetti alla comunicazione, è proprio questa, ovvero che sia necessario contrastare simili impostazioni specie se in mano a simili intelletti.

  29. Secondo D'Andrea la costituzione contiene il nobile principio che mangi solo se lavori; per cui ogni ammortizzatore sociale pensato per far fronte alla sistemica disoccupazione è anticostituzione e non deve essere accettato; nel frattempo si cerca di raggiungere la piena occupazione… Secondo D'Onofrio, altro membro del direttivo, la costituzione dice che, per essere candidati, bisogna essersi fatti il culo per anni con la militanza politica.

  30. A fronte di milioni di voti che i partiti hanno, tolti gli eletti, quanti elettori concorrono realmente alla “direzione” del partito? Quanti dei tesserati si danno da fare e hanno realmente un peso nelle decisioni del partito, anche di quelle interne? Perché, secondo D'Andrea, la costituzione richiede solo 50mila firme per una legge di iniziativa popolare? Perché solo 500mila per sottoporre a referendum popolare leggi di revisione costituzionale? Perché questi numeri così piccoli quando gli aventi diritto sono quaranti milioni? Il ragionamento balzano è questo: visto che ha avuto 8 milioni di voti, il numero dei partecipanti attivi non può essere di 30mila o 80mila: deve essere un numero elevatissimo… diciamo non meno della metà dei voti presi? Chiunque sa che ciò è molto improbabile. Sarà così pure per l'ARS, il giorno in cui avrà molti consensi: le persone attive, e quelle che alla fine veramente si adoperano per dire la loro e determinare certe scelte, saranno sempre una frazione “insignificante” rispetto al bacino del consenso. E qui c'è il colpo da maestri del presidente élitista: ma chi li vuole far partecipare? Chi ha detto che ne hanno il diritto? Ci votano, e poi il consiglio direttivo fa quello che ritiene più giusto per l'ARS. A molte persone questo modo di procedere appare naturale, tanto quanto è naturale la legge del più forte.

  31. In una serie di post, D'Andrea ha usato la sua condanna morale della pratica del “marketing politico” (un'espressione che va di moda!) per condannare il M5S (“sono cattivi, vedete? fanno marketing!”). Più volte gli ho fatto notare che il suo era marketing, né più né meno. Naturalmente lui ha una sua idea precisa di ciò che è il marketing e di ciò che pensano veramente coloro che lo fanno, quando lo fanno: il suo non lo è, per carità!

  32. Sarebbe un membro dell'infantocrazia, cioè il governo degli infanti? Ci sono gli adulti, che hanno diritto di entrare nella stanza dei bottoni, usare i coltelli, aprire i cassetti e così via, e ci sono gli infanti, a cui non va dato alcun potere. Naturalmente, “quelli dell'ARS”, in cui entrano solo «i migliori», fanno parte del rispettabile gruppo degli adulti che hanno capito.

  33. Spavento: “vedete questo? vuol dire che sono cattivi! non sono sovranisti, Dio ce ne scampi e liberi! Ora avete le prove che M5S vuole distruggere il pianeta Terra!”. Disinformazione: “La costituzione dice che bisogna farsi nel culo e questi in 24h si candidano, che schifo! Poi chi fa marketing politico è immorale, un ingannatore e bisogna rifuggire gli ingannatori!”. Connotazione ARS: “Noi pensiamo che solo un'élite può salvare questo paese: vieni con noi, ubbidisci, allineati, milita e dimostra di meritare di far parte dell'élite!”. Si tratta di parafrasi stilizzate di messaggi emersi in diversi post/commenti.

  34. Nessuna istanza di democrazia diretta è compatibile con l'elitismo ovviamente. Forse è pure contrario ai referendum… Ha un blog dal titolo Appello al Popolo, ma a quale popolo fa riferimento e come pretende, una volta appellatosi a lui, di raccoglierne le rimostranze? Credo che funzioni così, sempre per usare parafrasi stilizzate: “Popolo, ho bisogno che mi ubbidiate. Chi è con me, mi segua”. Insomma l'appello è la richiesta di assoluta abnegazione a principi di terzi: aderire ad una setta che non prevede alcun meccanismo reale di partecipazione ma che ha bisogno di numeri e manodopera.

