mercoledì 26 giugno 2013

Rispondere ai commenti

Rispondere a commenti con argomenti sensati ed espressi in modo comprensibile è in fin dei conti facile: si capisce cosa è stato detto, si capiscono e quindi si possono apprezzare e criticare con ragione (propria) le opinioni dell'interlocutore. Si capisce che c'è un dialogo, un flusso di informazioni, di incastri logici. Accade spesso che alla fine si rimane delle proprie idee ma credo che il percorso fatto in qualche modo possa comunque averci arricchiti culturalmente, aver affinato qualche dubbio, eliminati altri, aver anche capito quali punti delle proprie argomentazioni sono deboli e quali forti. Si capisce che l'altro ha letto e compreso ciò che si è scritto, anche se naturalmente non lo condivide.

Purtroppo questa situazione è una rara perla.


Ciò che accade più spesso è che si ricevono risposte senza capo né coda. Sono le più difficili a cui rispondere perché si percepisce che non c'è comunicazione, che magari il livello mentale dell'interlocutore è troppo basso e povero per poter scrivere alcune cose sperando che siano comprese —o forse l'interlocutore sta solo trollando, ma non è dato di esserne sicuri. A quel punto l'uomo saggio dovrebbe abbandonare e ignorare ogni eventuale provocazione o domanda.

Ma io non sono un uomo saggio e in fin dei conti mi piace anche un po' esplorare la stupidità delle persone. Intendo stupidità in senso buono (secondo me), per carità: non una deficienza mentale ma una commistione di carenze culturali e mancanza di abitudine all'articolazione e interpretazione di pensieri un po' più complessi o scenari ipotetici.

Spesso è secondo me conseguenza di una specie di foga del “dialogo” che spinge a leggere in modo belligerante qualunque proposizione venga scritta dall'altro. O (quasi peggio) a ritenere che l'altro, avendo espresso un paio di opinioni contrarie, debba essere per forza in totale contrapposizione ideologica.

Questa è una situazione più tipica, ma forse ancora non è la norma.

Di recente mi sono capitati un paio di casi grotteschi. È quando l'interlocutore in realtà non interloquisce e si limita a scrivere un paio di battute o domande volendo dare l'impressione (forse all'ipotetico pubblico) che le sue motivazioni sono tanto ovvie (e corrette) che è assurdo doverle esporre bene, figuriamoci argomentarle.

Per esempio immaginate di leggere questa risposta a un mio commento:
Gran Marc: ma shintakezou pensi veramente quello che hai scritto?non posso crederci.
Cosa avrò mai scritto? Quale opinione balzana? Nemmeno io me lo ricordo, potrei aver scritto in effetti qualcosa di strano, magari una provocazione, o un ragionamento a partire magari da premesse che non condivido (le persone non sanno distinguere tra quando mostri le conseguenze logiche di certe premesse e quando invece stai sostenendo che le premesse sono corrette a tutti i costi).

Scavo in disqus (pessimo). Ho scritto questo:
io: Anche senza voto segreto, poiché l'uso della piattaforma è subordinato all'autenticazione, è comunque possibile per il sistema tenere conto di chi ha votato chi (o cosa), e quindi impedire a me che ho votato Pippo di sfiduciare Caio, senza per questo rendere pubblico il fatto di aver votato Caio o Pippo o chi.
Non ci vuole molto a pensarlo: è stupefacente questa scarsità di immaginazione (diciamo così per essere buoni)
Il suo precedente commento era
Gran Marc: facciamo il voto non piu' segreto, logico no?
in risposta a un tale (rigel) che si domandava come si potesse sfiduciare uno con il voto segreto: «La fiducia la può togliere solo chi l'ha data. Come si fa a sapere chi ha votato…»

(Nota: pur avendo scritto “senza voto segreto”, intendevo, come dovrebbe essere chiaro da quanto scritto in seguito, “anche senza l'abolizione del voto segreto” o equivalenti; questo perché la maggiore preoccupazione è che rendere il voto palese possa costituire una minaccia alla libertà e il mio commento voleva trattare proprio questa critica.)

Si sta parlando della possibilità di revocare la fiducia (recall election) data a un eletto nel caso questo non soddisfi più le richieste dell'elettorato. Se si considera il meccanismo recall election la critica di rigel diventa inconsistente visto che funzionano similmente a un referendum e non è richiesto che i partecipanti siano proprio quelli che hanno eletto il deputato. Sul perché sia nato questo vincolo si potrebbe discutere a parte, ma teniamocelo come è e seguiamo il flusso.

L'iter del dialogo quindi è: l'utente rigel critica la proposta di poter sfiduciare facendo presente il problema che, essendo il voto segreto, non è possibile assegnare tale facoltà a chi spetta di diritto, in questa interpretazione, ovvero: solo chi ha votato X può sfiduciare X.

L'utente Gran Marc osserva che si risolve mettendo il voto non segreto. Il modo di scriverlo lascia intendere che ritiene questa idea negativa.

A questo punto intervengo io facendo notare che il voto palese non è necessario e che il sistema stesso, sapendo cosa hai votato, sa chi puoi sfiduciare; mea culpa l'aver dato per scontata la premessa che che tutto il meccanismo di votazione sia avvenuto su piattaforma digitale, ma mi sembra che non richieda troppo sforzo capire che mancava questa premessa, altrimenti come potrebbe il "sistema" sapere cosa si è votato?

Ora. Voi sparuti letturi come interpretate «pensi veramente quello che hai scritto»? Come si risponde a uno che confonde un'opinione con la semplice descrizione di una possibilità, tecnologicamente alla mano, più che altro volta a sottolineare la limitatezza di immaginazione di rigel? (Che metteva come centrale il problema dell'impossibilità di sapere chi può sfiduciare chi senza rinunciare al voto segreto).

Forse, ho pensato nella risposta, l'ha confuso l'errore Anche senza voto segreto invece di Anche senza voto palese? O forse l'ha confuso l'aver dato per scontato come il sistema possa essere a conoscenza di quale preferenza si è espressa in precedenza?

O forse l'ha capito bene ed è questo che gli ha fatto orrore?

E con questa ipotesi torniamo all'incapacità delle persone di distinguere quando stai esemplificando una possibilità partendo da certe premesse da quando stai vendendo qualcosa come soluzione che tu attueresti.

Per conto mio ho dimostrato quel che volevo dimostrare: basta che esista anche una sola possibilità attuabile, per quanto brutta o grottesca o non auspicabile, per confermare quanto scarsa sia l'immaginazione di molte persone.

Inoltre l'esistenza di una possibilità attuabile dovrebbe aprire le porte ad altre possibilità attuabili, magari migliori. Tutto ciò porta alla conclusione che le critiche di rigel sono fatte usando argomentazioni deboli e sciocche.

(Nota: disqus è pessimo, non si riescono a seguire le discussioni, il "see in context" taglia i commenti e li presenta in una finestra stretta… recuperare per intero le discussioni richiede più energie di quante sia accettabile usarne)

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