  35. Dalla wikipedia italiana: “Unione Civica Ungherese”, un partito conservatore, populista e cristiano, membro del PPE… nel 1988 venne fondata la Fidesz, come si poneva come formazione politica anticomunista e liberal-libertaria. Nel 1994 si spostarono su posizioni conservatrici e ciò provocò una scissione. Alle elezioni del 2002 Fidesz formò un'unica lista con i democristiani del Forum Democratico Ungherese. Alle elezioni del 2006 abbandonò tale alleanza per allearsi con il Partito del Popolo Cristiano Democratico (KDNP). Dalla wikipedia inglese: attualmente Fidesz è considerato un partito conservatore sui temi sociali e nazionalista sui temi dell'integrazione europea e delle relazioni con il FMI. Come la “destra” ungherese in generale, è stato più scettico delle politiche economiche neoliberiste di quanto non lo sia stata la “sinistra”. A parte quest'ultima nota, che sicuramente interessa anche l'ARS, non mi sembra che abbia un bel lignaggio. Ma all'ARS evidentemente interessano anche gli aspetti nazionalisti e conservatori — non si capisce fino a che punto il presidente intende dire che interessano all'ARS.

  36. Partido Comunista Português, PCP, di ispirazione marxista-leninista (D'Andrea cita spesso Lenin).

  37. Il FN di Le Pen, la “destra sociale”. Alcune affermazioni della Le Pen lasciano un po' perplessi… anche qui non è chiaro fino a che punto interessi all'ARS, e cosa di preciso gli interessi. Sembra che nel parlamento europeo Le Pen e la Lega Nord di Salvini andranno molto d'accordo. Un esempio di pensiero semplicistico che piacerebbe a certe persone: se all'ARS interessa FN, e all'FN interessa in Europa la Lega, allora all'ARS interessa la Lega in Europa? C'è pure Borghi…

  38. Partito Comunista Greco, KKE, estrema sinistra. “Ha come fine ultimo la trasformazione rivoluzionaria della società greca attraverso l'eliminazione del capitalismo e l'edificazione del socialismo e del comunismo”. Poi bisognerebbe capire in dettaglio che si intende con eliminazione del capitalismo ed edificazione — contemporaneamente? — del socialismo e del comunismo.

  39. Non ho affermato una cosa del genere. Ma chi va avanti a preconcetti altera realtà, parole e idee per adattarle ai suoi “stampi”, perché questo è l'unico modo in cui si convince di “capire” il mondo che lo circonda.

  40. Sentenza. Questo è un altro problema del presidente e di persone come lui e di conseguenza di ciò che producono. La formula è del tipo “X, perché Y”. Peccato che Y non spieghi o non dimostri affatto X. Un esempio recentissimo si ha sostituendo X con “Mauro non è intelligente” e Y con “ha detto che lo scopo dell'ARS è di pescare simpatizzanti dal M5S sfruttando spavento, disinformazione e dosi di connotazione ARS”.

  41. Analisi che non sono sicuramente i post di D'Andrea, che sono più che altro esempi di disprezzo d'élite per il popolo, che è sovrano solo se si sottomette alle idee giuste dell'ARS — la presa per il culo è tanto maggiore se si pensa che D'Andrea ha un blog sul dominio “appelloalpopolo.it”. Si possono avere tutte le belle analisi del mondo, ma senza alcuni concetti base restano carta straccia — ovvero possono essere prese in consideraazione, ma da qualcun altro.

  42. Questa nota esiste solo per invitarvi a tornare su, al testo, e rileggere la frase che precede la nota.

  43. La frase resta agghiacciante nonostante questa nota. Anche perché il punto di vista che si richiede di adottare è uno, quello dell'ARS ovvero di D'Andrea e dei suoi pari. Gli altri sono tutti sbagliati.

  44. Rileggendo, avrei voluto scrivere «analizzarlo dinamicamente».

  45. Ho parlato spesso, per esempio, della reductio ad Hitlerum, cioè la “riduzione” a Hitler (o altro personaggio scomodo e controverso della storia) di un “nemico” fatta proprio sulla base di somiglianze superficiali, per esempio l'uso di certe espressioni verbali o l'enunciazione di certe idee.

  46. Riporto alcuni esempi che richiamano a dei post di D'Andrea, aggiungendo anche una sorta di catalogazione.

  47. Gli iscritti che hanno votato hanno quell'informazione? Se no, le loro proteste sono giuste. Se sì, bisogna chiedersi che peso effettivo abbia rendere visibili a tutti i potenziali elettori quell'informazione — come misura di trasparenza, magari — e allora si dovrebbe pretendere trasparenza sul come la formazione A ha selezionato i suoi candidati… Naturalmente qui il messaggio strisciante è che ci sia un inganno, che Grillo e Casaleggio siano in malafede: sfidandoli si vuole dire “vedete, non pubblicano i risultati, quindi hanno qualcosa da nascondere!”

  48. In effetti, pare che siano stati pubblicati.

  49. Espressione interessante di un membro “importante” dell'ARS, forse del consiglio direttivo, usato in un'espressione del genere: «Forse tu ancora non sei pronto alla disciplina di partito»…

  50. Sono tutte espressioni tipiche degli ARSiani, non certo mie, quindi pare che si rivolga a questi più che altro.

  51. Quali migliori argomenti, per l'alto senso democratico, di quelli del M5S? Ah no, la democrazia diretta è brutta, si deve formare un'élite con la zampata nelle palle, etc.

  52. È una semplificazione di quello che ho detto io, che non mi sono di sicuro fermato all'ambito economico, che considero solo accidentalmente importante, almeno finché per economia si intende questa roba che ci viene detta essere economia. Di modelli economici vecchi e superati ce ne sono eccome… a quali farà realmente riferimento costui? In ogni caso, non ha colto il mio punto di vista, riducendolo a una mera contestazione dei modelli economici dell'ARS, vecchi e superati o no che siano.

  53. Una sua utopia, visto che, come detto, D'Andrea ha dimostrato che l'ARS vuole andare ben oltre il sovranismo, dettando legge minuziosamente su ogni questione, tanto nella sfera economica quanto nella sfera sociale e politica.

  54. Non lo ritengo imprescindibile. La Costituzione deve essere trattata con riguardo e devono esistere tutte le garanzie e i controlli possibili immaginabili per evitare che venga distorta o resa una mostruisità; tuttavia non va considerata intoccabile e immutabile e pure lei, alla fine, deve adattarsi ai tempi, se occorre. E uno dei punto è proprio determinare se occorre o no: le modifiche fatte dal '48 a “ieri” vanno tutte rimosse? Penso che sia un po' troppo estrema come posizione: va valutato attentamente caso per caso.

  55. Ma si sta pur sempre raccontando la “verità”, non alterando o filtrando dei fatti, degli scritti o delle parole per indurre certe interpretazioni specifiche…

  56. No, non sono questi gli elementi per i quali ritengo l'ARS élitista. L'ARS è élitista perché crede che possa esistere una classe dirigente che si pone al di sopra del “popolo”, quello dell'ironico “Appello al Popolo”.

  57. E anche questo è élitismo. Solo concetti molto semplici, non sovraccaricati di preconcetti, premesse etc. possono essere collocati in una sfera superiore, comunque non senza la possibilità di dibattito. Questo è un altro punto élitista: ci sono dei principi molto complessi e arbitrari che si ritengono immeritatamente “superiori rispetto ad altri”.

  58. L'ARS non è populista, se non superficialmente. Lo è nella misura in cui si aggrappa alla paura degli uomini di essere artefici del proprio destino partecipando attivamente — o di lasciare che altri loro pari prendano decisioni: questo deve essere prerogativa di una classe dirigente migliore della persona comune, che altrimenti si chiede “ma quello, per prendere le decisioni in mia vece, che ha di più di me?”. Per questo l'élitismo deve creare l'illusione che esista una élite, altrimenti non darebbero loro spontaneamente lo scettro del potere.

  59. Oppure, è tuo sacrosanto diritto sapere 1) che chi voti si batterà per rappresentare anche la tua idea, ma che se la tua idea è in minoranza, questa, secondo le regole della democrazia, sarà debole e quindi, molto probabilmente, sarà ignorata; 2) che puoi contribuire al discorso politico e che, se non lo farai, chi è “portavoce” lo costruirà sulla base di alcuni principi facilmente condivisibili che comunque terranno in gran considerazione varie opinioni, e la loro forza relativa.

  60. La negazione del ragionamento. Quello che vedo è blu: è il cielo; quello che sento è un fischio: è una locomotiva; quel che tocco è morbido: è un seno…

  61. Se non ti metti a interpretare, non ne puoi parlare! Per poter comprendere e criticare è necessario analizzare il messaggio e non arroccarsi su una interpretazione frettolosa basata sui propri preconcetti.

  62. Probabilmente la filosofia piace tanto perché ognuno ci vede quello che vuole! … In sostanza afferma che qualunque cosa non immediata (come “quella è una sedia”, “io sono secessionista” ecc.) prende applausi perché le persone non capiscono cosa vuoi dire. Peccato che qui non stiamo parlando di alta filosofia: basta ascoltare le parole… se poi uno si ferma al frammento che fa più comodo…

  63. In inglese si chiama «contextomy», o fallacia della citazione fuori contesto. È, appunto, una fallacia: «come nell'argomento dell'uomo di paglia» (altra fallacia) «che è usato spesso in politica, consiste nel citare l'avversario fuori dal contesto per far travisare la loro posizione (tipicamente per farla apparire più semplicistica o più estrema)».

  64. A me preoccupa il fanatismo dell'ARS, tanto più quanto constato le carenze intellettuale del suo staff.

  65. Più che altro con argomenti forti quanto questo… Per dire su cosa si basa la loro posizione nei confronti del M5S.

  66. Un po' ha ragione, tranne sull'ingenuamente: la risposta conferma che ci ho visto giusto — e non ho detto che gli altri sono più profondi di loro, bensì ho provato a creare una specie di “assurdo” (dal loro punto di vista). Tuttavia, non accetto mai di buon grado argomenti insulsi come “vieni qui, nel mio terreno, a cacare…”. Il mio commento è motivato solo dalla palese stupidità e falsità di quanto scritto; se permettete, visto che queste sono persone chiave di una associazione che ho rischiato di supportare, mi arrogo il diritto di sentirmi preso per il culo da post come questo e di arrabbiarmi di conseguenza, poiché tali post p sono fatti sperando che a leggerli siano deficienti, o sono fatti perché a scriverli sono deficienti — questo è il linguaggio da zampata nelle palle no? Costoro hanno un'ideologia delicata, che rischia diverse derive peggiori del male che pretenderebbero di voler curare, e hanno, nei ruoli chiave (e stiamo parlando di associazione fortemente “piramidale”) persone che si ritrovano a fare citazioni fuori contesto e ad esaltare la carenza di riflessioni, ponderatezza e approfondimento.

  67. Nel video l'intervistatrice chiede cosa si farà dopo aver vinto le elezioni. Grillo risponde che poi si sarebbero tutti uccisi. Fuori dal contesto (anche del personaggio), uno potrebbe leggervi una seria dichiarazione di intenti…

  68. Fuorvianti? Ecco il monopensiero dei monopensatori ARS. Non solo l'inquadramento è uno, ma esiste un solo “fronte” da inquadrare ed esiste un solo punto di vista. La crisi della democrazia in generale e rappresentativa in particolare, di cui è complice anche lo stato inteso come insieme delle persone che “lavorano” per lo Stato? Pff, il vero problema per la “sovranità del popolo” è un altro!

  69. Ora che il nuovo indizio sul fatto che Grillo sia secessionista è stato dato, è bene continuare a dare per assodato che Grillo sia secessionista, mi pare ovvio. E questi due punti fanno questo: si autoaccetta la premessa e si procede. Perfetto. Su cosa basi le tue conclusioni? Su un elemento, anzi due: una citazione fuori contesto — non c'è bisogno mica di usare la ragione, basta quel che vedo, sento, tocco… E un post, “E se domani…”, … beh questo parla chiaro, sì, se le tue capacità di interpretare un testo sono equiparabili a un ragazzo di prima media…

  70. Allora non hai capito… ma lo spiego nella risposta successiva per cui tornare pure su a leggere il resto della sua risposta.

  71. Classe dirigente disposta al sacrificio per il bene comune? Ecco un'altro inelitato illuso che pensa che esista un'élite. Magari il consiglio direttivo dell'ARS, di cui fa parte, potrebbe essere un buon inizio per una classe dirigente disposta al sacrificio per il bene comune… Il presidente lavora 6 ore al giorno per l'ARS, mica lo farà per sé stesso no?

  72. Turisti della politica? Forse è un ex berlusconiano? (Sì lo so, sarebbe una reductio ad Berlusconem — se la prendessi sul serio, ma è invece è solo una battuta canzonatoria…) Cosa dice costui? Che ci sono degli «allegri buontemponi» (chi?) e dei turisti della politica a due mandati (M5S) a cui dà un consiglio: farebbero bene ad astenersi da tal proposito, cioè a cambiare (migliorare) la costituzione. Non sono i migliori, non sono l'élite, quindi meglio che si astengano. Ma che modifiche propongono…? Che mi frega, dice costui (conta ciò che vedo sento tocco): qualunque cosa propongono, farebbero bene ad astenersi, perché non essendo élite non possono migliorare o cambiare la Costituzione. Leone, ma ti ricordi che la Costituzione prevede precisi meccanismi per essere cambiata e che non c'è alcun riferimento a generazioni che sappiano esprimere… classi dirigenti… élite… migliori…? A questo porta il cancro dell'élitismo scervellato.

  73. Egocentrismo… Io do una spiegazione del messaggio di Grillo e invece di entrare nel merito di una valutazione del messaggio — è veramente tanto perverso? Non dice cose sensate? Sta invitando alla secessione, come hai sostenuto facendoti forza con l'articolo di Repubblica? — scodella l'idea dell'ARS. Sì, ok, sui colpevoli non siete d'accordo. Ma a proposito del post, …

  74. Allarme semplificazione… Questo legame causa-effetto tra “colonizzazione culturale” e anti-italianismo come lo argomenta? Boh.

  75. Grillo, ho supposto io, addita nello Stato il colpevole dei sentimenti secessionisti, perché è lo Stato responsabile del mantenimento della coesione nazionale… Scriviamolo minuscolo o maiuscolo, mettiamoci «costituzionale» a ricordare il fatto che è la costituzione a dare origine allo stato… ma fatto sta che lo Stato è “immanente”, fatto di persone… Quale sforzo di astrazione? A me sembra che dicendo “astrazione” non sappia realmente che cosa significhi tale termine…

  76. Questo richiede un esercizio di grande astrazione. Che cazzo vuoi dire con “risveglio di un popolo”? Metafore! Allegorie! Elevati paragoni e riferimenti storici… sforzo di astrazione. Ma in concreto, che vuol dire? Cos'è la coscienza di un'entità collettiva come il “popolo”? Paroloni vuoti — scusate la perdita di stile (non l'ho mai avuto realmente), lo scadimento del linguaggio, ma è tardi, ho scritto troppo, sono stanco, voglio finire presto e a rileggere quei commenti mi viene voglia di dare delle capocciate — sempre più sgomento al pensiero che avrei potuto supportare questi élitisti romantici incapaci di comprendere testi che non sono tanto più complessi di un Topolino — non dico i miei, visto che mi esprimo cripticamente e sono una pippa a spiegare.

  77. Sarà pure, ma non con questo post e la mia critica è partita e si è fermata a questo post e all'informazione falsa che riporta, grazie alla totale mancanza di capacità analitiche da applicare al messaggio di Grillo.

  78. In pratica: A) o sei iscritto, o B) sei un simpatizzante che per ora non vuole iscriversi ma vuoi collaborare, oppure C) non hai trovato nulla di interessante e devi valutare se rimanere in questo gruppo oppure no. Vi confesso: ci sono ancora dentro solo per avere altro materiale da analizzare per fallacie ed eventuali considerazioni sociopolitiche… Finché non se ne accorgono… intanto non devo più intervenire, magari si dimenticano di me… Shhh lo so l'ho scritto qua, ma chi volete che venga a leggere questa nota?! Ma chi lo legge tutto questo testo?! Dei prodi coraggiosi un po' folli! Ma nemmeno.

  79. Il sonno rende sfottenti.

  80. Stiamo pur sempre parlando di un sottogruppo che si ritiene popolo e che pertanto richiede per sé la sovranità. O questo argomento funziona solo a volte, quando piace ai leoni dell'ARS?

  81. Tradotto in francese: un conto è prendere per il culo un lettore poso smaliziato e poco critico; un altro è fare un ragionamento sulla base del messaggio che veramente è stato dato.

  82. A rileggermi penso: è assurdo che io sia stato forzato a spiegare una cosa del genere! Ma con che persone…… insomma avete capito.

  83. Introdurre argomenti che non c'entrano niente o poco tanto per fiaccare l'avversario è una tecnica… Se è fatto inconsapevolmente — come è il caso, credo — è solo indice di abnegazione nei confronti delle proprie convinzioni, o forse è qualcosa di peggio, non so… e non mi interessa.

  84. Faccio riferimento alle tre possibilità per rimanere nel gruppo "ARS Lazio".

  85. La vicenda delle dimissioni di Corsini è interessante; citarlo non significa che condivida le sue affermazioni ideologiche. Per esempio mi balza all'occhio questa: «Il fatto che il risultato finale dell'azione di un governo eletto sia una mediazione fra maggioranza e opposizione, cosa che alcuni chiamano INCIUCIO, io la chiamo DEMOCRAZIA». No, non ci siamo. Né ci siamo quando ha sostenuto che il M5S è per il pareggio di bilancio in costituzione e riporta come “prova” un punto del programma M5S che non fa altro che sottolineare quanto espresso da un comma dall'art. 81 anche prima che fosse modificato per accogliere il pareggio di bilancio. Cioè, in pratica, secondo Corsini «Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte» è “pareggio di bilancio”… Ma non è così, tanto che è stato necessario modificare tale articolo (il 18 aprile 2012) per introdurlo — invece il fatto che una legge debba indicare come intende far fronte agli oneri che comporta è un sano principio, già costituzionale.

  86. Per quanto ci possano essere aspetti controversi nel liberalismo —e ciascuno avrà i suoi preferiti da contrastare—, è bene considerare che questa sua riduzione ai minimi termini può essere assai fuorviante.

  87. Le moderne nazioni europee possono essere pensate come gruppi sociali? I vari patti europei possono essere considerati i semi (anche se per ora un bel po' ammalati) di un'unione che un giorno sarà sentita esattamente come ora ciascun abitante di una regione specifica sente l'Italia?

  88. Se i “ceti dominanti” hanno una forte rappresentanza democratica, pur essendo numericamente pochi? Esattamente chi sono questi “ceti dominanti”? Quali interessi perseguono, ma soprattutto: quali sono gli interessi «più generali» di tutto il popolo? Cos'è, inoltre, questa «comunità a sé stante» che i ceti dominanti costituirebbero?

  89. Quindi, il contesto internazionale è importante… Quindi, la dimensione che si trova al di là dei confini territoriali, politici e d'interesse di una nazione è importante…

  90. Ma se erano addomesticati e non facevano più solo i loro sporchi interessi, in che senso tali ceti erano dominanti? Un ceto dominante non è tale in virtù del fatto che impone la propria volontà su quella di altri? E avendone facoltà, perché mai si sono ritrovati ad essere tanto magnanimi con le classi subalterne? Non può essere perché magari questo «ceto dominante» in realtà è una rappresentazione stilizzata di qualcosa che non esiste come tutt'uno essenzialmente denominabile come “ceto“ e caratterizzabile con “dominante”? Qual è poi esattamente il «loro istinto più profondo», forse quello di dominare? (Altrimenti nemmeno avrebbe senso di chiamarlo dominante…)

  91. Parla dei “massoni”? O dei politici e di coloro che detengono il potere economico? (Banchieri, grandi imprenditori, papaveri della finanza, i soliti ignoti insomma…). Esattamente, che comunità formano?

  92. La «politica di potenza sotto la copertura di un'ideologia nazionalista» sarebbe invece un interesse più condivisibile dagli altri, cioè da quelli che non sono parte del ceto dominante?

  93. Più che altro la domanda dovrebbe essere: perché esiste un impero americano? Qual è il suo scopo e qual è la sua ragion d'essere?

  94. Cosa che in altre circostanze — cioè ad altri livelli geografici e in altri momenti storici — si chiamerebbe “processo di unificazione”… Come pensano si siano formati gli stati-nazione se non distruggendo le preesistenti e precedenti strutture di potere (democratico o non democratico)?

  95. E se invece di interpretarla solo com competizione la leggessimo come competizione necessaria per la sopravvivenza delle popolazioni europee? Su un fronte, per evitare di essere depredati; sull'altro, per sostenere il nostro tenore di vita depredando. Sono d'accordo che questa è una visione malvagia, ma bisogna domandarsi cosa bisogna fare per invertire questa tendenza e la risposta non piace a nessuno: la popolazione mondiale non può superare i due miliardi (meglio uno solo); devono essere distrutti i “ponti” (metaforici e non) tra diverse aree geografiche; deve essere limitato il commercio e tarpate le ali alla sete di conoscere il mondo “al di là” — cioè deve essere quasi impedito di esplorare; bisogna tornare a un'era pre-industriale. Perché? Perché queste cose (e altre che al volo non dettaglio) sono passetti verso la ricreazione di questo mondo che si è deciso di rifiutare perché pericoloso, cattivo, indesiderabile ecc. Pensare che si possa ottenere qualcosa agendo localmente, cercando cioè di ristabilire certi valori a livello nazionale, in forza della sovranità popolare o di qualunque altra cosa, è ben più che ingenuo. Il mondo è “globalizzato”, non solo nel senso particolare di certe dottrine — siamo presi in un gioco tanto grande che solo se tutti decidiamo di agire contro esso ha un senso e una possibilità. Altrimenti, non si ottiene nulla o peggio: si hanno solo effetti negativi. Organizzare globalmente un movimento del genere è impossibile: solo una catastrofe (causata dall'uomo o meno) potrebbe farci uscire da questo “gioco” — e quando dico «farci», non intendo provincialmente noi italiani, ma intendo tutti noi, tutti noi che partecipiamo a questo gioco, e in mezzo ci sono persino le “nazioni” del così detto Terzo o Quarto (o Quinto o Sesto o quel che vi pare) Mondo.

  96. Anche perché l'approccio olistico non può accontentarsi che di questo… E quello riduzionistico non può che dare piccoli barlumi e suggerimenti.

  97. Dell'ARS, in questo caso.

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